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 2015  luglio 22 Mercoledì calendario

BARRETO, L’UOMO OVUNQUE

Meglio di Edgar Barreto, nell’ultima stagione a Palermo, sul piano del rendimento (lo dicono i numeri) hanno fatto solo Vazquez e Dybala. Tanta qualità ed esperienza saranno utilissime a Walter Zenga per traghettare la Sampdoria verso la fase a gironi dell’Europa League.
Barreto, nella Samp di oggi ci sono sei giocatori (Palombo, Moisander, Cassani, Silvestre e Fernando) con varie esperienze nelle coppe europee. Nessuno, però, ha sulle spalle tante gare internazionali come quelle giocate da lei con il Paraguay.
«Sono arrivato oltre le 100 presenze, sommando le 45 nelle selezioni giovanili e le altre 60 con la nazionale maggiore. Il ricordo più bello rimane l’argento olimpico conquistato ad Atene. Sono pronto a mettere la mia esperienza al servizio del gruppo. Questa è una Samp che arriva da una stagione eccezionale, con una rosa ulteriormente migliorata, e possiede per di più un tasso tecnico molto elevato».
La Sampdoria nel destino di Barreto, così racconta la storia. Si può dire?
«Le cose stanno esattamente in questo modo. Conosco i colori blucerchiati sin da quando ero bambino, e in Paraguay trasmettevano le partite del campionato italiano. Nella Samp giocavano Vialli, Mancini e Lombardo. Era la squadra dello scudetto... Lì è nata sicuramente una simpatia verso questi colori. Quei giocatori mi sono rimasti impressi nella mente. Ora il destino mi ha portato qui, ma la forza della Samp è riconosciuta ovunque».
Cosa non si fa per Barreto. Zamparini e Ferrero se le sono suonate (a parole) per molto tempo.
«Ma alla fine si sono chiariti, e questo è ciò che conta. Certo, mi ha fatto piacere essere conteso fra due società, ma di sicuro la Sampdoria ha dimostrato più di chiunque altro di volermi con grande insistenza e convinzione».
Barreto uomo-spogliatoio.
«Fa parte delle mie caratteristiche. Ho sempre cercato di dare una mano ai compagni più giovani, che hanno bisogno di qualche punto di riferimento. Il gruppo si forma anche da qui».
Condivisione delle responsabilità. Zenga vi fa crescere anche in questo modo.
«Per mantenere una stagione ad alto livello bisogna farsi sempre trovare pronti, e per riuscirci serve essere responsabili. Sembrano dettagli minimi, in realtà sono fondamentali in una stagione».
L’eredità di Mihajlovic è pesante o rappresenta uno stimolo?
«Scelgo la seconda risposta. La sua Samp è arrivata molto in alto, sta a noi cercare di fare ancora meglio. L’obiettivo è questo».
Prendendo esempio da lei... Si ricorda come l’avevano soprannominata all’Atalanta?
«Certo: “cagnass”, cioè cagnaccio in dialetto bergamasco, dopo che i compagni mi avevano visto al lavoro nella prima settimana... In un certo senso io sono così. Posso mancare di lucidità, ma lavoro sempre al servizio della squadra».
Diciassette giorni di ritiro: lei chi mette sul podio?
«Tutti, ma citazione speciale per gente come Soriano e Palombo, Correa e Muriel. Hanno classe ed esperienza, eppure non mollano mai. Serviranno uomini così per affrontare anche tre gare in otto giorni. E poi ci sono due uomini in ogni ruolo. Una garanzia».