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 2015  agosto 06 Giovedì calendario

BORIONI: «VICINA A ORFINI? ALTRI PIU’ DI ME. E LA TV LA CONOSCO»

Rita Borioni, se l’aspettava questa nomina nel cda Rai?
«Ad essere sincera no».
Dicono che sia stata nominata in «quota Orfini».
«Credo che Matteo abbia persone politicamente molto più importanti e molto più vicine di me. Io sono un tecnico».
Se la sente di affrontare l’incarico? Sono state parecchie le critiche che hanno accompagnato la sua nomina...
«È normale».
Cosa?
«Le critiche sono normali, ma non quelle su di me. Ogni volta che si nomina un cda Rai qualcosa a qualcuno non va bene».
Il senatore Gasparri, che dà il nome alla legge che ha portato lei in Viale Mazzini, dice che la sua nomina non corrisponde ai requisiti della suddetta legge...
«Sarà la commissione di Vigilanza a giudicarmi, non il senatore Gasparri».
Ma lei è una storica dell’arte, ha esperienza televisiva?
«Certo, ho fatto produzioni di audiovisivi e mi sono occupata anche della normativa che riguarda la tv, in particolar modo della delocalizzazione delle produzioni televisive: per ragioni economiche venivano girate in altri Paesi».
Ma non è una storica dell’arte?
«All’inizio, ora sono vent’anni che mi occupo di politiche della cultura».
In quali ambiti?
«Vari».
Ovvero?
«Nel mio partito, il Pd. Ma ho lavorato anche a Cinecittà Holding come consulente del cda e del presidente. Ho insegnato anche legislazione dei beni culturali all’università della Calabria».
Che tipo di docenza aveva?
«Una docenza a contratto».
Non una cattedra quindi?
«No, un ruolo precario. Come tanti altri lavori nella mia vita. Ho una grande esperienza di precariato. Mi ha dato molti stimoli. All’inizio della mia carriera ho lavorato anche gratis. E adesso voglio occuparmi subito dei precari della Rai: persone che sono l’ossatura dell’azienda, ma portano avanti il loro lavoro con contratti rinnovati di anno in anno».
Lei ha lavorato anche nella Red tv, quella del Pd, quella di Massimo D’Alema?
«Oh sì, ho fatto un programma delizioso: s’intitolava Stendhal ».
Ma le è mai capitato di avere tra le mani un bilancio, dei conti di un’azienda?
«Si, da quando lavoro con il senatore Andrea Marcucci, dal 2014, ho visto il bilancio dello Stato e della Finanziaria».