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 2015  agosto 06 Giovedì calendario

GHIZZONI: NIENTE AUMENTI IN VISTA

[Intervista] –
Conti migliori delle previsioni e un nuovo assetto manageriale per Unicredit. La sorpresa più grande arriva dai coefficienti patrimoniali, tutti rafforzati, a conferma della solidità del gruppo bancario, in controtendenza rispetto alle indiscrezioni riportate nei giorni scorsi dal Financial Times, che adombravano la necessità di un nuovo aumento di capitale per il colosso di piazza Gae Aulenti. «Non lo abbiamo mai annunciato», chiarisce subito l’amministratore delegato Federico Ghizzoni in questa intervista a Class Cnbc, «non è necessario».
Quanto alla performance del titolo Unicredit a Piazza Affari, che negli ultimi 12 mesi ha guadagnato solo il 2,2%, il banchiere di limita a far notare che «come banca internazionale siamo molto esposti alla volatilità».
Domanda. Il secondo trimestre per Unicredit si è chiuso con un utile netto di 522 milioni di euro, il 29% in più rispetto a un anno prima e meglio delle attese, mentre il risultato semestrale ha superato quota 1 miliardo. Che cosa c’è dietro questi risultati?
Risposta. Dietro i numeri c’è uno sforzo commerciale molto importante. Le nuove erogazioni di credito in Italia anno su anno sono aumentate del 45% e per il nostro gruppo del 40%. Abbiamo in questo modo compensato l’andamento dei tassi vicini allo zero, che impatta negativamente sui conti economici delle banche.
Buono anche l’andamento delle commissioni, che stanno beneficiando della ripresa economica europea e italiana in particolare. Siamo contenti di questi risultati, che riteniamo solidi e sostenibili nei prossimi mesi.
D. Il patrimonio si è rafforzato e il core tier 1 è al 10,92%. Ciò significa che Unicredit non ha bisogno di un nuovo aumento di capitale?
R. Quando siamo partiti con il piano industriale eravamo al 9,4% e adesso abbiamo raggiunto il 10,9%. Direi quindi che non sono necessari aumenti di capitale. Non ne abbiamo neanche mai annunciati. Abbiamo sempre lavorato internamente per aumentare il capitale organicamente. È quello che abbiamo fatto in questo trimestre ed è quello che continueremo a fare nel prossimo futuro.
D. Con che animo affronterete i prossimi stress test della Bce?
R. Se guardiamo al nostro bilancio, negli ultimi mesi si è rafforzato e dal punto di vista del rischio è ulteriormente migliorato. Aspettiamo con molta fiducia l’operato della Bce, che riguarda tutte le banche. I rapporti con Francoforte sono veramente buoni, molto aperti e costanti. Dunque non ho timori di alcun tipo.
D. Che azioni metterete in campo per rilanciare la redditività? Qual è la sua strategia?
R. Entro la fine dell’anno annunceremo alcune azioni di taglio dei costi. Non è soltanto un tema di miglioramento della banca ma è soprattutto un voler prendere atto delle nuove tecnologie, come ad esempio il digitale, che comporteranno una profonda ristrutturazione di tutte le banche, non solo di Unicredit. Abbiamo anche nuove idee di business che potrebbero consentire di aumentare la redditività in aree diverse della banca. Stiamo insomma lavorando a 360 gradi. L’attenzione ai costi è molto importante perché in un mercato che cresce con margini ridotti è importante diventare sempre più efficienti. Ci stiamo lavorando, non posso anticipare nulla, prima di fine anno parleremo direttamente al mercato.
D. Unicredit ha anche varato una riorganizzazione interna con le dimissioni di Nicastro. Quale sarà la nuova struttura di Unicredit?
R. Ringrazio di cuore Roberto Nicastro. Uscito lui, l’organizzazione diverrà più semplice e snella, perché la figura del direttore generale non verrà rimpiazzata. Il processo decisionale sarà quindi più rapido; è indispensabile, è un passo in più che ci consentirà di accelerare verso il raggiungimento dei nostri obbiettivi.
D. I soci di Unicredit, secondo quanto riportato dal Financial Times, si aspettavano un andamento diverso del titolo, che negli ultimi 12 mesi ha guadagnato il 2,2% a fronte, per esempio, del +51% messo a segno da Intesa Sanpaolo.
R. Posso dire che abbiamo il sostegno dei soci e che la borsa oggi (ieri per chi legge, ndr) ha reagito molto positivamente ai risultati. Va piuttosto sottolineato che una banca internazionale, come è Unicredit, è presente in più mercati ed è quindi soggetta a maggior volatilità.
D. Unicredit è interessata a un merger? Magari con Mps o Bpm?
R. Sulle banche ne sento e ne leggo tante. Non ho da fare alcun commento in proposito, tranne che ripetere che noi siamo concentrati sulla crescita organica.
D. È soddisfatto dei conti e del patto di sindacato di Mediobanca, vostra partecipata?
R. Sono soddisfatto dei conti e anche, ovviamente, del dividendo. Per quanto riguarda il patto di sindacato, mi sembra di avere capito che non ci sono particolari problemi. Credo quindi che si andrà verso un rinnovo senza scossoni di alcun tipo.
D. Che cosa si sente di dire in merito al nuovo assetto di Unicredit. Come cambierà la banca?
R. Unicredit non ha bisogno di cambiare perché ha una base estremamente solida e ha liquidità. La banca si sta riorganizzando non perché ci sono dei problemi ma perché ci sono sfide da cogliere che rappresentano un potenziale di crescita. Quindi credo che un investitore faccia bene a puntare su Unicredit. Per quanto riguarda i nostri clienti, contiamo di servirli sempre meglio.
Jole Saggese Class Cnbc, MilanoFinanza 6/8/2015