Danilo Taino, Sette 24/7/2015, 24 luglio 2015
L’OSSESSIONE DI FIDEL CASTRO PER LE MUCCHE
Sono strani i leader di lungo corso. Pare che, quando era giovane, in forma e già al potere, Fidel Castro tenesse una casa – ne aveva una ventina, in realtà, sparse per Cuba, soprattutto ville – in un piacevole quartiere dell’Avana, il Vedado. Tra gli intimi del Comandante era conosciuta come El Once, l’undici, perché stava nella Calle 11, cinque strade dall’Oceano. Nei primi anni del regime e per qualche decennio, Fidel la visitava quasi ogni giorno, quando era in città. Solo pochi lo sapevano, per lo più le sue guardie del corpo. Il palazzo era stato liberato dagli inquilini e, per ragioni di sicurezza, la parte di strada attorno all’isolato era chiusa da checkpoint da entrambe le parti. La palazzina fu via via migliorata: ascensore, palestra, sala da bowling, campo da basketball. Niente di strano, in fondo: era pur sempre il Líder maximo. Al quarto piano c’erano i suoi quartieri, parte dell’appartamento di Celia Sánchez, un’eroina della prima ora della rivoluzione che era una confidente del capo e, soprattutto, la sua amante. Una delle sue amanti, ma della quale pare Castro fosse innamorato. Stava lì, protetta dagli occhi del mondo, nessuno doveva sapere. E nemmeno fino a qui niente di sconvolgente: quante storie di amanti nascoste hanno avuto i grandi leader. La curiosità sta nel fatto che su quel quarto piano Fidel aveva fatto costruire una stalla. Nel 1969 vi teneva quattro vacche da latte Holstein (bianche e nere europee). Le incrociava con zebù cubani con l’obiettivo di ottenere una nuova razza dalle alte rese di latte.
Quella dei bovini da latte fu a lungo un’ossessione di Castro: ne parlò spesso nei suoi non brevi comizi e nel 1982 un francobollo celebrò Ubre Blanca, vacca che produsse un record di litri di latte. Questo particolare della vita del Comandante lo racconta un libro, The double life of Fidel Castro, di Juan Sanchez, una delle sue più strette guardie del corpo per anni, poi fuggito negli Stati Uniti. Del libro — una miniera di notizie — in Italia si è parlato soprattutto perché rivela affari del rivoluzionario con trafficanti di droga. La storia delle quattro pezzate al quarto piano, però, proietta una luce interessante su un carattere che accomuna molti leader dal potere assoluto: credono di essere il meglio in tutto. Non solo come rivoluzionari: di solito anche come economisti, medici, agronomi, scienziati, esperti di canna da zucchero e di vacche Holstein. Poi finisce che devono richiamare gli americani.