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 2015  luglio 21 Martedì calendario

LA PRIMA ASSISTENZA? NELLE STAZIONI

Aumentano le persone senza fissa dimora che si rivolgono agli Help center nelle stazioni ferroviarie. Nel 2014 i 14 sportelli distribuiti sul territorio nazionale hanno dato assistenza a 31.702 utenti, il 26% in più rispetto al 2013, con 45 operatori in media ogni ora.
Sono i dati del rapporto dell’Osservatorio nazionale sul Disagio e sulla solidarietà (Onds) nelle stazioni italiane 2014, presentato ieri mattina nella sede di Ferrovie dello Stato a Roma. Gli interventi svolti l’anno scorso sono stati in tutto 470.822. I centri sono a Catania, Messina, Bari, Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Chivasso, Genova Cornigliano, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Roma Termini, Napoli Centrale, Pescara, Foggia, Melfi. Presto ne saranno aperti a Trieste e Viareggio; in fase di studio per Genova Porta Principe, Venezia Mestre, Pisa, Livorno, Palermo e Villa San Giovanni. Come ha spiegato Alessandro Radicchi, direttore di Onds, siamo davanti ad una «buona prassi» tutta italiana che utilizza metodi informatizzati che consentono di realizzare un monitoraggio preciso degli utenti in tutti i centri. Due i livelli di servizi offerti: servizi ’a bassa soglia’ (soprattutto Messina e Bari) per dare assistenza sanitaria e vitto soprattutto agli extracomunitari; altrove gli Help center orientano gli utenti nella ricerca di lavoro e soluzioni per uscire uscire dalla precarietà. Michele Mario Elia, Amministratore delegato di Fs ha parlato delle stazioni ferroviarie come «metafora della mobilità urbana e metropolitana e polo multifunzione – pubblico e privato – supportato da reti locali».
Per gli utenti, il 65% proviene da 10 Paesi e gli italiani restano il gruppo più numeroso con il 25,4%, seguiti dai romeni, con il 15,9% e Marocco (6,7%), Tunisia (3,4%), Afghanistan (2,5%), Polonia (2,4), Nigeria, Perù e Pakistan al 2,2 e Ucraina al 2,1. Per il restante 33,3% si tratta di ’transitanti’ verso altre sistemazioni.
Solo a Roma nel 2014 i nuovi utenti sono aumentati del 58%: 1.722 persone su un totale di 2.927. Una tendenza che si conferma anche nel 2015. Dal primo gennaio a oggi hanno chiesto aiuto 2.700 persone disagiate (650 italiani), di cui 1.600 nuovi utenti. L’anno scorso i centri sono stati aperti complessivamente una media di 104 ore al giorno e i giorni di effettiva apertura sono stati 3.570. Le ore di lavoro sono state in tutto 1.324.052 per un valore economico di intervento pari a 23.104.715 euro.
«La stazione ferroviaria insieme alle metropolitane, ai terminal degli autobus – nota Vincenzo Castelli dell’associazione On the road che gestisce il centro di Pescara – rappresenta un luogo (o forse non luogo) su cui operare con forza con interventi sempre meno assistenziali e sempre più strutturali e a forte valenza culturale. I centri Onds devono sempre più essere in grado di costruire progettualità per offrire casa (attraverso l’housing sociale, l’autocostruzione, la costruzione solidale), per offrire lavoro (imprese di strada, cooperative di nuova generazione), spazi di produzione creativa e culturale da parte degli abitanti dei nostri centri (cinema, teatro, creatività e poesia di strada)».
La ricercatrice Eleonora Romano, che ha analizzato i dati, nota che «in alcune città si registra anche un aumento dell’insofferenza nei confronti delle persone senza dimora, soprattutto degli immigrati. È chiaro che la presenza sempre più consistente di uomini e donne in evidente difficoltà interroga ciascuno cittadino sulle possibili soluzioni e, più profondamente, sulla necessità di un impegno aggiuntivo nel nostro essere solidali».