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 2015  luglio 29 Mercoledì calendario

CIAK SI GUIDA

Via Appia, scalo di Ciampino, zona industriale: in uno spazio che sembra un’autodemolizione, pieno zeppo com’è di mezzi a motore, ha sede una delle più grandi società di noleggio veicoli per il cinema, la Fratelli Conti. Auto di rara importanza e 55 anni di attività; a ripercorrerli è Gianfranco Conti, figlio di uno dei fondatori: «Qui all’esterno abbiamo diversi mezzi ancora utili per certe tipologie di film e non mancano quelli funzionanti, specie i veicoli militari». Passando tra vetture, camion e furgoni, si scorge un Fiat 15 Ter del 1913, ormai ridotto a poco più di uno scheletro: «È uno dei venti autocarri della Grande Guerra, ricostruiti nel 1957 da mio padre e mio zio per il film “Addio alle Armi”, con Rock Hudson e Jennifer Jones». Nel 1960, dopo questa prima esperienza, Mario ed Edoardo Conti, meccanici di professione, fondarono una società di noleggio automezzi per il mondo dello spettacolo. Diverse importanti testimonianze della loro attività sono ancora qui: tra auto americane degli anni 60 e alcune utilitarie Fiat, c’è il pullman degli anni 30 utilizzato nel film di Troisi “Le vie del Signore sono finite” (1987), ormai ridotto a relitto; poco distante, ecco il Fiat degli anni 40 da cui scese Sofia Loren nel rifacimento del film “La ciociara”, di Dino Risi (1988). Fra i numerosi taxi, poi, ne spicca uno giallo, ancora in buone condizioni: è la Fiat Ritmo de “Il tassinaro” Alberto Sordi, pellicola del 1983.

LA BALILLA DI BENIGNI

Ben allineate ci sono alcune Giulia in grigioverde, le Pantere della polizia protagoniste dei film d’azione degli anni 70, e alcuni autocarri della Seconda guerra mondiale, sia tedeschi sia americani: «Dal mondo del cinema arrivano richieste per veicoli restaurati, conservati o incidentati, come quella carcassa», dice Conti indicando una Giulia GT. In fondo al grande capannone sono conservati i veicoli più efficienti e delicati, come le Lancia Aurelia, Flaminia e Flavia, le Alfa 6C 2500, 1900 e Giulia, assieme a tante Fiat anteguerra, Topolino e 600. «Questa è la 508 Balilla Torpedo del 1933», spiega Conti, «protagonista nel film premio Oscar “La vita è bella”, di Roberto Benigni; l’altra è una Fiat Tipo 2 impiegata nell’ultima pellicola di Vittorio De Sica, “Il viaggio” (1974), con Richard Burton e Sofia Loren. Ne costruimmo una copia perfetta che andò poi distrutta in scena». C’è anche una mastodontica Fiat 2800 Torpedo del 1939, prodotta in soli cinque esemplari e appartenuta alla Casa Reale: «Oltre che per i film storici, la preparammo per alcune esilaranti scene della serie Fantozzi».
Un parco veicoli come quello necessita d’interventi costanti e competenti. Per questo a Ciampino lavorano a tempo pieno due tecnici, sia per gli adattamenti richiesti dalle produzioni sia per i restauri e la manutenzione. Naturalmente, non furono loro ad allestire le prime camera car italiane, quando su questo piazzale si procedette a trasformare alcune Packard degli anni 40, acquistate dallo Stato Vaticano, in pianali adatti al fissaggio delle gigantesche macchine da presa del tempo.
Nella flotta, oggi tenuta sempre in ordine, non mancano Triumph, Jaguar e Mercedes; numerose sono le biciclette, gli scooter e le moto d’epoca. «In tutto, abbiamo oltre 200 auto e 60 moto. Tra quelle straniere, le più rappresentate sono le americane: modelli dagli anni 20 agli 80, un po’ di tutte le tipologie», spiega Gianfranco Conti. Con il cugino Stefano, è il degno successore dei fondatori: «L’azienda è passata nelle nostre mani senza un preciso perché; i nostri genitori ci hanno fatto studiare. Stefano è ingegnere, mentre io, dopo qualche esame, ho lasciato l’università, dedicandomi a questa attività. Non è stata una vera decisione: è solo andata così».
Secondo Conti, il futuro non si prospetta roseo: il lavoro è in calo, anche perché le produzioni affittano sempre più spesso le vetture dai privati, anche gratuitamente. «Non ho eredi e mio cugino ha due figlie, che giustamente non intendono sporcarsi le mani di grasso... Che fine farà, tra qualche lustro, questo patrimonio? Il nostro parco auto in futuro potrebbe essere smembrato, a meno che non si voglia realizzare un piccolo museo, magari patrocinato dal Comune di Roma e collocato all’interno di Cinecittà. Ci speriamo.».