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 2015  luglio 26 Domenica calendario

GASPERINI: «GENOA IGNORATO MA BELLO»

Colpo da k.o.? Macché. Gian Piero Gasperini incassa la botta e riparte. La possibilità di giocare in Europa è svanita, ma il suo Genoa resta e il suo sorriso aperto lo racconta nel modo migliore. Enrico Preziosi ha detto: «Se è sereno Gasperini, che è un rompiscatole per natura, siamo messi bene». È vero? «Abbiamo trascorso tanti periodi di mercato insieme e so benissimo come si muove Preziosi. So che tutto quello che serve arriverà. Con lui non avremo mai una squadra incompleta. Io sono nervoso quando mi spostano gli obiettivi. Se mi si viene a dire che dobbiamo subito riconquistare l’Europa, rispondo che sono cazzate».
Qual è l’obiettivo di questo Genoa?
«Quello di sempre: restare in Serie A e giocare con la mentalità della scorsa stagione, altrimenti sarebbero guai. Abbiamo azzerato tutto, compresa la delusione. Sappiamo qual è la nostra dimensione, ripartiamo dalla salvezza poi si vedrà. In Italia tutti sanno quante squadre lotteranno per lo scudetto, ma nessuno sa quante lotteranno per salvarsi, sembrano 3 o 4 mai poi sono sempre di più».
Che squadra si ritrova?
«Cambiamo molti giocatori, ma la situazione è chiara. Sono le esigenze della società. Dobbiamo prenderne atto e fare il massimo, poi magari tra qualche anno chissà... Non è un modo di mettere le mani avanti, è chiarezza. Non intendo sminuire le nostre possibilità. I nuovi sono interessanti, ci stiamo lavorando su».
Four-four-two l’ha inserita nei primi 50 allenatori in Europa, insieme ad Ancelotti, Allegri, Conte e Ventura. Ha ottenuto questo risultato pur non disputando alcuna sfida europea.
«È un riconoscimento importante e segnala il fatto che all’estero ci seguono con curiosità, cosa che accade meno in Italia. Di sicuro ci sono i risultati: negli ultimi tre campionati interi alla guida del Genoa abbiamo conquistato l’Europa due volte. Mi sarebbe piaciuto giocarci, per vedere se a quel livello riusciamo a far bene come in Italia. Io credo di sì».
Il calcio italiano è in ripresa?
«Sono ripresi gli investimenti da parte di alcune grandi, che però non riescono a insidiare la Juventus. Noto idee interessanti in alcune società di seconda fascia, come il Torino. Come noi ha meno soldi e deve aguzzare l’ingegno. Mi godo una soddisfazione: vedere che chi arriva al Genoa disputa la miglior stagione della sua carriera fino a quel momento».
Un calcio che sembra non notarla. Mihajlovic al Milan, Sarri al Napoli, Mancini intoccabile all’Inter, e sono arrivati dietro di lei. Benitez, che l’ha preceduta di poco, è al Real. Per lei neppure un offerta da una grande. Si è chiesto perché?
«Io ho avuto la mia chance all’Inter e la fortuna di ripartire dal Genoa. Sto bene qui , in una delle prime società italiane. Non è certo questo che mi dispiace».
E cosa allora?
«C’è un calcio mediatico e un calcio giocato sul campo. Si guarda ai bacini di utenza, alle squadre metropolitane, ma non si valutano bene i giocatori. Poi vengono fuori squadre come la nostra e veniamo trattati come se fosse una casualità. Chi conosce il calcio sa che precedere Milan e Inter dopo 38 partite non è un caso».
Il suo Genoa è sottovalutato?
«E’ ignorato. La vicenda della licenza Uefa è grave, ma non è giusto ridurre a quella la scorsa stagione. Nessuno parla di una squadra che è arrivata sesta, che ha giocato bene, fatto gol, valorizzato giocatori. Abbiamo meritato ogni punto, non ci sono dubbi. Alcune squadre sono state celebrate a lungo, ma sono finite dietro e non di poco...».
Torniamo a lei, al suo gioco, è cambiato?
«Il calcio italiano è in continua evoluzione, se sei statico sei finito. L’innovazione nel Genoa è la capacità della nostra difesa di giocare in un certo modo: ci ha consentito di osare di più».
Napoleone amava dividere il nemico per poi attaccarlo. Lei pare cercare di allungare la squadra avversaria per travolgerla.
«Ho allenato 8 Genoa e sono stati tutti diversi. Dipende dalla mentalità e dai valori tecnici. Il denominatore comune è la ricerca del gioco di squadra, quello è il vero leader del mio Genoa».
Cosa farà il 30 luglio, quando la Samp esordirà nell’Europa che doveva essere sua?
«Nulla di particolare. Vi ricordo che la Samp ci arriva come nostra riserva, qualunque cosa faccia sarà sempre meno di quanto avremmo saputo fare noi».