VARIE 24/7/2015, 24 luglio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - IL PUNTO SU ROMA
REPUBBLICA.IT
L’Atac apre ai privati e il sindaco di Roma, Ignazio Marino, azzera i vertici dell’azienda del trasporto pubblico capitolino, annunciando anche la ricapitalizzazione della società per 200 milioni di euro. Il primo pensiero però va ai cittadini: "Mi scuso con i romani e i turisti per gli inaccettabili disagi dei trasporti di questi giorni" esordisce nella conferenza stampa convocata in Campidoglio. Poi la polemica con l’assessore Improta.
Polemica Marino-Improta. "Abbiamo trovato una situazione drammatica per la qualità dei servizi e dei conti due anni fa quando siamo arrivati - prosegue - Sono deciso ad andare avanti sulla strada del rinnovamento". Per questo al delegato ai Trasporti Guido Improta chiede di formalizzare le sue dimissioni annunciate da tempo. Improta gli risponde e va all’attacco: "Sin dal 22 giugno scorso ho manifestato inequivocabilmente e in più occasioni l’intenzione di rassegnare le dimissioni da assessore alla Mobilità e ai Trasporti e, come noto, solo per l’intervento del presidente del Pd Orfini e dello stesso sindaco Marino, ho accettato di congelare la situazione, senza sottrarmi alle incombenze straordinarie che sono nel frattempo maturate e che mi hanno consentito, tra l’altro, di finalizzare la trattativa tra Atac e le organizzazioni sindacali per un accordo senza precedenti sulla produttività - ha spiegato Improta - Oggi ho partecipato alla Giunta in quanto all’ordine del giorno figurava l’assestamento di bilancio, documento con il quale si è proceduto all’accantonamento delle somme da destinare al finanziamento degli interventi che saranno necessari a seguito dell’approvazione del consuntivo 2014 di Atac. Marino ha dunque avuto la possibilità di far concludere in modo leale e rispettoso la nostra collaborazione comunicandomi in Giunta, o a margine di essa, di aver maturato la decisione di sostituirmi coerentemente alla situazione che io da tempo avevo a lui prospettato. Ha preferito invece abbandonare la riunione prima della sua conclusione e chiedermi a mezzo stampa le dimissioni, che ho già dato. Spiace altresì constatare che stia tentando in modo scorretto di accreditare il messaggio che i disagi che sta patendo la città siano responsabilità dell’assessore e del Consiglio d’amministrazione di Atac, dimenticandosi le valutazioni che abbiamo condotto in questi mesi e che coinvolgono anche altri livelli istituzionali".
Atac, Marino: "Via il cda e tutti i responsabili delle inefficienze"
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Via il cda. E’ polemica quindi tra Improta e Marino. Ma la poltrona dell’assessorato non sarà l’unica a cambiare: da rivoluzionare c’è anche il consiglio di amministrazione di Atac. "Ho deciso di cambiare il cda dando mandato al dg Francesco Micheli di rinnovare profondamente il management aziendale allontanando tutti i dirigenti responsabili delle inefficienze", spiega Marino. Ma Improta interviene: "Vale la pena ricordare che il Cda di Atac è formato da due ottimi dirigenti dell’Amministrazione Comunale, il dottor Stefano Fermante, ragioniere generale del Comune, e la Dott. ssa Cristiana Palazzesi, esperta in Diritto degli appalti, che, insieme al Presidente Grappelli e all’Amministratore Delegato Broggi, sono faticosamente venuti a capo di una situazione economico-finanziaria molto complicata. A loro va il mio ringraziamento per il lavoro svolto e mi permetto di invitarli a far prevalere il senso di responsabilità istituzionale, rispetto allo sconcerto determinato da un atteggiamento incomprensibile del Sindaco, poiché le loro dimissioni, se rassegnate prima dell’approvazione del bilancio consuntivo 2014, condannerebbero l’Azienda municipalizzata al Commissariamento, la politica ad una sconfitta di proporzioni colossali, ma, soprattutto, vanificherebbero l’enorme lavoro che è stato fatto in questi due anni e deluderebbero il senso di appartenenza che la maggioranza dei dipendenti di Atac ha comunque manifestato all’Azienda e alla città, lavorando in condizioni difficili e venendo chiamati a rispondere di un livello di servizio certamente deludente".
Dalla Regione in arrivo 31 milioni. "Questa mattina - ricorda poi Marino - ho avuto un lungo incontro di due ore e mezza con il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che ringrazio. Con lui ho condiviso la scelta di affrontare i problemi finanziari di Atac con una nuova ricapitalizzazione che sfiora i 200 milioni di euro tra liquidità e beni di cui si è fatto carico il Comune con l’approvazione dell’assestamento di bilancio. Zingaretti si è anche impegnato a trasferire entro il 30 settembre 301 milioni al Comune come pagamento dei vecchi debiti. Diamo appuntamento entro 10 giorni da oggi per comunicare le modalità di questa operazione".
"L’alternativa - spiega - era portare oggi i libri in tribunale: sarebbe stata la soluzione più facile ma penso che possiamo farcela senza procedere a un finale così drammatico. Da oggi dunque Comune, Regione e Atac si impegnano a trovare
un partner industriale mantenendo in mano pubblica la gestione dell’azienda capitolina".
Infine, l’appello: "La rivoluzione chiede uno sforzo straordinario da parte di tutti. Con i sindacati ci incontreremo nei prossimi giorni, ma faccio appello anche a tutti i cittadini che hanno mille ragioni per protestare. Il percorso non è rapido e immediato, non dico ’abbiate pazienza’ ma ’facciamo insieme questo sforzo epocale’".
INCHIESTA SUL BITUME
Quella lega che serve per tappare le buche di Roma deve essere analizzata per capire se sia idonea agli standard. La procura di Roma indaga sulle buche della capitale. Dall’Aurelia alla Cristoforo Colombo, gli inquirenti sono al lavoro su un fascicolo che tocca uno dei tasti più dolenti per i romani che si spostano su due e quattro ruote.
Il pm Alberto Galanti ha disposto una serie di accertamenti tecnici per analizzare l’asfalto utilizzato per appianare i dissesti stradali sparsi sul territorio della città. L’indagine, partita da un esposto del Codacons, mira a capire se all’interno del Comune venga utilizzato uno standard di riferimento unico per la composizione del materiale steso sulle strade e se venga rispettato dalle ditte che eseguono i lavori di manutenzione. Inoltre, se anche i municipi si attengano a tali direttive e se gli appalti vengano assegnati nel rispetto delle procedure.
Punto cardine, quindi, sarà l’analisi di alcuni campioni di conglomerato bituminoso, l’asfalto, utilizzato per alcune manutenzioni stradali. D’altra parte é stata la stessa associazione dei consumatori a rappresentare il problema, fornendo dei dati che evidenziano, per alcune strade della città - via della Pisana e la Passeggiata del Gianicolo, nei pressi dell’ospedale Bambino Gesù - "una percentuale di bitume sul peso della miscela del 3,97 per cento, mentre i limiti di accettazione dell’Anas vanno dal 4,5 al 6,1 per cento". Numeri ai quali l’associazione ha fornito anche un commento netto: "Si evidenzia quindi una scarsità di bitume, motivo della cattiva tenuta delle strade romane".
Il fascicolo, al momento, è ancora contro ignoti. L’inchiesta é ai primi passi ma sono stati già disposti acquisizioni di atti e una consulenza tecnica. L’indagine conoscitiva del Codacons, invece, é già agli atti della procura, allegata all’esposto. Lo studio, condotto da un biofisico, da un medico del lavoro è da un ingegnere civile, riguarda non solo i materiali usati ma
anche i contraccolpi che un manto stradale dissestato provoca su una persona alla guida: "Attraverso un vibrometro, montato a bordo di una Smart, di un taxi e di un motorino - si legge nell’esposto - sono state osservate e calcolate le ripercussioni sulla schiena dei guidatori. Per l’esperimento è stata scelta via Guido Reni, la strada che dalla Flaminia arriva al ponte della Musica: secondo gli specialisti, le sollecitazioni a livello osteo-articolare sono fortissime".
Anche il New York Times denuncia le inefficienze della capitale italiana: autobus in ritardo, erba non tagliata e traffico in tilt. Dietro la stroncatura c’è la delusione per l’orgoglio perduto e una città che sembra senza timone
GALEAZZI SULLA STAMPA
Al 24° giorno dello sciopero bianco dei macchinisti che sta paralizzando la capitale, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, azzera i vertici di Atac, la società di trasporto pubblico della Capitale e annuncia la ricapitalizzazione dell’azienda per 200 milioni di euro.
FERROVIE IN CAMPO?
Intanto sono iniziate le grandi manovre per il futuro della municipalizzata che fa registrare perdite superiori a 1,2 miliardi negli ultimi otto anni. Potrebbero entrare le Ferrovie dello Stato come accaduto nel trasporto locale del comune di Firenze. Ma lo vorrebbero fare nella stessa condizione del capoluogo toscano: con una gestione a maggioranza Fs. Marino invece pensa a soci di minoranza.
QUATTRO MEZZI SU DIECI FERMI PER GUASTO
Intanto per le strade di Roma sono apparsi stamattina cartelli nei quali si chiede l’apertura pomeridiana delle officine per la manutenzione delle vetture, il 40% delle quali sono ferme per guasti. L’effetto è bloccare ulteriormente la circolazione, affidata a un numero insufficiente di corse. Il risultato e che il sistema di metropolitana e autobus è andato in tilt.
IL RACCONTO - “La mia vita da pendolare: 4 ore al giorno sul bus”
OPINIONI : La vergogna dell’Atac di Roma (di Stefano Lepri)
LA RICAPITALIZZAZIONE
A fronte della crisi della società «ho deciso di cambiare il cda di Atac», ha spiegato il primo cittadino e «davanti ad una situazione così drammatica ho chiesto al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, di condividere l’idea di affrontare i problemi finanziari con una ricapitalizzazione di 200 milioni di euro in denaro liquido e beni». Il sindaco Marino ha anche annunciato di aver «dato mandato al direttore generale Micheli di rinnovare profondamente il management aziendale allontanando chi non è all’altezza di una società di trasporto pubblico importante come quella della Capitale d’Italia».
LE SCUSE DEL SINDACO AI ROMANI
Inoltre, il primo cittadino ha assicurato «l’impegno della Regione a trasferire entro il 30 settembre i 301 milioni di euro di contributi negati dalle precedenti amministrazioni regionali di centrodestra». Ai cittadini Marino chiede scusa per i “disagi innaccetabili” e si appella ai lavoratori (“facciamo lo sforzo insieme, serve una rivoluzione”). Il quadro descritto dal sindaco è drammatico. «Abbiamo trovato una situazione che non si può che definire di bancarotta e di un indebitamento insostenibile- afferma Marino-. Abbiamo scelto allora di non portare i libri in tribunale ma di tentare una difficile strada con un percorso, un piano di risanamento - spiega - Questo piano ha ottenuto dei risultati ma non è riuscito a produrre quel risanamento che serviva per la qualità della vita delle persone che si spostano ogni giorno in città». «L’unica alternativa era quella di chiudere Atac portando oggi i libri in tribunale e avviando una procedura di fallimento che avrebbe causato una profonda insicurezza per i posti di lavoro e messo radicalmente a rischio il servizio. Sarebbe stata forse la soluzione più facile», ha aggiunto Marino.
LE REAZIONI DEI SINDACATI
«Siamo felici che il sindaco abbia seguito la linea dell’Ugl nel chiedere le dimissioni dell’assessore Improta e dell’intero cda. Ci preoccupa invece l’apertura ai privati che non è la soluzione ad una serie di problemi che sono stati creati comunque dalla classe politica. Ci preoccupa ancora di più che chieda la collaborazione dei dipendenti di Atac dopo averli definiti fannulloni, incompetenti e averli gettati in pasto alla rabbia degli utenti», reagisce Valentina Fiori (Ugl autoferrotranvieri). «È necessario un immediato cambio di rotta. Per questo ho chiesto all’assessore Improta di formalizzare le sue dimissioni», ha chiarito il sindaco durante una conferenza in Campidoglio a proposito dell’assessore ai Trasporti Guido Improta che aveva già da tempo preannunciato le sua volontà di dimettersi.
CORRIERE DELLA SERA
[Esplora il significato del termine: Via l’assessore Improta, nuovo cda, via anche i dirigenti che hanno sbagliato e capitali privati in Atac: ecco la «cura Marino» per il caos e i disagi registrati da inizio luglio sui mezzi pubblici di Roma e in particolare sulla linea della metro. E’ quanto annunciato dallo stesso sindaco in conferenza stampa dopo l’incontro fra il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti sui temi rifiuti e trasporti. Dura la replica di Guido Improta: «Marino è stato scorretto». Anche il centrodestra ha attaccato Marino («comportamento indecoroso, dieci giorni fa diceva che Atac è risanata») ma anche nella maggioranza si aprono crepe: «No alla privatizzazione di Atac, è una proposta pericolosa» ha commentato Gianluca Peciola, di Sel, partito uscito dalla giunta ma che comunque garantisce appoggio esterno a Marino. «Dimissioni generali» «Chiedo all’assessore Improta di formalizzare le dimissioni che aveva già annunciato, è necessario immediatamente cambiare rotta e fare l’ammissione che è insufficiente il lavoro fatto» ha detto il sindaco in conferenza stampa. «Ho anche deciso di cambiare il cda di Atac dando mandato al direttore generale Micheli di rinnovare profondamente il management aziendale, allontanando i dirigenti responsabili delle inefficienze», ha dichiarato lo stesso sindaco Ignazio Marino. Prima di tutto, però, Marino si era rivolto a cittadini e turisti. «Mi scuso per i disagi inaccettabili che si sono verificati nel nostro trasporto locale». Porte aperte ai soci privati «Insieme a Zingaretti abbiamo deciso che da oggi Comune, Regione e Atac si impegneranno a cercare un partner industriale mantenendo la maggioranza pubblica dell’azienda - ha continuato Marino -. Abbiamo dato mandato all’azienda di scrivere un piano industriale vero e forte per indire la gara, in questo modo anticipiamo l’avvio di un processo nazionale che impone di non gestire piu’ il servizio in house a partire dal 2019». Prevista poi una nuova ricapitalizzazione per affrontare i problemi finanziari dell’Atac, che sfiora i 200 milioni di euro in beni e denaro liquido di cui si «è fatto carico il comune di Roma con l’approvazione dell’assestamento del bilancio». «L’alternativa era la bancarotta» Dalla Regione Lazio è arrivato poi l’impegno a trasferire entro il 30 settembre 2015 301 milioni di euro al Comune come «pagamento di vecchi contributi che le destre negli scorsi anni avevano negato». «Quando siamo arrivati 2 anni fa abbiamo trovato per Atac una situazione insostenibile, praticamente di bancarotta, - ha detto il sindaco - e abbiamo deciso di varare un piano di efficientamento che ha prodotto risultati ma non è servito per migliorare la qualità della vita dei romani, per questo credo sia necessario un immediato cambiamento di rotta e un’ammissione di insufficienza del lavoro fatto finora». Una «rivoluzione» la definisce Marino che implica per l’azienda anche il compito di scrivere un piano industriale «vero e forte per indire la gara»: l’unica alternativa era «chiudere Atac, portare i libri in tribunale, mettendo a rischio lavoratori e servizio». Appello alla calma «Rivolgo un appello ai cittadini, che hanno mille ragioni per protestare: oggi impostiamo un cambiamento epocale che non sara’ comunque cosi’ immediato, a loro chiedo non pazienza ma di fare questo sforzo epocale insieme», ha detto Marino riferendosi ai numerosi episodi di aggressioni e rabbia esplosa nelle metro da parte dei passeggeri esasperati per i continui disservizi. Ai lavoratori Atac e ai sindacati ha chiesto invece «una piena collaborazione» e di «abbandonare schemi e preoccupazioni del passato»: l’obiettivo è quello di «salvare l’azienda migliorando il servizio e salvaguardando i posti di lavoro» ha ricordato. Entro 10 giorni, questo il cronoprogramma della coppia Marino-Zingaretti, saranno comunicati i dettagli dell’operazione. Le replica di Improta «Sin dal 22 giugno scorso ho manifestato inequivocabilmente e in più occasioni l’intenzione di rassegnare le dimissioni e, come noto, solo per l’intervento del presidente del Pd Orfini e dello stesso sindaco Marino, ho accettato di congelare la situazione» ha scritto Improta in una nota diffusa dopo la conferenza stampa di Marino. «Oggi stesso ho partecipato alla Giunta in quanto all’ordine del giorno figurava l’assestamento di bilancio. Il sindaco ha dunque avuto la possibilità di far concludere in modo leale e rispettoso la nostra collaborazione comunicandomi in Giunta, o a margine di essa, di aver maturato la decisione di sostituirmi coerentemente alla situazione che io da tempo avevo a lui prospettato. Ha preferito invece abbandonare la riunione prima della sua conclusione e chiedermi a mezzo stampa le dimissioni, che ho già dato. Spiace altresì constatare che stia tentando in modo scorretto di accreditare il messaggio che i disagi che sta patendo la città siano responsabilità dell’assessore e del Cda di Atac». Le polemiche «Solo dieci giorni fa, in occasione dell’approvazione delle linee guida del nuovo contratto di servizio dell’Atac, l’ufficio stampa di Marino inondava le redazioni dei giornali con proclami trionfalistici su un’Atac efficiente e risanata e finalmente in grado di offrire un decoroso servizio alla città. L’azienda è però sull’orlo del fallimento. E Marino oggi spera di cavarsela gettando a mare il Cda e l’assessore Improta - perché questo è il suo stile, il suo modo di fare, il suo italianissimo pragmatismo: è sempre colpa di qualcun altro» ha dichiarato Andrea Augello, senatore di Area popolare Ncd-Udc. «Il sindaco pare svegliatosi da un letargo istituzionale, che dura due anni» ha commentato Adriano Palozzi, consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Trasporti, mentre da sinistra Sel si prepara alla battaglia in Campidoglio contro l’apertura ai privati. 24 luglio 2015 | 14:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA TI POTREBBERO INTERESSARE Raccomandato da Albergatori romani contro Booking con la campagna «Fatti furbo» Albergatori romani contro Booking con la campagna «Fatti furbo» Chiedeva il pizzo per le case popolari38enne arrestato a Tor Bella Monaca Chiedeva il pizzo per le case popolari38enne arrestato a Tor Bella Monaca Sesso e cocaina con «Pocahontas» Sesso e cocaina con «Pocahontas» Stella, quella ragazza senza età che vive all’angolo di via del Pavone Stella, quella ragazza senza età che vive all’angolo di via del Pavone Bimbo morso da vipera in Abruzzotrasferito al Bambino Gesù Bimbo morso da vipera in Abruzzotrasferito al Bambino Gesù Ecco cos’é successo al cocktail party organizzato da Dior CONTENUTO PUBBLICITARIO Ecco cos’é successo al cocktail party organizzato da Dior Glamour ] Via l’assessore Improta, nuovo cda, via anche i dirigenti che hanno sbagliato e capitali privati in Atac: ecco la «cura Marino» per il caos e i disagi registrati da inizio luglio sui mezzi pubblici di Roma e in particolare sulla linea della metro. E’ quanto annunciato dallo stesso sindaco in conferenza stampa dopo l’incontro fra il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti sui temi rifiuti e trasporti. Dura la replica di Guido Improta: «Marino è stato scorretto». Anche il centrodestra ha attaccato Marino («comportamento indecoroso, dieci giorni fa diceva che Atac è risanata») ma anche nella maggioranza si aprono crepe: «No alla privatizzazione di Atac, è una proposta pericolosa» ha commentato Gianluca Peciola, di Sel, partito uscito dalla giunta ma che comunque garantisce appoggio esterno a Marino.
«Dimissioni generali»
«Chiedo all’assessore Improta di formalizzare le dimissioni che aveva già annunciato, è necessario immediatamente cambiare rotta e fare l’ammissione che è insufficiente il lavoro fatto» ha detto il sindaco in conferenza stampa. «Ho anche deciso di cambiare il cda di Atac dando mandato al direttore generale Micheli di rinnovare profondamente il management aziendale, allontanando i dirigenti responsabili delle inefficienze», ha dichiarato lo stesso sindaco Ignazio Marino. Prima di tutto, però, Marino si era rivolto a cittadini e turisti. «Mi scuso per i disagi inaccettabili che si sono verificati nel nostro trasporto locale».
Porte aperte ai soci privati
«Insieme a Zingaretti abbiamo deciso che da oggi Comune, Regione e Atac si impegneranno a cercare un partner industriale mantenendo la maggioranza pubblica dell’azienda - ha continuato Marino -. Abbiamo dato mandato all’azienda di scrivere un piano industriale vero e forte per indire la gara, in questo modo anticipiamo l’avvio di un processo nazionale che impone di non gestire piu’ il servizio in house a partire dal 2019». Prevista poi una nuova ricapitalizzazione per affrontare i problemi finanziari dell’Atac, che sfiora i 200 milioni di euro in beni e denaro liquido di cui si «è fatto carico il comune di Roma con l’approvazione dell’assestamento del bilancio».
«L’alternativa era la bancarotta»
Dalla Regione Lazio è arrivato poi l’impegno a trasferire entro il 30 settembre 2015 301 milioni di euro al Comune come «pagamento di vecchi contributi che le destre negli scorsi anni avevano negato». «Quando siamo arrivati 2 anni fa abbiamo trovato per Atac una situazione insostenibile, praticamente di bancarotta, - ha detto il sindaco - e abbiamo deciso di varare un piano di efficientamento che ha prodotto risultati ma non è servito per migliorare la qualità della vita dei romani, per questo credo sia necessario un immediato cambiamento di rotta e un’ammissione di insufficienza del lavoro fatto finora». Una «rivoluzione» la definisce Marino che implica per l’azienda anche il compito di scrivere un piano industriale «vero e forte per indire la gara»: l’unica alternativa era «chiudere Atac, portare i libri in tribunale, mettendo a rischio lavoratori e servizio».
Appello alla calma
«Rivolgo un appello ai cittadini, che hanno mille ragioni per protestare: oggi impostiamo un cambiamento epocale che non sara’ comunque cosi’ immediato, a loro chiedo non pazienza ma di fare questo sforzo epocale insieme», ha detto Marino riferendosi ai numerosi episodi di aggressioni e rabbia esplosa nelle metro da parte dei passeggeri esasperati per i continui disservizi. Ai lavoratori Atac e ai sindacati ha chiesto invece «una piena collaborazione» e di «abbandonare schemi e preoccupazioni del passato»: l’obiettivo è quello di «salvare l’azienda migliorando il servizio e salvaguardando i posti di lavoro» ha ricordato. Entro 10 giorni, questo il cronoprogramma della coppia Marino-Zingaretti, saranno comunicati i dettagli dell’operazione.
Le replica di Improta
«Sin dal 22 giugno scorso ho manifestato inequivocabilmente e in più occasioni l’intenzione di rassegnare le dimissioni e, come noto, solo per l’intervento del presidente del Pd Orfini e dello stesso sindaco Marino, ho accettato di congelare la situazione» ha scritto Improta in una nota diffusa dopo la conferenza stampa di Marino. «Oggi stesso ho partecipato alla Giunta in quanto all’ordine del giorno figurava l’assestamento di bilancio. Il sindaco ha dunque avuto la possibilità di far concludere in modo leale e rispettoso la nostra collaborazione comunicandomi in Giunta, o a margine di essa, di aver maturato la decisione di sostituirmi coerentemente alla situazione che io da tempo avevo a lui prospettato. Ha preferito invece abbandonare la riunione prima della sua conclusione e chiedermi a mezzo stampa le dimissioni, che ho già dato. Spiace altresì constatare che stia tentando in modo scorretto di accreditare il messaggio che i disagi che sta patendo la città siano responsabilità dell’assessore e del Cda di Atac».
Le polemiche
«Solo dieci giorni fa, in occasione dell’approvazione delle linee guida del nuovo contratto di servizio dell’Atac, l’ufficio stampa di Marino inondava le redazioni dei giornali con proclami trionfalistici su un’Atac efficiente e risanata e finalmente in grado di offrire un decoroso servizio alla città. L’azienda è però sull’orlo del fallimento. E Marino oggi spera di cavarsela gettando a mare il Cda e l’assessore Improta - perché questo è il suo stile, il suo modo di fare, il suo italianissimo pragmatismo: è sempre colpa di qualcun altro» ha dichiarato Andrea Augello, senatore di Area popolare Ncd-Udc. «Il sindaco pare svegliatosi da un letargo istituzionale, che dura due anni» ha commentato Adriano Palozzi, consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Trasporti, mentre da sinistra Sel si prepara alla battaglia in Campidoglio contro l’apertura ai privati.