www.cinquantamila.it/fiordafiore 30/7/2015, 30 luglio 2015
Un incendio blocca l’aeroporto di Fiumicino • Il Mullah Omar è morto nel 2013 • Il Senato dice no agli arresi domiciliari di Antonio Azzollini • È morta la moglie di Andreotti • Divi di Hollywood contro la depenalizzazione della prostituzione • Jane Birkin contro le borsa di Hermès che porta il suo nome • Mourinho contro la moglie di Benitez Fiumicino Ieri è divampato un incendio nella pineta accanto all’aeroporto di Fiumicino
Un incendio blocca l’aeroporto di Fiumicino • Il Mullah Omar è morto nel 2013 • Il Senato dice no agli arresi domiciliari di Antonio Azzollini • È morta la moglie di Andreotti • Divi di Hollywood contro la depenalizzazione della prostituzione • Jane Birkin contro le borsa di Hermès che porta il suo nome • Mourinho contro la moglie di Benitez Fiumicino Ieri è divampato un incendio nella pineta accanto all’aeroporto di Fiumicino. Le fiamme si sono viste intorno alle 13 a pochi metri dalle recinzioni dell’aeroporto internazionale. Molteplici i focolai avvistati dai primi soccorritori, che in poco tempo hanno creato un unico fronte di fuoco ampio un chilometro. Il primo rogo ha coinvolto una zona di sterpaglie che confina con lo scalo, poi l’incendio si è esteso in pochi minuti alla pineta. Il fuoco è arrivato a lambire le abitazioni e un impianto di benzina: solo l’intervento dei vigili del fuoco ha evitato il peggio. Sul campo sono state impegnate per ore le squadre dei pompieri, dieci associazioni di volontariato, elicotteri della Regione Lazio e del Corpo Forestale insieme ai Canadair. A complicare le operazioni di spegnimento sono state le forti raffiche di vento che hanno spinto una densa nube di fumo verso le piste. L’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac) è stato costretto a limitare l’operatività dello scalo. Chiusa dalle 14.20 alle 15.45 la pista 2, così che tutti i voli in partenza sono rimasti a terra, e inutilizzabile anche la pista 1, perché riservata ai voli di soccorso. Solo la pista 3, dedicata agli atterraggi, è sempre stata aperta. Migliaia di passeggeri sono rimasti bloccati in aeroporto, molti quelli intrappolati sui voli fermi in pista, lunghe le code ai check-in, pesanti i ritardi sui collegamenti anche dopo la riapertura dello scalo. L’operatività è tornata alla normalità soltanto dopo ore, anche perché in serata c’è stato un altro rogo. I focolai multipli fanno pensare a un’origine dolosa. Mullah Omar Dai servizi segreti afghani si è saputo che nell’aprile del 2013, in un ospedale del Pakistan, è morto a 53 anni il mullah Omar, spolto poi in segreto nella provincia afghana di Zabul. Il portavoce della Casa Bianca, Eric Schultz, ha detto che gli Stati Uniti ritengono «credibili» le indicazioni sulla morte dell’uomo sul quale avevano piazzatto una taglia da 10 milioni di dollari. Risale a due settimane fa l’ultimo messaggio (scritto) a lui attribuito, nel quale (via Internet) si benediceva il negoziato per porre fine a quattordici anni di guerra. Mohamed Mujahed Omar era nato nel 1960, nella località di Khakrez, area di Kandahar. Apparteneva al clan Tomzi della tribù Hotak. Dopo lunghi studi coranici, partecipò alla lotta contro il regime di Kabul, protetto da Mosca, quindi contro i russi. Una recente biografia rivela come che era temuto per l’uso dei razzi anti-carro Rpg. Dopo, diventò la guida degli studenti-guerrieri, col beneplacito di sauditi e Usa. Conquistarono Kabul e strinsero il patto con Osama. Senato Con voto segreto e contraddicendo l’indicazione della Giunta per le immunità, l’Aula del Senato ha detto «no» agli arresti domiciliari per Antonio Azzollini (Ncd). Sono stati 189 i no, 96 i sì, 17 gli astenuti, più voti di quelli sui cui conta al Senato il governo Renzi (l’ultima fiducia è arrivata con 163 sì). Il 60% dei senatori Pd si è espresso contro l’arresto del collega Azzollini. Prima del voto, l’ufficio di presidenza del gruppo Pd, composto dalle varie anime del partito, ha deciso «collegialmente», raccontano, di inviare una email con allegate le due relazioni l’una a favore, l’altra contraria all’arresto, lasciando liberi i senatori di formarsi il proprio «libero convincimento». Un cambio di strategia rispetto alle dichiarazioni iniziali e all’indirizzo espresso in Giunta, dove il gruppo ha appoggiato la relazione del presidente Dario Stefano (Sel) che sollecitava il sì all’arresto. Pesanti le polemiche sia in Aula che fuori da parte dell’M5s. «La legge non è uguale per tutti. Azzollini salvato dal Pd», ha twittato Beppe Grillo. E per il segretario della Lega, Matteo Salvini il Pd ha voluto «salvare le poltrone, che pena». Colonnella È morta Livia Danese, per più di sessant’anni moglie di Giulio Andreotti. Nata nel 1921 a Roma, era malata da tempo e viveva nell’appartamento di famiglia in corso Vittorio Emanuele. In famiglia era soprannominata “Colonnella”. Il figlio Stefano e la figlia Serena raccontavano che la mamma li educava «con una rigidità da Gestapo». Ricordavano sempre il triste rito del taglio dei capelli quando venivano messi in fila e affidati a un barbiere che la madre convocava ogni due o tre mesi. «Più che tagliarci i capelli ci tosava tutti e quattro, i due maschi e le due femmine. Capelli a spazzola per tutti». Livia Andreotti aveva anche il vezzo di cucire a macchina. «Il risultato era che i nostri grembiuli scolastici li faceva lei. Ma invece di farli con i bottoni davanti, li metteva dietro. A volte ci confezionava pure i vestiti. Terribili». Negli anni Settanta, però, spaventata dalle minacce del Br al marito, era caduta in una brutta depressione. Una volta raccontò di essere rimasta affascinata dallo «sguardo penetrante di Giulio» e che lui le faceva «la corte con una tale discrezione che non me ne ero accorta». La proposta di matrimonio durante la Seconda guerra mondiale: una volta i genitori la mandarono al camposanto per vedere se la tomba di famiglia era stata danneggiata dai bombardamenti. Andreotti la accompagnò. «E mentre tornavamo mi fece un lungo discorso dal quale emerse una novità: mi chiedeva di sposarlo. Non pretendeva una risposta immediata, mi disse che potevo pensarci anche a lungo. Io, invece, gli risposi di impulso di sì». Come regalo di fidanzamento, Andreotti le regalò un anellino con brillante e rubino, e una forma di pane casareccio (ricevuta da un amico cardinale). I funerali si terranno domani alle 9 nella basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma (Franco, Cds). Prostituzione Amnesty International vuole proporre la depenalizzazione della prostituzione: «Qualsiasi incontro sessuale tra adulti consenzienti, ottenuto senza violenza, coercizione minacce e manipolazione, dovrebbe essere escluso dal controllo dello Stato. Criminalizzare il commercio sessuale è servito soltanto a incrementare molestie e violenza nei confronti dei lavoratori del sesso, compresi gli abusi commessi per mano della polizia». Quattrocento attivisti di organizzazioni per i diritti delle donne, invece, sono contrari e hanno firmato un appello. Tra loro ci sono Meryl Streep, Angela Bassett, Emily Blunt, Jonathan Demme, Lena Dunham, Anne Hathaway, Sarah Jones, Kevin Kline, Lisa Kudrow, Kyra Sedgwick, Emma Thompson, Kate Winslet. Scrivono i quattrocento firmatari che in Germania, Olanda, Austria, Svizzera, Ungheria, Lettonia, dove si è tentato un esperimento di legalizzazione, lo sfruttamento non è diminuito. Nei bordelli lavorano ancora ragazze povere e disperate, senza documenti e senza possibilità di scelta. Inoltre, moralmente, la relazione tra prostituta e cliente, include una tacita sopraffazione. La loro proposta è quella di equiparare il commercio sessuale a una violenza e quindi è reato sanzionabile quello del cliente (Stancanelli, Rep). Borse Jane Birkin ha chiesto a Hermès di togliere il suo nome dalla Birkin crocodile, la borsa che lo porta dal 1984. Scrive la cantante: «Avvertita delle pratiche crudeli inflitte ai coccodrilli durante la loro uccisone per la produzione della Birkin Croco, ho chiesto di togliere il mio nome, almeno fino a quando non verranno adottate pratiche migliori, in linea con le norme internazionali». La borsa fu disegnata dopo un incontro in aereo tra il presidente della maison e l’attrice-cantante: lei aveva una sacca di vimini che si rovesciò, quello le disse che avrebbe fatto per lei una borsa. Una Birkin crocodile costa 33mila euro (Veneziani, Cds). Dieta La moglie di Rafa Benitez aveva detto: «Perché chiamano sempre mio marito al posto di Mourinho? Forse per aggiustare i casini che combina». Risposta di Mourinho: «Benitez ha preso il posto di Di Matteo al Chelsea e di Ancelotti al Real, non il mio, quando è venuto dopo di me in sei mesi ha distrutto l’Inter. La signora pensi piuttosto a far dimagrire il marito».