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 2015  luglio 29 Mercoledì calendario

ANNALISA MINETTI: «DALL’ATLETICA ALLA BICI, ORA CANTO AL MONDIALE» – 

«Il mio sogno è fare anche canottaggio. Mi piacciono tutti gli sport, sono un’atleta a prescindere. Il mio mito? Francesca Porcellato». Sta cominciando la sua nuova avventura, il ciclismo, che si augura sia il suo biglietto per la Paralimpiade di Rio 2016, che già pensa a tutte le altre cose che può e vuole fare e a chi ispirarsi. Niente di sorprendente se si parla di Annalisa Minetti, che partecipa al Mondiale di paraciclismo di Nottwil, in Svizzera, da oggi a domenica.
Dalla partecipazione a Miss Italia nel 1997, alla vittoria del Festival di Sanremo nel 1998, al bronzo a Londra 2012 nei 1500, all’oro mondiale di Lione nel 2013 negli 800, al recente cambio di maglia nella Fiamme Oro. Il profilo Facebook della 38enne milanese ha in evidenza le date della sua tournée come cantante, e in mezzo un avviso: 25/7 San Giacomo D’Acri (Cs); pausa tour per Mondiali ciclismo; 5/8 Campana (Cs), e via dicendo. Insomma giusto il tempo di salire su un tandem, la specialità per persone non vedenti, insieme alla sua compagna d’avventura, la poliziotta della volanti della Questura di Prato e granfondista Claudia Gentili, e disputare due gare con in palio l’oro mondiale: domani la crono (31 km) e sabato la corsa in linea (77,5 km). L’Italia del c.t. Mario Valentini riparte dalle 12 medaglie, di cui 5 ori, portate a casa lo scorso anno negli Stati Uniti a Greenville, terza nel medagliere, e dal ritiro di due settimane a Rovere, in Abruzzo, dal 9 al 22 luglio a 1.400 metri di altezza. E da atleti come Alex Zanardi, Vittorio Podestà, Ivano e Luca Pizzi, Francesca Porcellato.
Minetti, perché il ciclismo?
«Durante l’ultimo anno ho avuto un infortunio. E ho continuato ad allenarmi. Non riesco a stare sugli avampiedi. Ho dovuto fare una scelta».
Come è maturata?
«Mario Valentini mi ha fatto fare un test. Da fermo ho avuto un picco di 880 watt».
Ma dagli 800 metri al tandem è un bel salto?
«Ho ricominciato tutto da capo da un mese. I muscoli coinvolti sono antagonisti di quello che usavo in atletica».
Come si trova con Claudia che la guida e spinge con lei sui pedali?
«Ci conosciamo da tre settimane. Il feeling è stato quasi immediato. Nelle curve e in discesa mi abbandono, non ho paura. Nei fuori sella e in salita Claudia sente il mio peso».
Anche se la sua esperienza è recente, si definisca come ciclista.
«Non sono fatta per la distanza. Penso che in pista potrei fare bene. Specie nel km da fermo e nell’inseguimento».
Proverà?
«Sì, da ottobre a Firenze».
Cosa si aspetta dalla bicicletta?
«Non c’è dubbio che Rio mi vedrà protagonista. Lavorerò per essere una ciclista competente e competitiva».
Sì, ma per il Mondiale?
«Devo avere la consapevolezza di partecipare, perché sono abituata a vincere. Nell’atletica, nell’arco di un anno e mezzo, ero da record (il 4’48"88 del bronzo di Londra della categoria T11, ndr). Entrare qui e non essere calcolata è una sofferenza infinita».
Nel complesso come è andato il ritiro di Rovere?
«Davanti a me, a tavola, avevo il mio mito, Francesca Porcellato (dai 100, alla maratona, allo sci con un palmares ricchissimo, ndr). In futuro vorrei rivestire il suo ruolo, passare da una disciplina all’altra. Poi i fratelli Pizzi (quattro ori mondiali e uno olimpico, ndr) mi dicevano che la gamba sinistra stantuffava un po’, che dovevo essere più rotonda. Sono stati tutti molto carini».
E con i concerti come si è organizzata?
«Avevo l’esigenza di fare il ritiro con la Nazionale. Dovevo imparare. Ho fatto uno stop di tre settimane. Riprendo il 5 in Calabria, poi Sicilia, Puglia, Sardegna. Agosto è pieno».
Continuerà ad allenarsi anche in tournée?
«Andrò in giro con il ciclomulino sul tetto della macchina».
Con la famiglia?
«Sono riuscita a incastrare tutto. Con il mio ex marito (l’ex calciatore Gennaro Esposito, ndr) andiamo molto d’accordo. Genny è entusiasta del ciclismo. Lui fa triathlon»
E lei ha ripassato l’inno di Mameli?
«Lo so a memoria. Ho già un’idea di quando cantarlo».