Marco Imarisio, Corriere della Sera 19/7/2015, 19 luglio 2015
CHI È IL MINISTRO HAIKALIS: DIZIONARI IN TESTA E TIRATE CONTRO MERKEL NAZISTA
Una risata salverà le pensioni greche. «Che male, che male!». Al suo debutto in televisione, Pavlos Haikalis divenne un beniamino dei bambini interpretando un maestro di scuola che quando perdeva le staffe si dava dei gran colpi di dizionario sulla testa, per poi ululare di dolore.
La sua carriera di comico conta molte rappresentazioni teatrali, su YouTube è possibile imbattersi in un Avaro così sguaiato che non solo Molière, ma anche quelli del Bagaglino avrebbero da ridire, una dozzina di film e oltre trenta serie televisive. Il suo successo più grande è arrivato con la partecipazione ai «Cinque piccoli Mitsos» lo show di Lazopoulos, l’attore umoristico più famoso di Grecia, dove interpretava una donna linguacciuta e polemica, che lo fece diventare l’idolo incontrastato delle spettatrici anziane. Dev’essere per quello che gli hanno affidato il ministero della Previdenza sociale.
L’uomo che dovrà convincere centinaia di migliaia di greci a ritardare l’uscita dal lavoro non è esattamente un tecnico. Ma è un personaggio molto amato dai suoi connazionali, che in lui vedono la versione ellenica del sogno americano. Haikalis viene, in senso letterale, dalla strada. «Mi fermavo davanti alle vetrine dei fornai chiedendomi quando avrei potuto permettermi un pezzo di pane». La sua autobiografia è piena di racconti alla David Copperfield. Nato nel 1949 a Katakolo, un piccolo villaggio del Peloponneso, resta orfano a dieci anni. Cresce facendo di tutto, dall’aiuto calzolaio al muratore, fino a quando entra in una scuola di recitazione parrocchiale.
Quella che segue è una storia di gloria televisiva che si interrompe nel 2102. Il suo amico Kammenos, con il quale divide una certa tendenza alle taglie e alle parole forti, ha appena fondato Anel, partito di destra contro l’austerità imposta dalla Troika. Ha bisogno di testimonial popolari, tutto il mondo è paese. Haikalis raccoglie il grido d’aiuto e si fa vedere in giro con addosso la maglietta «La Grecia non è in vendita» targata Anel. Ci prende gusto, e si candida alle elezioni, eletto al primo colpo.
Ma qui comincia la metamorfosi. Il politico Haikalis non fa ridere, anzi. Eviteremo di fare paragoni con comici nostrani che hanno trovato successo in altri settori, ma la temperanza verbale non risulta nelle corde del neoministro. Ha esordito in Parlamento dando del pederasta all’allora premier Lucas Papademos, e da allora è stato un crescendo. Nello scorso febbraio dopo aver paragonato Angela Merkel a Hitler fece ammenda limitandosi ad attribuire alla cancelliera tedesca la professione più antica del mondo. «Sono convinto che solo la violenza possa salvarci» ripete spesso. «L’uomo è il più feroce degli animali». L’elaborazione del suo pensiero politico è ancora in divenire, diciamo così.
La mattina del 19 dicembre 2014 l’ex collega Lazopoulos apre il suo show del mattino rivelando che un lobbysta della Deutsche Bank avrebbe avvicinato un parlamentare greco offrendogli 3 milioni di euro per votare un presidente della Repubblica a lui gradito. Il tentativo di corruzione degli odiati tedeschi è stato rifiutato con sdegno.
Ma chi sarà mai l’eroico deputato? Aspettate, dice Lazopoulos, abbiamo qualcuno in linea. Haikalis rivela di avere sporto denuncia, consegnando anche i nastri delle telefonate. Un bell’applauso. La faccenda desta un certo scalpore, consegnando all’ex comico la fama internazionale che sempre gli era sfuggita. Peccato che il falso risulti evidente. I nastri sono molto disturbati, la magistratura archivierà in fretta. La sua fama di statista perde qualche punto, ma intanto alle elezioni politiche Haikalis viene rieletto grazie a quella sceneggiatura ben scritta. Adesso Alexis Tsipras ha deciso che nel dramma greco la parte della foglia di fico è perfetta per lui. Basta che parli il meno possibile. Che male, che male.