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 2015  luglio 21 Martedì calendario

Giraffe per Sette - Denuncia fatta dalla Cgf (Giraffe conservation foundation): il numero delle giraffe si è ridotto del 40% (nel 1999 erano 140mila, oggi sono 80mila)

Giraffe per Sette - Denuncia fatta dalla Cgf (Giraffe conservation foundation): il numero delle giraffe si è ridotto del 40% (nel 1999 erano 140mila, oggi sono 80mila). Due delle nove sottospecie di giraffa presenti in Africa sono tra gli animali più minacciati al mondo: si tratta della giraffa di Rothschild (circa 1.050 esemplari in Uganda e Kenya) e di quella del Niger (meno di 300 esemplari). Giraffa camelopardalis della famiglia Giraffidae (l’unico altro animale che fa parte di questa famiglia è l’okapi). Vive nell’Africa a sud del Sahara. La parola “giraffa” deriva dall’arabo “zarāfa”, a sua volta derivato dall’egiziano “zor-aphé” che significa “lungo collo”. In passato la giraffa era chiamata “camelopardo” perché si credeva che fosse un incrocio tra un cammello e un leopardo. Nella parte del deserto del Sahara situata a nord-ovest del Niger sono state scoperte incisioni di 7-9000 anni fa raffiguranti due giraffe, una delle quali alta più di sei metri. Sono profondamente incise nella roccia e rifinite mediante un’attenta levigatura. La giraffa era un animale di vitale importanza per le prime popolazioni africane, che la consideravano propiziatrice della pioggia. All’epoca il Sahara era una distesa coperta di alberi, erba, fiumi e laghi. La prima giraffa in Europa la portò Giulio Cesare da Alessandria nel 46 a.C. Negli scavi di Pompei sono state trovate zampe di giraffa, il che fa pensare che gli antichi abitanti si nutrissero anche di questo animale. Nel 1487 Lorenzo de’ Medici ebbe in dono dal Sultano d’Egitto un camelopardo. Fu descritto come un animale magnifico, perché «era sette braccia» alto, «e ’l piè come ’l bue» e così pacifico da prendere una mela dalla mano di un bambino. Sollevò tanta curiosità che dovettero portarla in giro per conventi perché la vedessero anche le suore di clausura. Finì addirittura in una Adorazione dei magi del Ghirlandaio (nella Cappella Tornabuoni, a Santa Maria Novella) e nell’incompiuto Tributo a Cesare di Andrea del Sarto, nella Villa di Poggio a Caiano (Prato). Arriva fino a sette metri d’altezza. Cuore e cervello distano tre metri e il sistema vascolare è dotato di speciali valvole che garantiscono al cervello un adeguato afflusso di sangue. «La giraffa ha il cuore / lontano dai pensieri. / Si è innamorata ieri / e ancora non lo sa» (Stefano Benni). Il cuore è lungo 60 centimetri e pesa più di 11 chili. pompa 50 litri di sangue al secondo. L’animale ha la pressione più alta tra i mammiferi, quasi il triplo di quella umana. Ha da due a cinque piccole corna vellutate in testa. Ce l’ha già alla nascita, quando sono solo formazioni cartilaginee piatte sul cranio che, nel giro di una settimana, si raddrizzano e cominciano a ossificarsi. Il mantello, maculato, è diverso per ogni individuo. Quando corre può arrivare a una sessantina di chilometri orari. Beve solo una volta ogni due giorni, dato che ricava i liquidi necessari alla sopravvivenza dalle foglie di cui si nutre. Quando deve abbeverarsi a un fiume, deve farlo a zampe divaricate, per poter scendere in basso. In questa posizione è una facile preda. Le femmine partoriscono, in piedi a zampe divaricate, nello stesso luogo in cui sono nate. Al momento della nascita il cucciolo di giraffa si presenta con i piedi in avanti. Prima tira fuori uno zoccolo, poi sguscia all’esterno con il resto del corpo. Siccome la madre partorisce in piedi, cade a terra da un’altezza di circa due metri. Il cucciolo appena nato è alto un metro e 80. Dormono meno di due ore al giorno, in piedi. Si accovacciano a terra solo per brevi riposi. Una giraffa mangia circa 35 chili di erbe e foglie al giorno. Le giraffe mangiano le acacie, e queste hanno imparato a difendersi: rilasciano una sostanza chimica che rende amare le foglie. Liberano anche una “zaffata d’avvertimento” che, portata dal vento, avvisa gli alberi circostanti di fare la stessa cosa. Dal canto loro, le giraffe cercano sempre di avvicinare le acacie sopravvento. La lingua della giraffa è lunga fino a 50 centimetri e arriva a pulire le orecchie. È di colore blu notte per non scottarsi al sole. «Quando mi baciava, sembrava una giraffa triste» (Barbara Stanwick a proposito di Gary Cooper). Il nome swaili della giraffa è “twiga”. Flavio Briatore lo scelse per il suo beach club in Versilia perché «la giraffa la vede lunga e guarda le cose dall’alto con distacco». Le giraffe, nonostante il collo smisurato, hanno solo sette vertebre cervicali, come l’uomo. Ogni vertebra misura fino a 25 centimetri. Tra un accoppiamento e l’altro passano più di 15 mesi: questa è infatti la durata di una gravidanza, periodo nel quale la femmina non accetta di unirsi al maschio. Quando si accoppiano, lo fanno solo per un breve periodo e una volta ogni due settimane. Il maschio assaggia l’urina della femmina per capire se è nel momento fertile. Le giraffe vivono in branchi composti da 10 a 70 individui, maschi e femmine separati. I maschi decidono la gerarchia prendendosi a colpi di collo (necking) anche per 20 minuti di seguito. Talvolta questi scontri si concludono con un rapporto omosessuale (che è pratica sessuale diffusa nel 50% delle giraffe maschi). L’odore di una giraffa, sottovento, si sente fino a 250 metri di distanza. I primi esploratori lo paragonarono «a un alveare di miele d’erica a settembre». In natura la vita media della giraffa è di circa 20 anni, più lunga in cattività. La giraffa dello zoo di Rotterdam che ha salutato con un bacio l’addetto che si è occupato di lei per tanti anni, malato terminale di cancro. Aleksandre, 4 anni, maschio di giraffa alto più di 3 metri e dal peso di 920 chilogrammi, fuggito a Imola dal circo Rinaldo Orfei. Si è ritrovato in mezzo al traffico e ci hanno messo tre ore per acciuffarlo: ci sono riusciti sparandogli due siringhe di anestetico. Però quando si è svegliato, fiaccato dall’emozione e dal sonnifero, ha avuto un infarto ed è morto. Polemiche lo scorso anno perché allo zoo di Copenaghen hanno ammazzato la giraffa Marius che «era di troppo». Poi hanno fatto l’autopsia davanti alle scolaresche e gettato i pezzi nella gabbia dei leoni, sempre davanti agli spettatori.