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 2015  luglio 22 Mercoledì calendario

IL LINGOTTO NON SALIRA’ PIU’ PER COLPA DEI BITCOIN

L’oro? Era una specie bitcoin. Così David Weidner, columnist di MarketWatch, un sito del Wall Street Journal, ieri ha definito il metallo giallo. I vecchi risparmiatori resteranno allibiti: quello che un tempo era il rifugio sicuro per eccellenza perché tangibile paragonato a una cosa che non esiste o perlomeno non si può toccare. Il ragionamento di Weidner può sembrare provocatorio, ma vale la pena di seguirlo con attenzione perché si tratta pur sempre di decidere come investire i propri risparmi nel modo migliore in un mondo sempre più smaterializzato. Weidner ricorda che l’oro «era un mezzo di pagamento universale; i governi lo tenevano nei forti; le banche nelle casseforti. Era il più prezioso dei metalli». Quando i mercati e le economie crollavano e il valore della valuta cartacea era a rischio, gli investitori lo acquistavano perché era considerato una sicurezza. Ma tutto questo succedeva molto tempo fa. L’oro è crollato del 40% dal picco del 2011. E, secondo Jeff Reeves, un altro columnist di MarketWatch, «il trend di lungo periodo resta nettamente contrario all’oro». Reeves si definisce un «agnostico» perché non vuole entrare in teorie complottiste che girano intorno al mercato dell’oro. L’oro, ricorda Weidner, «è sempre stato la commodity preferita da una nicchia che non si fida di governi, banche centrali, politici e del sistema finanziario. Questa sezione del mercato dell’oro conduce gran parte delle compravendite e incoraggia molta della frenesia a esso legata». Weidner premette di non avere nessuna prova concreta, ma pensa che «il valore dell’oro è inflazionato da gente che non sta investendo in una materia prima ma in un sistema di convinzioni che potrebbe anche includere gli elicotteri neri e l’invasione Usa del Texas». «La cosa triste», sostiene il columnist, «è che l’oro è sempre stato una scommessa per allocchi. Dovrebbe proteggere dall’inflazione e non lo fa. Dovrebbe mantenere il proprio valore e non lo fa. Per queste ragioni, dovrebbe essere la valuta per eccellenza, ma non lo è». Per il gestore di fondi e blogger Barry Ritholtz, l’oro non ha fondamentali. E Weidner rincara la dose: «Wall Street, ovviamente, accoglie con favore il business. Dopotutto, l’oro non è esattamente una materia prima utile. Se avesse uno scopo reale significativo, non sarebbe stipato in camere blindate in giro per il mondo. Ma lo scambiamo. Di fatto, non scambiamo nulla». Per Weidner gli aficionados dell’oro hanno sempre ignorato la storia. Nel secolo scorso, infatti, l’oro ha avuto almeno mezza dozzina di bolle che sono scoppiate nel 1915-20, 1941, 1947, 1951-66, 1974-76, 1981, 1983-85, 1987-2000 e 2008. «Se molte di queste date sembrano avere un filo conduttore», sottolinea il columnist, «è perché lo hanno. Erano, in linea di massima, periodi di espansione economica. Chi vuole l’oro quando il mercato azionario è in pieno boom o i prezzi delle case vanno a gonfie vele? Sostanzialmente, oggi il mercato dell’oro non è diverso. Le azioni stanno mantenendo i massimi assoluti. E i tassi di interesse potrebbero salire prima della fine dell’anno». Il prezzo dell’oro, invece, sta calando. La differenza sta di quanto colerà a picco e quanto tempo potrà durare il crollo. Visto che siamo un mondo sempre più tecnologico, osserva Weidner, «l’oro ha più concorrenti». E tra questi spiccano «le criptovalute come i bitcoin, che soddisfano i bisogni della nuova generazione di scettici. Il mercato dei bitcoin promuove se stesso come alternativa ai mercati delle monete e come copertura contro l’inflazione. Il valore dei bitcoin, come quello dell’oro, si basa sulla fiducia dell’acquirente e nulla di più». Secondo Weidner, le criptovalute possono anche dimostrarsi utili, ma questo non significa che le contrattazioni dell’oro scompariranno. «Nel breve periodo», è la conclusione di Weidner, «molte asset class, tra cui le obbligazioni e le azioni stanno generando, o si apprestano a generare, migliori rendimenti. E in fin dei conti, anche i fan dell’oro preferiscono gli utili alla protezione dal rischio. Quando il ciclo svolterà, l’oro tornerà ad avere il suo momento. Ma con l’emergere di alternative come i bitcoin, questo giorno sarà meno luminoso e splendente».