Raffaele Porrisini, ItaliaOggi 6/8/2015, 6 agosto 2015
COCORICÒ, IL RITORNO DI CRESPI
La sua ultima esperienza professionale non è stata delle più fortunate. Da spin doctor di Stefano Caldoro, non è riuscito nell’impresa di salvargli la poltrona di presidente della Regione Campania, e così a Palazzo Santa Lucia di Napoli è andato a sedersi Vincenzo De Luca portando con sé mezzo Pd di Salerno.
Luigi Crespi però non si è dato per vinto e con una scoppiettante intervista a Dagospia ha distribuito le colpe della sconfitta, da Rosy Bindi fino ai pochi soldi investiti dal centrodestra in campagna elettorale. Qualche tempo prima però le cose a questo guru della comunicazione politica italiana erano andate meglio: la campagna elettorale messa in piedi per Raffaele Fitto in vista delle europee del maggio 2014 aveva fruttato all’ex governatore pugliese quasi 300mila preferenze, tanto che adesso Crespi continua a collaborare con il leader del neo partito Conservatori e Riformisti. Ma nella sua orbita, e nell’orbita del suo gruppo Datamedia dal quale ha ufficialmente dato le dimissioni nel febbraio scorso, sono passati anche altri politici di primo piano. Peraltro di entrambi gli schieramenti. Due esempi: Mara Carfagna di Forza Italia e il sottosegretario agli Esteri Sandro Gozi del Pd.
Crespi però è tornato in questi giorni alla ribalta per un altro motivo. Anzi per due. Partiamo dal primo, il più evidente e sotto gli occhi di tutti. Da ex sondaggista di Silvio Berlusconi e inventore del contratto con gli italiani – qualifiche affibbiategli da ormai vent’anni e che, suo malgrado, non riesce più a togliersi di dosso – ora si è dato alla gestione della comunicazione delle discoteche.
O meglio, della discoteca ormai più famosa d’Italia e in questo momento nell’occhio del ciclone, il Cocoricò di Riccione, dove parte delle quote sono in mano al direttore generale fresco di dimissioni Fabrizio De Meis.
È stato proprio Crespi qualche giorno fa a organizzare la conferenza stampa all’hotel Griffe di via Nazionale a Roma, da dove i vertici del Cocoricò hanno annunciato il ricorso al Tar contro la decisione del questore di Rimini, Maurizio Improta, di chiudere il locale per 4 mesi a seguito della morte per ecstasy del 16enne di Città di Castello, Lamberto Lucaccioni. Così una vicenda consumatasi a qualche centinaio di chilometri di distanza nella Riviera romagnola, che pure era assurta agli onori delle cronache nazionali per il tragico evento, è divenuta una delle notizie più importanti rilanciate e dibattute su tutti i grandi media. E questo grazie anche alla sapiente regia di Crespi, già coinvolto nella comunicazione del Cocoricò dato che De Meis aveva portato già da qualche anno il gruppo Datamedia fino a Riccione. Il patron della discoteca ora rilascia interviste sui giornaloni, viene invitato in tv nelle trasmissioni che contano e potrebbe pure incontrare il ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha annunciato sul Corriere della Sera un giro di vite sulle discoteche.
La campagna mediatica studiata da Crespi per De Meis non si limita però all’intervento nella situazione di emergenza. Già un anno fa, infatti, il gestore aveva presentato alla Camera un disegno di legge per introdurre il Daspo nei locali da ballo, un provvedimento pensato per tenere alla larga pregiudicati e personaggi giudicati pericolosi. Tra i firmatari, il capogruppo di Fi Renato Brunetta e il deputato pugliese (un tempo fittiano) Francesco Paolo Sisto. Quest’ultimo è pure uno degli avvocati di Crespi nel processo per bancarotta della sua società Hdc che gli è valso una condanna a quasi 7 anni, sentenza però annullata nel giugno scorso dalla Cassazione dato che, come hanno detto i giudici, è cambiata la legge sul falso in bilancio. E questo è il secondo motivo per cui Crespi è di recente balzato agli onori delle cronache.
Raffaele Porrisini, ItaliaOggi 6/8/2015