www.cinquantamila.it/fiordafiore 24/7/2015, 24 luglio 2015
Trovato un pianeta simile alla Terra • Chiesto il riscatto per i quattro italiani sequestrati in Libia • Ancora un naufragio nel canale di Sicilia • Anche Vendola andrà a processo per disastro ambientale nel caso Ilva • Il Financial Times diventa giapponese • Anche Varoufakis vota a favore delle riforme di Tsipras Pianeta Il satellite Kepler della Nasa ha trovato nella costellazione del Cigno, a circa 1
Trovato un pianeta simile alla Terra • Chiesto il riscatto per i quattro italiani sequestrati in Libia • Ancora un naufragio nel canale di Sicilia • Anche Vendola andrà a processo per disastro ambientale nel caso Ilva • Il Financial Times diventa giapponese • Anche Varoufakis vota a favore delle riforme di Tsipras Pianeta Il satellite Kepler della Nasa ha trovato nella costellazione del Cigno, a circa 1.400 anni luce da noi, un pianeta simile alla Terra. È stato ribattezzato Kepler 452b: più grande del 60% rispetto alla Terra, si trova né troppo vicino né troppo lontano dalla stella madre, consentendo all’acqua liquida (se ci fosse) di scorrere in superficie. Di questo genere di pianeti extrasolari ne sono stati individuati una dozzina. Ma il Kepler-452b ha un elemento in più che sorprende: è la distanza quasi uguale (solo il 5%) di quella che separa la nostra Terra dal Sole, pari a 150 milioni di chilometri. Anche l’orbita è quasi identica, così come la lunghezza dell’anno: 385 giorni terrestri. Pure la stella-madre, vecchia di sei miliardi di anni, ha strette somiglianze con il nostro Sole: è più grande solo del 10%, la sua superficie rivela la stessa temperatura ma è più brillante. Il pianeta non è stato proprio visto, perché finora non esiste un telescopio sulla Terra o nello spazio in grado di fotografarlo: ci si è limitati a coglierne la presenza misurando l’attenuazione della luce della stella quando le passa davanti. Sequestro I rapitori dei quattro italiani in Libia si sono fatti vivi chiedendo un riscatto. I servizi segreti italiani hanno una buona rete di contatti in Libia, ma il problema è che nel Paese ci sono ben quattro governi che si proclamano autorità nazionale. Solo uno, quello di Tobruk, è stato riconosciuto dalla comunità internazionale. Quindi il sequestro potrebbe essere usato da uno degli altri per garantirsi un dialogo con l’Italia, come lasciano intendere alcune affermazioni del premier di Tripoli, Khalifa al Ghweil: «Abbiamo attivato i servizi segreti perché consideriamo questi criminali nemici della tranquillità della Libia. C’è però una riluttanza del governo italiano a collaborare con noi (…) Rinnovo l’invito a Roma a collaborare conl nostro governo e non con l’altro». Naufragio Un naufragio nel canale di Sicilia ha provocato la morte di più di 40 migranti. Sono sopravvissuti in 283. Ilva Per il disastro ambientale dell’Ilva il giudice dell’udienza preliminare Wilma Gilli ha deciso ieri di rinviare a giudizio 44 persone e tre società che compariranno davanti alla Corte d’assise di Taranto il 20 ottobre prossimo. E poi ha assolto, appunto, tre imputati e ne ha condannato altri due che avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Saranno processati, tra gli altri, l’ex governatore Nichi Vendola, il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, i figli del patron dell’azienda, Nicola e Fabio Riva, l’ex presidente della provincia Gianni Florido e l’ex prefetto di Milano Bruno Ferrante, che per l’Ilva è stato presidente del consiglio di amministrazione meno di due mesi, dal 10 luglio al 27 agosto del 2012. Intanto la storia della fabbrica, tra stop e riaperture, diventa sempre più intricata. Per la nona volta, infatti, lo stop di una parte dell’acciaieria più grande d’Europa è scongiurato da un intervento sul fronte politico. Stavolta è un’azione legata al decreto salva Ilva d’inizio luglio con cui si stabiliva che l’altoforno numero due (Afo2) poteva continuare a produrre anche se i magistrati lo avevano messo sotto sequestro dopo la morte di un operaio. Siccome il giudice delle indagini preliminari Martino Rosati proprio su quel decreto ha di recente sollevato questioni di incostituzionalità sospendendo la sorte di Afo2, il governo ha aggirato l’ostacolo giuridico decidendo di lasciar decadere quel provvedimento ma inserendo le norme che consentono di far proseguire l’attività di Afo2 in un altro decreto: quello in materia fallimentare e di giustizia civile, sul quale ieri è stata votata la fiducia e che stamattina incasserà il voto finale alla Camera. FT Il gruppo giapponese Nikkei ha comprato il “Financial Times”. È riuscito a superare il colosso tedesco Scringer e ad aggiudicarsi la storica testata per 844 milioni di sterline, circa 1,19 miliardi di euro, in contanti. L’editore londinese Pearson lo ha annunciato ieri pomeriggio, sottolineando che dall’affare è esclusa la sede sulle rive del Tamigi, a Southwark, e il 50% di partecipazione nel gruppo Economist, che pubblica l’omonimo settimanale. Il quotidiano della City è stato fondato nel 1888: all’epoca costituito da quattro paginette destinate al «finanziere onesto» e al «broker rispettabile», colorato di rosa salmone per renderlo «più riconoscibile» dai lettori. Fu acquistato nel 1957 da Pearson che ora lo ha venduto. Il “Financial” conta su una circolazione di 737mila copie fra edizione cartacea e digitale (quest’ultima ormai copre il 70% della diffusione), con un aumento del 30% negli ultimi cinque anni, e nel 2014 ha registrato ricavi per 334 milioni di sterline. Il gruppo Nikkei, fondato nel 1876, comprende l’omonimo quotidiano, con oltre 3 milioni di abbonati, la rivista economica in lingua inglese “Nikkei Asian Review”, “Tv Tokyo” e il canale di news finanziarie “Nikkei Cbnc”. Grecia Tsipras dopo aver incassato l’ok del Parlamento al secondo pacchetto di riforme (ha votato a favore anche Yanis Varoufakis) avvia i negoziati con l’ex-Troika per chiudere entro il 20 agosto (data in cui dovrà rimborsare 3,5 miliardi alla Bce) l’accordo per il terzo piano di salvataggio di Atene. Una settimana fa 39 deputati del suo partito si erano messi di traverso ai primi interventi chiesti dalla Troika per riaprire i colloqui in vista del nuovo piano di aiuti da 83 miliardi. Ieri i dissidenti si sono ridotti a 35. I negoziati delle prossime settimane non saranno però facili e a gelare i facili entusiasmi ci ha pensato implacabile l’Fmi: «Il taglio del debito ellenico deve essere una parte integrante del nuovo programma», ha detto il portavoce Gerry Rice. Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble hanno detto più volte di essere contrari a una riduzione secca dell’esposizione greca.