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 2015  agosto 01 Sabato calendario

ABORTO, ZUCKERBERG ROMPE IL TABÙ

NEW YORK.
Il papà di Facebook diventerà presto anche il papà di una bambina. Com’era inevitabile, Mark Zuckerberg ha dato ieri la «bella notizia» con un post sul suo social network, che ormai ha raggiunto un miliardo e mezzo di utenti in tutto il mondo. «Si apre un nuovo capitolo nella nostra vita », ha scritto con orgoglio.
Ma ha approfittato dell’annuncio per condividere anche una dolorosa esperienza che ha attraversato assieme alla moglie Priscilla Chan, nella speranza di aiutare altre donne e altre coppie a non sentirsi isolate e superare il trauma degli aborti spontanei. «Per un paio di anni — ha raccontato Zuckerberg — abbiamo cercato di avere un bambino, ma per tre volte lo abbiamo perso». Secondo la Apa (American pregnancy association), tra il 10 e il 25 per cento delle gravidanze negli Stati Uniti finiscono in un aborto involontario, per ragioni per lo più indecifrabili. È dunque una realtà molto diffusa, anche se c’è una tendenza a non parlare di questi episodi, forse per un senso di vergogna o per resistenze emotive. Di qui l’importanza dell’“outing” di Zuckerberg: che, secondo molti psicologi intervistati dalle televisioni americane, potrebbe avviare un cambiamenti dei costumi e portare a una maggiore trasparenza, a tutto vantaggio delle donne che non hanno bisogno di non sentirsi isolate in momenti così difficili.
Zuckerberg, che ha solo 31 anni e un patrimonio di 35 miliardi di dollari, ha conosciuto Priscilla, che ha un anno meno di lui, quando studiavano entrambi ad Harvard. Travolto dal successo di Facebook, lui non si è mai laureato. Lei invece ha concluso gli studi e lavora ora come pediatra al campus di San Francisco dell’Università della California. Si sono sposati nel 2012. «Già eravamo molto fortunati — ha scritto ieri su Facebook — per essere riusciti a influire sulla vita di tanta gente in giro per il mondo: Cilla (soprannome di Priscilla Chan, ndr) come medico e insegnante, io attraverso la nostra comunità e attraverso opere filantropiche. Adesso cercheremo di migliorare il mondo per nostra figlia e per le nuove generazioni». Poi il fondatore e chief executive di Facebook ha affrontato il tema degli aborti spontanei, ricordando l’eccitazione iniziale di ogni gravidanza. «Si comincia a immaginare chi sarà il bebè, a sognare il suo futuro, a fare programmi: ma d’un tratto tutto finisce. Ed è una esperienza solitaria. Molti non ne parlano con nessuno, perché forse temono che gli altri possano allontanarsi o giudicarli male, pensando a un difetto congenito o a responsabilità dirette».
E proprio per questo, dice la Apa, l’associazione americana per le gravidanze che ha approfittato del caso Zuckerberg per mandare un messaggio a tutte le potenziali mamme, «le donne che attraversano questa esperienza restano senza risposte sugli aspetti fisici e psicologi, oltre che sulla possibilità di rimanere di nuovo incinta».
Priscilla Chan ci è riuscita. E ieri Zuckerberg ha anche scherzato sull’impressione della prima ecografia della baby-girl: «Mi sembrava che mettesse il pollice all’insù e volesse dire ‘mi piace’: quindi deve proprio assomigliarmi».
Arturo Zampaglione, la Repubblica 1/8/2015