Fausto Biloslavo, Panorama 6/8/2015, 6 agosto 2015
LA LEGGE DEL MARE CHE GIUDICHERÀ I MARÒ
L’ultima battaglia sul caso marò, fra Italia e India, inizia il 10 e 11 agosto al Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo. L’Italia si è appellata all’organo dell’Onu per un arbitrato che risolva l’odissea di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati dal febbraio 2015 di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati, tuttora senza processo. L’Italia chiede tre cose: che la giurisdizione indiana sia sospesa in attesa dell’arbitrato; che Girone, in libertà vigilata all’ambasciata di Delhi, rientri in patria; e che Latorre possa rimanere a Taranto, dove si trova grazie a un permesso sanitario. Il procuratore generale aggiunto P. S. Narsimha, che rappresenterà Delhi ad Amburgo, annuncia battaglia: «Solo l’India ha la giurisdizione per processare i marò». New Delhi ha scelto come arbitro P. Chandrasekhara Rao, che fa già parte della corte di Amburgo. Poiché l’Italia non ha un rappresentante presso questo tribunale, Roma ha nominato come giudice ad hoc Francesco Francioni, che sarà pure il nostro arbitro. L’8 agosto l’esperto internazionalista in pensione (un po’ meno di diritto marittimo), giurerà ad Amburgo. L’«agente» in aula per Roma sarà l’ambasciatore a L’Aja, Francesco Azzarello. Il 10 agosto il dibattimento dovrebbe essere sostenuto dall’esperto inglese, sir Daniel Behtlehem, incaricato dall’Italia di studiare l’arbitrato. È affiancato dall’avvocato Paolo Busco e da esperti come l’internazionalista Mauro Politi, Attila Tanzi dell’università di Bologna e Ida Caracciolo che insegna diritto del mare a Napoli.
Finora le spese legali per il caso si aggirano sui 6-7 milioni di dollari. I primi cinque sono finiti nelle tasche degli avvocati indiani. Difficilmente Girone tornerà subito a casa, ma il Tribunale d’Amburgo potrebbe decidere entro fine estate che sia spostato dall’India in uno Stato terzo, come il Belgio che ospita il quartier generale Ue. La vera partita, che durerà almeno due anni, si giocherà fra tre mesi quando il tribunale arbitrale sarà composto. «I membri saranno cinque» dice Angela Del Vecchio, della Luiss di Roma. «Due sono già stati scelti dall’Italia e dall’India. Gli altri tre, al di fuori dei Paesi coinvolti, vanno indicati dalle parti. Uno di loro sarà il presidente. E questa assise deciderà sul caso marò».
(Fausto Biloslavo)