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 2015  luglio 26 Domenica calendario

NELLA METROPOLI UMBERTINA NASCE LA GALLERIA D’ARTE MODERNA

La galleria d’Arte Moderna nasce il 26 luglio 1883 nel palazzo delle Esposizioni di via Nazionale. Fautore dell’istituzione è il ministro Guido Baccelli. Nel 1900 il Comune istituisce un Comitato, divenuto nel 1924 Commissione Storia ed Arte, che ha il compito di acquisire nuove opere d’arte. Ma il palazzo delle Esposizioni si rivela insufficiente ad accogliere quadri e sculture in continuo aumento, per cui nel 1911 viene costruito a Valle Giulia, su progetto di Cesare Bazzani, un nuovo edificio come sede stabile della Galleria. Nel 1925 la Galleria viene istituita, all’interno di un più vasto progetto museale, presso il Palazzo Caffarelli in Campidoglio, ed è denominata dal 1931 Galleria Mussolini. Nel 1933 anche il palaz-zo Caffarelli diventa insufficiente e allora, sempre ad opera di Cesare Bazzani, si progetta un ampliamento che raddoppia lo spazio espositivo. Ma queste nuove sale non entrano subito in possesso della Galleria perché vengono occupate da una “Mostra della rivoluzione fascista”, che con tabelle, grafici, foto e opere artistiche vuole “glorificare” le principali conquiste del regime. La galleria nel 1938 viene soppressa temporaneamente e le opere sono trasferite in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna o destinate ad arredi di uffici. Nonostante i tragici avvenimenti legati alla Seconda Guerra Mondiale e alle difficoltà del Dopoguerra, continua in quegli anni la raccolta di opere degli artisti più importanti dell’arte italiana della prima metà del Novecento: Carrà, de Chirico, Casorati, Capogrossi, Scipione, Trombadori, Morandi, che si aggiungono a quelle di Carlandi, Sartorio, Coleman e a quelle degli artisti del gruppo “I XXV della Campagna Romana”.
Il merito di questo arricchimento va attribuito alla sovrintendente della galleria Palma Bucarelli, che mantiene l’incarico per oltre 30 anni, fino al 1975, impegnandosi anche nel dotare la galleria di tutte le strutture indispensabili per un ambiente museale moderno: dalla biblioteca al servizio didattico, dalla caffetteria alla libreria e alla presentazione di libri. Tutto questo nonostante la chiusura del palazzo durante la guerra fino alla riapertura dopo la liberazione di Roma nel 1944. E si potrà procedere alla inaugurazione della nuova Galleria solo nel 1949, a palazzo Braschi, grazie a Carlo Pietrangeli che allestirà importanti mostre. Tra queste va ricordata nel 1953 quella di Picasso, nel 1956 Mondrian, nel 1958 Pollock e nel 1959 l’esposizione con il “Grande sacco” di Burri. Nel 1963 una nuova sede nel Palazzo delle Esposizioni con una selezione permanente di opere. Disallestita nel 1972, per i lavori nel palazzo, le opere vengono di nuovo trasferite a Palazzo Braschi, ma chiuse nei depositi. Nel 1973 giungono i finanziamenti statali per un ulteriore ampliamento della galleria su progetto di Luigi Cosenza e nel 1975, con l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali, la Galleria acquisisce il titolo di Soprintendenza Speciale. Sotto la direzione di Italo Faldi, dal 1975 al 1978, la Galleria rafforza i compiti di conservazione e valorizzazione attraverso un programma articolato di mostre sull’arte italiana dell’Ottocento e Novecento e sull’arte europea e americana. Tra il 1978 e il 1982 il nuovo soprintendente Giorgio de Marchis riprende le linee essenziali degli indirizzi della Bucarelli, e la Galleria ha la sua dinamicità con numerose esposizioni sulla storia dell’arte del Novecento grazie anche a nuove donazioni che per la loro vastità hanno sede in edifici staccati dalla Galleria, in modo da formare una serie di musei satelliti. Così nel 1989 nuove acquisizioni trovano sede presso l’ex Birreria Peroni, nel quartiere Nomentano, oggetto in quegli anni di un complesso piano di recupero. Successivamente, nel 1995 veniva inaugurata la sede di Via Crispi, nell’ex convento delle Carmelitane Scalze a San Giuseppe Capo le Case; l’edificio viene restaurato nel 2002 con un riordinamento delle collezioni per oltre 3200 opere, prendendo il nome di Macro, Museo d’Arte Contemporanea di Roma.
Claudio Rendina, Roma – la Repubblica 26/7/2015