Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 28 Martedì calendario

FASSINOTTI-TAMBERI, IN ALTO INSIEME SENZA AMARCI – 

Con la loro rivalità ad alte quote, stanno infiammando l’estate azzurra: Marco Fassinotti e Gianmarco Tamberi si stimolano a vicenda e regalano all’Italia risultati inattesi. L’alto tricolore, con loro e Alessia Trost punte dell’iceberg, sta stupendo: al punto che pensare in grande verso i Mondiali di Pechino non è vietato: la storica doppietta di venerdì a Londra in Diamond League parla chiaro.
Ci sono state dichiarazioni anche pesanti: cosa pensate l’uno dell’altro?
Fassinotti: «Gianmarco è un collega come un altro, non fa differenza che sia italiano. Per dire, conosco meglio un Kynard di lui: è capitato di gareggiare insieme più spesso».
Tamberi: «Marco mi sprona a dare il massimo. In passato tra noi ci sono state incomprensioni. Ora abbiamo un rapporto normale. Ma perdere contro di lui mi fa star male. A Londra ho fatto quel che ho fatto, ma se a vincere fosse stato un Bondarenko, sarei stato più felice».
In pedana, tra calzamaglie e barbe fatte a metà, non passate inosservati...
F: «Il mio non è un vezzo, spesso è solo un modo per ripararmi dal freddo. Poi è anche un giochino: a Londra, con quel 2.31, ho migliorato il personale a “gambe coperte” di 2 cm».
T: «Mi piace coinvolgere il pubblico, senza tifo non riesco a saltare. Ma i miei sono atteggiamenti spontanei. E la barba su una sola guancia nasce ai tricolori juniores di Bressanone 2011, su idea di mio papà-coach Marco. Passai da 2.14 a 2.25: è diventata una regola».
L’atletica per voi è tutto?
F: «Tutto no, molto sì».
T: «Da qualche anno, quasi».
Per cos’altro c’è spazio?
F: «Vivendo a Birmingham ho una vita un po’ anomala. Non ci starò per sempre: fino all’Olimpiade 2024 se sarà a Roma, se no anche meno. L’Italia e Torino, per molte cose, mi mancano. La mia passione? Il beach volley».
T: «Studio, un po’ a rilento, economia all’università di Ancona. Adoro il basket, cho praticato per 14 anni e amo stare con gli amici».
Siete fidanzati?
F: «Con Vittoria (sorella della mezzofondista azzurra Giulia Viola): a fine stagione andremo in vacanza on the road in California».
T: «Da sei anni con Chiara: suo papà, Piergiorgio Bontempi, è stati un grande motociclista: ha disputato 11 stagioni in Superbike».
Credete nel valore della famiglia?
F: «I miei sono separati, ma un giorno mi sposerò e avrò tanti bimbi. Io son figlio unico, non è stato divertente».
T: «Ho genitori separati da sei anni, ho ottimi rapporti con entrambi. E voglio un bene dell’anima a mio fratello Gianluca, giavellottista: ci supportiamo anche in campo. Da tre mesi però ho lasciato lui e papà ad Offagna e vivo solo ad Ancona, a 50 metri dal campo».
Siete religiosi?
F: «Non sono all’altezza di dire che Dio non esiste, ma credo in qualcosa di più astratto».
T: «Non per tradizione di famiglia, ma fino a qualche anno fa aiutavo al catechismo. Ora mi sono un po’ raffreddato».
Seguite la politica?
F: «Un po’, ma non ho idee specifiche».
T: «No».
Letture? Musica?
F: «Tutto Camilleri, i gialli, Saviano, Brown, Coelho, le poesie di Neruda e Catullo, tutto ciò che riguarda la cultura orientale. E ascolto De Andrè, Zucchero, i Negrita, prima rock punk, ora reggaeton».
T: «Ultimamente leggo di mental coaching e da sempre amo i Led Zeppelin e i Deep Purple».
Chi sono i vostri atleti di riferimento?
F: «Nole Djokovic e Andre Agassi»
T: «Prima Tracy McGrady, ora James Harden»
Qual è il vostro sogno?
F: «Guardarmi indietro senza rimpianti e... un viaggio in moto tra i fiordi norvegesi».T: «Da bambino diventare un giocatore Nba, ora essere protagonista a un’Olimpiade».