Avvenire 22/7/2015, 22 luglio 2015
NOMI – Dopo aver svuotato completamente la città di Mosul dalla sua componente cristiana a partire dallo scorso 16 luglio, aver vandalizzato le chiese o averle trasformate in moschee, l’Is ha deciso che ogni riferimento pubblico al cristianesimo dovrà essere cancellato
NOMI – Dopo aver svuotato completamente la città di Mosul dalla sua componente cristiana a partire dallo scorso 16 luglio, aver vandalizzato le chiese o averle trasformate in moschee, l’Is ha deciso che ogni riferimento pubblico al cristianesimo dovrà essere cancellato. «I negozianti – si legge su Ankawa.com – dovranno cambiare le insegne» che ricordano il cristianesimo ma «anche quelle che si rifanno alla storia in genere, usando nomi più in linea con la nuova dittatura instaurata in città». Così anche i quartieri dovranno cambiare nome: quello del “Qasr Al Matran” (palazzo dell’arcivescovo) si chiamerà “Ghasua” (che significa invasione militare), quello di Hawi Al Kanisa sulla sponda occidentale del Tigri si chiamerà Jihad e quello di “Hush Al Biya” (Cortile della Chiesa) si chiamerà Al Khalifa (Califfo).