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 2015  luglio 19 Domenica calendario

MARGINE DI TOLLERANZA – 

Margine di tolleranza
Professoressa. Anche quest’anno ci sono i soliti ritardatari alla consegna dello scritto… Eppure abbiamo concesso a tutti quasi un mese per preparare l’elaborato.
Professore. Sai come vanno le cose. Cominciano piano piano, alla fine ci danno dentro, ma non tutti riescono a stare nei tempi. Avevamo detto la mezzanotte di mercoledì, nevvero?
Professoressa. Precisamente. Si era preferito il mercoledì rispetto alla domenica per non dare adito ad accuse di voler far lavorare gli studenti durante il finesettimana. Comunque guarda qua… Paolini, un giorno di ritardo. Bertelli, sei ore oltre il limite. Manconi, addirittura due giorni dopo. Marolin, venticinque minuti. Anche Zanetti, sei minuti dopo la mezzanotte, proprio non ce la faceva a consegnare in tempo? Sei minuti, suvvia.
Professore. Come pensi che dovremmo comportarci?
Professoressa. Io respingerei tutti i ritardatari in blocco senza neanche aprire le mail. Ci mettono in difficoltà con i loro trentacinque colleghi che sono stati puntuali. (Anche la Rosoli: appena tre minuti prima della mezzanotte, ma comunque ci è riuscita!) Se li accettiamo, magari non fioccheranno i ricorsi, ma senz’altro si diffonderà il malumore.
Professore. Mi sembra però che dovremmo fare una distinzione tra quelli come Zanetti, che hanno consegnato pochissimo dopo la mezzanotte, e quelli come Manconi, che se la sono presa veramente comoda. Se tracciamo una linea netta, Zanetti si ritrova con Manconi, mentre io lo vedrei più con la Rosoli, in zona Cesarini.
Professoressa. Ma se non tracciamo questa linea dobbiamo tracciarne un’altra, e non mi è chiaro perché fare un regalo a Zanetti piuttosto che agli altri ritardatari.
Professore. Io adopererei la nozione di margine di errore. C’è un margine di errore per tutto, dai limiti di velocità alla misura dell’elasticità di una molla. C’è un margine di errore per i tempi di consegna degli elaborati. Magari possiamo rendere più esplicite le cose e dire alla fine del corso che la consegna è per la mezzanotte del primo martedì del mese, con un margine di errore di…
Professoressa. Di quanto? Voglio proprio vederti a proporre una cifra qui.
Professore. Diciamo di sei ore. Tanto per essere ragionevoli. Farebbe ridere un margine di errore di trenta secondi, come pure suonerebbe strano un margine di dieci giorni.
Professoressa. E secondo te questo cambierebbe le cose?
Professore. Ci darebbe una certa flessibilità nell’applicare la norma.
Professoressa. Non vedo come. Chiunque si senta dire che la scadenza è a mezzanotte, con un margine di tolleranza di sei ore, penserà a buon diritto che la scadenza vera è alle sei del mattino del giorno dopo. Bertelli consegnerà a mezzogiorno e Zanetti sei minuti dopo le sei. Fissare una scadenza con un margine di errore preciso equivale a tracciare una linea netta, né più né meno che fissare una scadenza precisa.
Professore. E se applicassimo il nostro margine di errore con un certo margine di errore? Chessò, sei minuti? In tal caso almeno il Zanetti…
Professoressa. Sei proprio testardo. La nozione di margine di errore è una nozione descrittiva. Serve a segnalare una limitazione dei nostri metodi per venire a conoscenza di qualcosa (l’elasticità di una molla, la misura di un angolo). Ma tu proponi di usare una nozione normativa di margine di errore. Nel mondo delle norme, un margine di errore crea semplicemente una nuova norma e cancella la precedente. Dammi retta: respingiamo Zanetti alla pari di Bertelli e di tutti quelli che hanno consegnato in ritardo. Un ritardo è un ritardo, non importa come lo si definisca.