la Repubblica - Affari & Fiananza 19/7/2015, 19 luglio 2015
LA MATTEL IN CRISI. MANCA CREATIVITÀ E LE DECISIONI SONO RALLENTATE DALLA BUROCRAZIA
Per vendite è ancora il numero uno mondiale dei giocattoli. Può contare su prodotti iconici come le casette della Fisher Price, le macchinine Hot Wheels e, ovviamente, la Barbie. Eppure Mattel sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia. Che ne mette a repentaglio la leadership nel settore, insidiata proprio dall’avanzata di Lego. Utili e fatturato sono in caduta libera da due anni. Il bilancio 2014 si è chiuso con vendite in calo del 7%, poco sopra i sei miliardi di dollari, e utili dimezzati, sotto quota 500 milioni. Colpa di una disastrosa campagna natalizia, il periodo dell’anno in cui la multinazionale californiana concentra un terzo degli affari. Al termine della quale il Ceo l’amministratore delegato Bryan Stockton, da tre anni al vertice della società, ha rassegnato le dimissioni, sostituito da Christopher Sinclair, 64 anni. Il suo primo impegno sarà cambiare la cultura aziendale di Mattel, ora dominata da una burocrazia interna che rallenta il processo creativo e l’innovazione. Ma i risultati in questi primi due trimestri dell’anno restano negativi. E per recuperare risorse il Ceo potrebbe decidere di limitare i generosi dividendi. Negli ultimi 16 mesi il titolo ha perso il 40%. Da inizio anno, nonostante il cambio di dirigenza, circa il 16%. (f.s.)