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 2015  luglio 21 Martedì calendario

Quattro italiani rapiti in Libia • L’accordo Ue sui migranti • La Cassazione ha stabilito che non serve più la chirurgia per cambiare sesso all’anagrafe • Il pusher del sedicenne ucciso dall’ecstasy è un suo compagno di scuola • Il diciassettenne sgozzato a Pesaro • È morto Elio Fiorucci Rapiti Quattro italiani sono stati rapiti nella zona di Mellitah, vicino Tripoli

Quattro italiani rapiti in Libia • L’accordo Ue sui migranti • La Cassazione ha stabilito che non serve più la chirurgia per cambiare sesso all’anagrafe • Il pusher del sedicenne ucciso dall’ecstasy è un suo compagno di scuola • Il diciassettenne sgozzato a Pesaro • È morto Elio Fiorucci Rapiti Quattro italiani sono stati rapiti nella zona di Mellitah, vicino Tripoli. Sono dipendenti della società di costruzioni e manutenzione di impianti energetici Bonatti di Parma. Si tratta di Filippo Calcagno, 65 anni, di Piazza Armerina, in provincia di Enna; Fausto Piano, 61 anni, di Capoterra, nel Cagliaritano; Gino Pollicardo, 54, originario di Monterosso, nello Spezzino; Salvatore Failla, 46 anni, di Carlentini, in provincia di Siracusa. Il sequestro è avvenuto alle 21 dell’altro ieri: i quattro, che viaggiavano su un furgoncino con un autista africano, dopo aver superato un posto di blocco sono stati fermati e prelevati da un gruppo armato. L’autista, invece, è stato legato al volante e lasciato sul posto, alle porte di Zuwara, la «capitale» degli scafisti. Calcagno, Piano, Pollicardo e Failla erano partiti dalla Tunisia, diretti al complesso petrolifero di Mellitah. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha detto che «è difficile dopo poche ore capire natura e responsabili». Secondo il titolare della Farnesina, in ogni caso, il rapimento non rappresenta una ritorsione contro l’Italia per il suo appoggio in sede delle Nazioni Unite al governo di unità che si sta tentando di formare. Dalla Farnesina, comunque, si ricorda di avere ampiamente sconsigliato agli italiani di restare in Libia già da febbraio, mese in cui l’ambasciata a Tripoli aveva sospeso temporaneamente le proprie attività, e di avere proceduto all’evacuazione di tutti i connazionali che ne avessero fatto richiesta. Nel frattempo, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo. Le piste: rapimento tribale a fin di soldi, blitz jihadista contro l’Italia, faida fra fazioni islamiche o mercato degli esseri umani fra le tribù del deserto. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Migranti L’accordo Ue sui migranti arriva, ma è meno ambizioso di quello immaginato a maggio dalla Commissione europea. Ieri i ministri dell’Interno dei Ventotto riuniti a Bruxelles hanno deciso di ripartirsi nei prossimi due anni 35mila rifugiati sbarcati sulle coste di Italia e Grecia. La proposta firmata da Jean Claude Juncker prevedeva che la ripartizione toccasse 40mila richiedenti asilo (24mila dall’Italia e 16mila dalla Grecia). Verranno ridistribuiti tra gli stati membri anche 20mila persone attualmente ospitate nei campi Unhcr in Africa. A dicembre i governi faranno di nuovo il punto, convinti di poter arrivare ai 40mila perché ieri diversi ministri, a partire da quelli di Spagna e Polonia, nel chiuso della riunione hanno spiegato che dopo le elezioni di autunno aumenteranno la loro disponibilità. Non a caso Varsavia, dove il governo di Ewa Kopacz è assediato dai populisti di destra, al momento prenderà solo un migliaio di migranti, la metà di quanto previsto da Bruxelles. La Spagna di Rajoy si ferma a un terzo. Si sono invece chiamati fuori Ungheria e, a sorpresa, l’Austria: non ospiteranno nessun migrante. D’altra parte la Germania per non far naufragare il piano ne prenderà 10.500, qualche migliaio in più di quelli previsti dalla Commissione. La Francia, inizialmente critica, ha confermato il numero previsto da Juncker di 6.752. L’Irlanda accoglierà 600 migranti pur avendo la possibilità di restare fuori dal sistema come Gran Bretagna e Danimarca in virtù di una storica esenzione dalle politiche migratorie. I primi trasferimenti inizieranno a ottobre. Trans Sonia Marchesi, fu Massimiliano, è la prima trans a cui verrà riconosciuta la nuova vita dal punto di vista anagrafico senza passare dall’operazione chirurgica ai genitali. Così ha deciso la Cassazione dopo anni di battaglie legali. La sentenza è storica, e avvicina l’Italia a Spagna, Gran Bretagna e Germania. Nel 1999 la Marchesi - che da venticinque anni viveva ed era socialmente riconosciuta come una donna, ma all’anagrafe risultava ancora iscritta come uomo - aveva avviato le pratiche per l’operazione. La richiesta al giudice, il permesso, la terapia e tutto l’iter. Ma si è fermata poco prima del traguardo: «Avevo capito che stavo benissimo così, con me stessa e la mia sessualità». Ieri la Corte Suprema ha deciso che «il desiderio di realizzare la coincidenza tra soma e psiche è il risultato di un’elaborazione sofferta della propria identità di genere realizzata con il sostegno di trattamenti medici e psicologici». Bastano lunghe cure ormonali e una relazione psicologica. Interventi al seno e ai cosiddetti caratteri sessuali secondari. In altre parole: un travestito senza questo percorso non potrà ottenere il cambio dei dati. Ma non si richiederà più a una trans «il sacrificio del diritto alla conservazione della propria integrità psico-fisica». Sonia strapperà via Massimiliano anche sulla carta, e di fatto potrà sposarsi e adottare figli: è una donna, per stato civile, nome e sesso. Fino a ieri quando tirava fuori i documenti doveva spiegare perché sulla foto c’era un uomo, un nome maschile: «Non sai quanto può essere imbarazzante. Una volta al Pronto soccorso ho dato i miei documenti e mi hanno risposto: “Scusi, c’è un errore, ci ha dato i documenti di suo marito”». (Lombardo, Sta). Ecstasy Lo spacciatore che ha venduto l’ecstasy a Lamberto Lucaccioni, il sedicenne morto di overdose l’altra notte al Cocoricò di Riccione, ha solo 19 anni e frequentava la stessa scuola della vittima a Città di Castello. I carabinieri che domenica sera si sono presentati a casa sua, contestandogli lo spaccio e la morte in conseguenza di un altro reato, raccontano che T.C., fresco di diploma al liceo Plinio il Giovane, si è messo a piangere davanti ai genitori. Il giovane, che non ha precedenti, ha ammesso subito di essere stato lui a procurare tre grammi di Mdma a Lamberto Lucaccioni e ai suoi amici, il che gli ha risparmiato il fermo e le manette: è denunciato a piede libero. Delitto Ismaele Lulli, 17 anni. Di Sant’Angelo in Vado, nel Pesarese, «solitario», «un po’ eccentrico», viveva con la madre che domenica scorsa ne denunciò la scomparsa. Trovato ieri a pochi chilometri da casa, in un boschetto in fondo a un dirupo, riverso a pancia sotto, la gola tagliata e le mani legate con nastro isolante, il volto e il corpo zuppi di sangue, dietro la chiesa di San Martino in Selvanera. Secondo gli inquirenti è molto probabile che ci sia stato portato e che la morte sia avvenuta altrove. Chi l’ha ucciso, per nascondere l’omicidio, ha mandato un sms dal suo cellulare: «Vado via, non cercatemi. Andrò a Milano». Tra domenica 12 e lunedì 13 luglio a Sant’Angelo in Vado, poco più di quattromila abitanti in provincia di Pesaro. Fiorucci È morto ieri a 80 anni, colto da un improvviso malore nella sua casa a ridosso del centro di Milano, Elio Fiorucci, il genio della moda che ha inventato lo street-style. «La sua straordinaria carriera inizia nel ‘67 quando apre il suo primo negozio a Milano, vicino a piazza San Babila, diventato poi luogo di culto. Con Celentano che arriva all’inaugurazione su una Cadillac rosa. Due anni prima Fiorucci, figlio di un commerciante di pantofole, aveva fatto un viaggio a Londra attratto dall’energia della città, da Carnaby Street, dal negozio di Biba. E così, nel cuore di una Milano grigia che il movimento degli studenti voleva rivoluzionare, Elio crea un negozio dove si respira la voglia di creatività e di innovazione, con i primi jeans stretch che esaltano i glutei delle ragazze, le minigonne, gli abiti con le stampe a fiori, gli hot pants, le sue memorabili t-shirt che vanno a ruba. Ma Fiorucci pensa in grande e già nel ‘76 è a New York, sulla 59esima strada dove inaugura un altro luogo di culto, lavorando insieme agli architetti Andrea Branzi, Ettore Sottsass e Franco Marabelli. Andy Warhol aveva grande ammirazione per lui: quest’italiano così avanti e con antenne così potenti capaci di intercettare i fenomeni più innovativi e curiosi legati al mondo dell’arte, della moda, del design ma anche della musica. Un interprete dello street style. È stato lui uno dei primi a scoprire Madonna, allora un’esordiente poco nota, che arruola per l’inaugurazione, nel ‘77, dello Studio ‘54 a New York» (Asnaghi, Rep).