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 2015  agosto 03 Lunedì calendario

TAMBERI RECORD, L’ITALIA VOLA DAVVERO ALTO

L’asticella italiana va sempre più su. Era da anni che in un lasso di tempo così breve non si registravano tanti record nazionali nel salto in alto e tutto ciò è musica per le orecchie dei tifosi azzurri in vista degli imminenti Mondiali di Pechino (22-30 agosto). Il merito è dei due giovani arrembanti che in Cina promettono sfracelli: Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti. Dopo che quest’ultimo ad inizio giugno ad Oslo si era spinto a 2,33 per eguagliare la misura raggiunta all’aperto da Marcello Benvenuti nel lontano 1989, il ventitreenne marchigiano aveva risposto il mese scorso superando il tandem di un centimetro, con il 2,34 ottenuto a Colonia. Poi, agli Assoluti di una settimana fa a Torino, era mancato il confronto diretto per un infortunio di Tamberi e così Fassinotti si era preso la scena davanti al suo pubblico. Ieri però, ecco un altro balzo del portacolori delle Fiamme Gialle nel meeting di Eberstadt. In Germania, Tamberi si è superato, volando oltre i 2,35 al terzo tentativo e poi centrando al primo quello che ora è il nuovo limite italiano, ovvero 2,37. E pazienza se il successo se l’è preso con la stessa misura il canadese Derek Drouin, bronzo all’Olimpiade di Londra 2012, in virtù del miglior cammino nei salti precedenti. Ciò che conta, è che il ragazzo che si presenta in gara con la bizzarra rasatura a metà abbia scalato posizioni nella graduatoria internazionale del 2015. Basti pensare che si è issato al terzo posto, alle spalle soltanto del fuoriclasse qatariota Barshim (2,41) e del talento cinese Zhang Guowei (2,38).
Figlio d’arte
«È tutto troppo bello, una misura del genere è qualcosa di straordinario, ma dentro di me quest’anno più di una volta avevo sentito di poterla valere – ha dichiarato un euforico Tamberi -. Ora mi concedo un paio di giorni di relax e poi giù a testa bassa fino a Pechino». Già perché, così come il connazionale Fassinotti, il ragazzotto di Civitanova Marche ha tutte le carte in regola per inserirsi nella apertissima corsa alle medaglie della prossima rassegna mondiale. D’altronde, nel suo sangue scorre sangue da saltatore con nonno Bruno capace di saltare 1,86 nel 1939, mentre papà Marco, oltre a seguirlo e consigliarlo ora da bordo pedana, fu primatista italiano indoor negli anni Ottanta dello scorso secolo.
Eccentrico in pedana
Anche il terzo esponente della gloriosa dinastia Tamberi non ha paura di osare. Nel 2012, pochi istanti dopo aver centrato il minimo per partecipare alla sua prima Olimpiade a Londra ad appena vent’anni, chiese ai giudici di spostare l’asticella 2,46, un centimetro in più rispetto al primato mondiale tutt’ora detenuto dal cubano Javier Sotomayor. Allora fu soltanto una ragazzata che si concluse con una goffa capriola sui materassi, ora però quel limite non sembra più così irraggiungibile. «Sapevo che questa era l’ultima gara per presentarmi ai Mondiali con un bel biglietto da visita. E, come agli Assoluti di Bressanone nel 2012, mi sono detto che non avevo scelta – racconta -. Tre anni fa avevo davanti il sogno dell’Olimpiade, un’esperienza in cui sono stato quasi catapultato dentro dal nulla. Adesso è diverso, c’è Pechino all’orizzonte, dove scenderò in pedana con addosso un’altra consapevolezza». Con l’eccentrico Tamberi e il riservato Fassinotti, l’Italia può sognare in grande nell’alto mondiale.