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 2015  agosto 07 Venerdì calendario

In genere, i media hanno commentato la nomina del nuovo CDA Rai in modo convenzionale, tipo il “ritorno della lottizzazione”, il “manuale Cencelli 2

In genere, i media hanno commentato la nomina del nuovo CDA Rai in modo convenzionale, tipo il “ritorno della lottizzazione”, il “manuale Cencelli 2.0”, peggio, “ma certo non è la BBC”. Mi sia concesso, non per ragioni di bottega ma di verità, associarmi a quanto scritto dal Direttore Magnaschi sul concetto di “Servizio Pubblico” e sulla panoramica a livello mondiale circa la soluzione “privatizzazione”, con un canale di servizio pubblico dai confini ben delimitati. La nostra Alessandra Ricciardi ha raccontato, da par suo, il processo per arrivare al fatidico svelamento dei nomi. Essendo stato consulente Rai per 4-5 anni, ai tempi del Consolato Celli, almeno i “fondamentali” del suo business mi sono noti, così la tempesta perfetta nella quale il broadcasting, suo malgrado, sarà spinto nel prossimo futuro. So pure come funzionano i Consigli di Amministrazione delle aziende private: la tendenza vincente ormai è che il potere effettivo sia tutto nelle mani del CEO, che noi chiamiamo ancora, impropriamente AD, in Rai addirittura hanno il vezzo di definirlo DG (in termini organizzativi, un rudere). Questa pare la “rivoluzione” di Renzi: un CEO. Non banale. Nelle grandi Corporation, i Consiglieri di amministrazione, non certo nella forma, ma nella sostanza, contano ben poco, sono chiamati ad approvare piani strategici e budget dove tutto si gioca sulle assumption , solo per capirle occorrono conoscenze non banali, figuriamoci per poter dare un contributo, peggio cassarle. Immagino che a ciascuno di noi vengano in mente alcuni nomi di celebri supermanager, facile simulare come si svolgano, nelle ovattate stanze foderate di essenze pregiate, i cosiddetti Consigli guidati da costoro. Il Presidente inizia e cessa il suo compito, dando la parola al CEO, questi fa un ampia panoramica, nel silenzio più assoluto illustra le sue decisioni, quindi con squisita cortesia dà la parola a chi vuole intervenire, ascolta l’intervento con pollice, indice, medio della mano destra, appoggiati alla tempia destra, testa leggermente inclinata, occhi (di ghiaccio) fissi sul malcapitato, questi imbarazzato capisce che deve concludere, ovviamente associandosi. Nel linguaggio corrente (volgare) di noi CEO chiamiamo questi interventi consiliari “pisciatine” (implicito il fatto che non debbano uscire dal vaso). Finite le “pisciatine”, come d’incanto il segretario del Consiglio porge al CEO il verbale, già pronto da giorni, questi, che ha in pugno i Consiglieri (“indipendenti” compresi, avendoli nominati, soprattutto retribuendoli, con benefit al seguito), sfoggiando il suo bel sorriso fanciullesco (raro) pronuncia la mitica frase: “cari colleghi, se siamo tutti d’accordo, e mi pare lo siamo, darei il verbale per letto e approvato”. Applausi. Il Consiglio è finito, il Signor Preside è tornato uomo, i bimbi si tolgono fiocchetto e grembiulino, e pure loro tornano uomini. Tutti si avviano, a passo spedito, alla buvette. Non sono in grado di esprimere alcun giudizio sulla Rai di Renzi perché non so quale sentiero strategico imboccherà il suo Direttore Generale, in previsione della tempesta perfetta prossima ventura. Se, prima opzione, sarà tutto come in passato, cioè le solite “pulizie di Pasqua”, qualche ideuzza accattivante in termini di palinsesto, una “pisciatina” sui talk show, la consueta rotazione dei vari Direttori, posso dire che Presidente e Consiglieri sono ben scelti, di certo tutte persone perbene, puntualizzano alcuni “salvo il Presidente, solo uno viene dal mondo della TV” (Guglielmi chiosa “però sa più parlare che fare”), vero, ma gli altri sono eccellenti professionisti nel confinante mondo della comunicazione. Una sola raccomandazione, lasciate perdere la BBC, sotto il vestito di alta sartoria, non c’è nulla, o peggio solo oscenità (nel Regno Unito dei pedofili, ciò che ormai è diventato UK, la BBC primeggia, vedi le denunce del grande corrispondente Meirion Jones, per questo licenziato). Se, seconda opzione, Renzi e Campo Dall’Orto procedessero sulla via della privatizzazione (con una rete dedicata al Servizio Pubblico) mi sentirei di partecipare al dibattito ed esprimere il mio parere. Non credo che ciò avverrà, le logiche del Nazareno sono chiare, inciuci sì, innovazioni no, specie se toccano il Cav. E poi, onestamente, che interesse hanno i due ad aprire, a freddo, il fronte Rai? Uno vuole arrivare al 2018 col minor numero possibile di ferite, l’altro si illude che il tempo possa aiutarlo, nessuno capisce a che pro. Incombe la “tempesta perfetta”? Intanto, andiamo tutti sotto coperta. Allora anche con Renzi, sulla Rai dobbiamo dire: “All’Ovest niente di nuovo?” Una piccola speranza, io la coltivo, ancora.