Paolo Lepri, Corriere della Sera 6/8/2015, 6 agosto 2015
MERKELARE – E’
la donna più potente del mondo. Lo sapevamo già. Ma la cancelliera tedesca è entrata così tanto nell’immaginario collettivo dei suoi cittadini, e nella loro vita di tutti i giorni, da diventare addirittura una parola. Il verbo merkeln (merkelare) è il primo in classifica nel referendum indetto dalla casa editrice Langenscheidt (quella dei dizionari) per assegnare il titolo di «neologismo del 2015». Sono i giovani che si servono di questo termine per indicare qualcuno che rinvia le scelte, tergiversa, rimanda. Ma come si concilia questa idea, apparentemente negativa, di una carenza di decisionismo nella leadership merkeliana con l’indiscussa popolarità dell’ex pupilla di Helmut Kohl? Si concilia benissimo, perché i tedeschi sono rassicurati dal suo stile. Lei smussa gli angoli, lascia parlare gli altri, aspetta. Tranquillizza tutti e cerca una soluzione. Alla fine la trova. Certo, in molte occasioni questa soluzione sarebbe potuta arrivare prima. Vedi alla voce Grecia. Ma nessuno è perfetto. Nemmeno lei.