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 2015  luglio 26 Domenica calendario

LA LUNGIMIRANZA DEL CITTADINO INGLESE

In gran parte dei partiti europei prevale l’idea che i cittadini vogliano una spesa pubblica ricca e che tagliarla sia un modo certo per perdere le elezioni. Sul breve periodo – che è quello adottato dalla maggior parte dei politici – può essere così, anche se non sempre. Sui tempi lunghi, però, il caso britannico racconta il contrario. Ed è interessante per almeno tre motivi: negli Anni Settanta, il Regno Unito aveva un’economia semi-socialista, con un ruolo dello Stato abnorme e l’opinione pubblica accettava la situazione; oggi la Gran Bretagna ha una delle economie più dinamiche d’Europa (cresce da dieci trimestri consecutivi, quest’anno il Pil aumenterà del 2,5%); il governo di Londra ha appena vinto le elezioni proponendo tra l’altro una ristrutturazione (con riduzione della spesa) del sistema di Welfare.
 Un grande sondaggio appena pubblicato – il British Social Attitudes survey – indica che i britannici che vorrebbero più spesa per il Welfare sono il 30% del totale. Nel 1989 – verso la fine dell’era di Margaret Thatcher che negli anni precedenti aveva effettuato la svolta per uscire dalle politiche stataliste – la quota favorevole a una spesa sociale da aumentare era superiore al 60%. Da allora è calata quasi ogni anno e oggi, alla fine della lunga crisi iniziata nel 2008, siamo vicino ai minimi (il punto più basso fu il 28% del 2009). L’idea che benefici sociali generosi e soprattutto distribuiti in modo ingiusto alimentino la dipendenza dal Welfare ha decisamente preso piede: solo il 18% crede che il sistema di aiuti spinga chi ne beneficia a uscire dai programmi di sostegno e a cercare un lavoro.
 Nel 1989, il 67% dei sudditi del Regno era d’accordo con la proposizione «alza le tasse e spendi di più». E così è stato fino al 2001, quando la quota fu del 63%. Oggi siamo al 38%. Il 51% vuole invece che tasse e spesa non cambino e l’8% vorrebbe che calassero entrambe.
Non è che la Gran Bretagna sia eccentrica, almeno non in questo. Tra l’altro, la spesa pubblica è rimasta sotto al 40% del Pil negli Anni Ottanta e Novanta ma poi è tornata sopra, in particolare durante la crisi economica. No, è che i cittadini hanno realizzato che non sono lo Stato e l’assistenzialismo a creare il benessere. Si tratta di cambiamenti che probabilmente diventano senso comune sui tempi lunghi. Ma poi superano anche le fasi di crisi più dura. E fanno vincere le elezioni a David Cameron.