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 2015  luglio 22 Mercoledì calendario

BOICCOTTEN! NON COMPRARE TEDESCO

Sulla crisi greca si aggirano in Italia due scuole di pensiero “punitive”. La prima, alimentata forse da qualche nostalgico nazista, vorrebbe farla pagare a Tsipras e compagni, considerati in massa allegri sciuponi a nostre spese, boicottando l’economia ellenica. L’altra, speculare, propone di castigare Merkel, Schäuble e colleghi (oops: stavo per scrivere camerati), accusati di eccessiva rigidità teutonica, con il boicottaggio dei beni tedeschi. Sono entrambe sesquipedali stupidaggini.
Sulla Grecia non c’è bisogno di spendere molte parole. Che facciamo? Vogliamo rinunciare allo yogurt? Zuccherare la feta? Andare in vacanza in Montenegro? Bruciare in piazza le pellicole dell’Odissea di Franco Rossi perché vi recitava Irene Papas? Rigare i dischi di Maria Callas? O magari quelli di Moustaki? No, Moustaki era greco, ma nato in Egitto, mezzo italiano e naturalizzato francese. Meglio Demis Roussos, allora? Anche qui, niente da fare: pure lui era nato ad Alessandria d’Egitto... Insomma, per quanto uno si possa impegnare, non sembrano molti i terreni di possibile sabotaggio. Che invece sono tantissimi se si progetta di boicottare i prodotti germanici. Tantissimi: molti di più di quanti si potrebbe pensare. E infatti è qui che casca l’asino.
Qualcuno, sui soliti social, pensando di fare lo spiritoso, ha scritto: «Vabbè, vorrà dire che invece della Bmw mi comprerò la Lamborghini». Ignorando che la casa automobilistica che creò la mitica Miura oggi appartiene alla tedeschissima Audi. Certo, per non sbagliarsi uno potrebbe prendersela con i veicoli indubitabilmente Deutschland, cioè marchiati Mercedes, Bmw, Audi, Volkswagen, Porsche, ma poi per coerenza dovrebbe contestare anche, che so, la Ducati e la Bugatti (anch’esse di proprietà tedesca). Dice: allora compro la Mini. Macché: è della Bmw. Esagero, mi faccio la Rolls Royce, il più prestigioso dei marchi inglesi. Niente da fare: tedesca. E allora la Bentley? Indovinate.
Il fatto è che le economie italiana e tedesca sono radicalmente interconnesse: noi esportiamo un sacco di roba da loro (circa il 20 per cento del nostro export), e loro da noi. Anzi, per la precisione più loro da noi che noi da loro. E in Italia operano quasi 1.500 aziende made in Germany. Così, se davvero qualche anima bella avesse in mente di boicottare Berlino, ecco che cosa potrebbe succedere.
Tanto per cominciare, dimenticatevi le tre strisce di Adidas, e anche il simbolo stilizzato della Puma. A tavola, niente più brodo Knorr, budini Cameo o le pizze surgelate Bofrost. Va bene, fin qui si può sopravvivere. Ma ricordatevi di non fare più la spesa alla Lidl o alla Metro. Buttate via le matite Faber, i pennarelli Stabilo e le penne Pelikan, e rammentate di non regalare una stilografica Montblanc. Farete a meno del Dixan, ma anche di Vernel, Nelsen e Pril, e le zanzare vi attaccheranno perché sarete privi del Vape. Negli elettrodomestici sarà strage, dai prodotti Siemens ai frigoriferi Miele. Vi piaceva tanto il Bimby? Via, nella spazzatura (e dovrete fare a meno pure del succedaneo Lidl da 9,99). Adoravate il Folletto? Dovrete andare di scopa. Chi ama fotografare rinunci ad Agfa e Leica. Se c’è qualcuno appassionato di trenini elettrici sappia che darà addio a quelli Märklin. Guai a regalare ai figli giocattoli Ravensburger, vietati anche i personaggetti Playmobil. E infine, per chi non si accontenta, mi spiace, sparisce anche Rowenta.
I fondamentalisti del boicottaggio non si fermeranno qui. Vietato guardare in tv Il segreto, e anche Rex sarà a cuccia, mentre tutti i pastori tedeschi riceveranno il foglio di via. I testi di Ratzinger finiranno al rogo, e la Juventus perderà tifosi dopo l’acquisto di Sami Khedira, che sembra nordafricano ma è nato a Stoccarda. Ah, importantissimo: niente più Aspirina (della Bayer), mi raccomando.
Ok, ok. Stiamo scherzando, com’è ovvio. Scherzano un po’ meno quegli «imbecilli» (copyright Umberto Eco) che affollano i social network con l’hashtag «boycottgermany». Considerata la quantità di Germania che c’è intorno a noi, qualcuno racconti loro, per favore, l’aneddoto di quel marito che per fare dispetto alla moglie… Insomma, avete capito, no?