Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 19/7/2015, 19 luglio 2015
Giura il nuovo governo Tsipras.Lunedì riaprono le banche e scattano gli aumenti delle nuove aliquote Iva– Il governo greco cambia pelle in corsa: si “tura il naso” sulle riforme che non condivide, ma ha dovuto approvarle per evitare l’espulsione di Atene dall’euro e il fallimento del Paese
Giura il nuovo governo Tsipras.Lunedì riaprono le banche e scattano gli aumenti delle nuove aliquote Iva– Il governo greco cambia pelle in corsa: si “tura il naso” sulle riforme che non condivide, ma ha dovuto approvarle per evitare l’espulsione di Atene dall’euro e il fallimento del Paese. «Siamo pienamente consapevoli che è un accordo duro. Ma il nostro lavoro sarà verificabile», dice Olga Gerovasili, nuova portavoce del governo Tsipras e primo volto femminile nella compagine del governo greco. «Sono giorni cruciali per il paese, le parole non servono. La sfida è ribaltare la situazione e far sì che i cittadini si sentano rassicurati dal governo di Syriza». Impresa non da poco visto che le stime parlano di un calo del Pil del 3% quest’anno, banche da ricapitalizzare e disoccupazione sempre al 27%. Ma ora la musica è cambiata nelle stanze dell’esecutivo. «Il rimpasto adatta il governo alla nuova realtà. Ora serve un grande sforzo per alleviare il peso sulla gente», ha dichiarato il nuovo ministro per la produzione e l’Energia Panagiotis Skourletis, che ha preso il posto di Panagiotis Lafazanis, leader di Piattaforma di sinistra, ala radicale di Syriza, che è stata sbattuta fuori senza tanti complimenti dal governo dopo essere stato contestato dalle gente che rischiava di vedere le proprie case bruciare nell’incendio alla periferia di Atene e dopo aver votato contro il suo governo. I nuovi ministri e viceministri scelti dal premier per il rimpasto con cui sono stati eliminati tutti gli esponenti dell’ala radicale di Syriza hanno prestato giuramento davanti al presidente della Repubblica, Prokopis Pavlopoulos. In tre, tra i quali il nuovo viceministro delle Finanze Alexiadis Trifonas, uomo che dovrà «spegnere l’incendio dell’evasione fiscale», hanno scelto la formula religiosa alla presenza di un vescovo. In vista ci sono le elezioni anticipate a settembre perché l’equilibrio politico è precario: Tsipras non può continuare a chiedere i voti dell’opposizione per far passare le riforme e far finta di niente. I sondaggi gli sono, per ora, favorevoli. Syriza avrebbe il 42,5% dei voti e la maggioranza assoluta con 164 seggi, se gli elettori fossero chiamati oggi alle urne, secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano “Efimerida Ton Syntakton”. Il sondaggio, realizzato dall’istituto Palmos Analysis, indica anche che i democristiani di Nea Demokratia sarebbero al 21,5% (58 seggi) ed i centristi di To Potami all’8% (22). I neonazisti di Alba Dorata sarebbero la quarta forza col 6,5% e 17 seggi, davanti ai socialisti del Pasok al 6% (con 16 parlamentari). L’attuale “junior partner” di governo, i nazionalisti di Anel guidati dal ministro della Difesa Panos Kammenos, avrebbero il 3% e 8 deputati. Il sondaggio specifica che il 70% è a favore dell’accordo e il 73% dei greci continua ad essere a favore della permanenza della Grecia nell’Eurozona. Lunedì aumenteranno le aliquote Iva e riapriranno le banche: il limite giornaliero a 60 euro sul ritiro dei contanti è stato sostituito da un tetto settimanale di 420 euro. Tutti si chiedono se questa volta il terzo piano funzionerà: «Sarà un fallimento”, dice l’ex ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, in un’intervista alla Bbc, ma sono in molti come il premio di Nobel, Joseph Stiglitz, a pensarla allo stesso modo: senza un taglio del debito nessun paese potrà uscire dal circolo vizioso del pagamento dei debiti, austerità e recessione. Che la partita greca (e il destino dell’euro) sia solo rinviata è chiaro a tutti: nel duro braccio di ferro che lo ha visto contrapposto alla cancelliera, Wolfgang Schäuble avrebbe anche messo sul piatto le sue dimissioni quale ultima istanza. Lo ha scritto Der Spiegel sul suo sito. «I politici hanno delle responsabilità», ha detto il ministro delle Finanze al settimanale tedesco, spiegando che nessuno può obbligarli a compiere scelte contrarie alle loro convinzioni. «Se qualcuno ci avesse provato (a costringermi, ndr) sarei andato dal presidente a rassegnare le mie dimissioni». Nel colloquio, Schäuble ha riconosciuto di aver avuto delle opinioni diverse dalla Merkel. Ieri però ha difeso al Bundestag la sua proposta shock di una Grexit temporanea. L’accordo raggiunto, comunque, è un ultimo tentativo di risolvere un problema incredibilmente complicato. Come previsto, la camera bassa del Parlamento tedesco ha approvato il terzo pacchetto di aiuti alla Grecia da 86 miliardi di euro. Ma sono in molti a credere che la tesi di Schauble che vede nella Grecia un elemento di destabilizzazione del quale farebbe volentieri a meno, tornerà di attualità in autunno. La resa dei conti è solo rinviata. Vittorio Da Rold