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 2015  luglio 29 Mercoledì calendario

TANIA CAGNOTTO: «LA GARA DELLA FELICITA’»

Lacrime a catinelle. Tania, ha pianto e fatto piangere le cinesi. «Mi veniva da piangere anche prima, dal nervoso: comunque fosse andata, avrei pianto: ma è andata come volevo».
Un oro mondiale dopo 8 edizioni, a 10 anni dal suo primo podio mondiale.
«Lo speravo, temevo di aver perso l’ultima occasione due anni fa a Barcellona per 10 centesimi di punto».
Ora manca solo la medaglia olimpica...
«Ho sempre messo sullo stesso piano un titolo mondiale con il podio olimpico, se ai Giochi non arriverà amen: non saprei se barattarla. E se non arriverà neanche a Rio vorrà dire che le Olimpiadi non saranno fatte per me. Ma ora sono felice, sono a posto con la carriera, l’ultimo Mondiale con il botto».
La gara più sofferta e dominata della sua vita?
«Ero agitatissima, era uno dei miei sogni nel cassetto. E poi era segno del destino».
Cioè?
«Stanotte l’ha sognata la mia amica Lisa, ed anche io ho sognato di vincere per pochi centesimi. Ma avevo solo paura di pensare di poter vincere. Una le sente, certe cose».
La realtà è più bella?
«Ho fatto tremila allenamenti nella testa, mi sono svegliata proprio stanca».
Ma ha imparato a battere le cinesi..
«Non mi aspettavo che andassero entrambe peggio di me, dopo il doppio e mezzo ho perso qualche anno di vita...».
Iridata a 30 anni: è il trionfo dell’ostinazione?
«Sono felice che sia finita così bene,questo è uno sport tosto, servono pazienza, testa dura, nei tuffi non riesci a scaricarti, ogni gara è una sofferenza micidiale».
Stavolta il successo è pieno: 2 cinesi su 2 battute.
«La He zi sapevo di poterla battere, anche la Wang degli anni scorsi, ma Shi Tingmao è un caterpiller, è una “garista”».
Nonostante le delusione per il 5° posto dal sincro?
«Non siamo riuscite ad allenarci come volevamo, con questa storia dei trampolini cambiati che ci ha stressati. Dovevamo venire prima per provarli. Ma ho voltato subito pagina».
Ora c’è un altro sincro, il misto con Verzotto: pensa alla nona medaglia?
«Abbiamo fiducia, sono curiosa e ora sarà tutto più facile anche dai 3 metri individuale. Voglio godermela, e non voglio passare un altro giorno così».
Sentirsi sul tetto del mondo, che effetto fa a botta calda?
«Emozionante, sarà sicuramente la gara della vita che ricorderò con più piacere: questo titolo nessuna me lo toglierà più».
Se ripensa agli 8 Mondiali?
«Mi sono meritata tutto questo, mi sono fatta il mazzo in questi anni, ho preso batoste, mi sono rialzata, ho lavorato di testa, ho cercato di cambiare modo di allenarmi e non era facile mettere un po’ da parte papà in cerca di stimoli con Oscar Bertone: ma ne avevo bisogno, lui è da 50 anni che allena, è uno dei migliori al mondo, ma serviva cambiare un po’ dopo Londra».
A 30 anni sembra più forte di quando ne aveva 22.
«Ma se mi paragono al 2001 rispetto alle ragazzine di oggi, ero più scarsa, a Fukuoka arrivai sesta con i raggruppati, ora trovi ragazze che portano programmi da uomini. Io le batto perché sono forte di testa e a livello atletico sono cresciuta, tra un litigio e l’altro sono riuscita a creami anche io uno staff».
Come festeggerà?
«Con una bistecchina, ora ho bisogno di mangiare un po’ bene...».
Un oro mai visto in Italia tra le donne nei tuffi.
«E infatti è uno dei giorni più belli della mia vita».