Tommaso Ciriaco, la Repubblica 18/7/2015, 18 luglio 2015
ROTTO IL CERCHIO MAGICO BATTAGLIA PASCALE-ROSSI SILVIO PREPARA LA SVOLTA
ROMA. Scricchiola il cerchio magico, scosso da una battaglia senza precedenti tra Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi. E traballa pure Forza Italia, terminale di ogni dinamica interna alla corte di Arcore. Un caos organizzato sul quale Silvio Berlusconi intende costruire l’Altra Italia, ridimensionando quel che resta degli azzurri. «Nessuno si stupisca – va ripetendo da tempo Denis Verdini - è il meraviglioso mondo berlusconiano ». L’incidente – non il primo, ma stavolta tutti giurano grave per davvero - si consuma mercoledì sera, nel cuore di Roma. La first lady di Arcore festeggia il compleanno con una trentina di amici, la potentissima tesoriera resta fuori dal party. Non invitata, esclusa. Di più. La fidanzata dell’ex Cavaliere spegne le candeline con l’arcinemica Daniela Santanché. Guerriglia estiva, insomma. E il leader? Festeggia pure lui, lascia fare. Forse la misura è colma e può far comodo stravolgere gli equilibri prima del battesimo dell’Altra Italia.
Ma come nasce lo scontro degli scontri, che i diretti interessati ufficialmente negano e ufficiosamente alimentano? Tutta colpa di un’elementare legge della fisica: a furia di restringersi, il cerchio magico ha costretto quasi tutti alla periferia dell’impero. Se però a sentirsi meno centrale di un tempo è addirittura Francesca Pascale, le cose si complicano. La fidanzata vuole pesare di più. Pensa di poter dare qualcosa al partito, né ha mai nascosto questo sogno. E siccome sospetta che ad Arcore non tutti remino nella stessa direzione, passa al contrattacco. Conosce il palcoscenico, è consapevole della forza dei gesti e dei simboli. E infatti invita chi non t’aspetti a festeggiare l’ingresso negli “enta”. Fotografi, telecamere, occhi puntati sull’elenco degli invitati e degli esclusi: il caso è pronto a esplodere. A tavola brindano Berlusconi e le storiche “alleate” Maria Rizzotti e Melania Rizzoli. Ci sono la conduttrice Mara Venier e l’imprenditore Urbano Cairo. Ma partecipano anche Santanché – amica delle origini, poi avversaria – e il direttore del Giornale Alessandro Sallusti. E Maurizio Gasparri, spesso in polemica con “Francesca” per la questione dei gay. «E che c’entra? - risponde - In questo caso ho solo accettato un gradito e cortese invito».
Non si tratta solo di uno scontro tra le due colonne del cerchio magico. «Noi rivoluzionari - tuona Micheala Biancofiore - siamo stati emarginati, ma c’è chi usa Silvio come lasciapassare per il proprio potere personale ». Lasciando depositare la polvere si intravedono crepe alla struttura di potere che guida il partito. Conquistando la Liguria, Giovanni Toti ha ottenuto un successo osservato con crescente preoccupazione dagli altri competitor di corte. L’ingresso in squadra di Andrea Ruggeri – addetto ai rapporti con le tv di Berlusconi – ha ridotto la sfera d’influenza di Deborah Bergamini. Marcello Fiori è considerato da molti della vecchia guardia come un corpo estraneo. E poi cresce di giorno in giorno la pattuglia parlamentare che vuole scalzare la tesoriera. La quale, a dire il vero, ha visto aumentare la schiera dei propri nemici interni, anche perché lavora sodo per far quadrare i conti nonostante le morosità di diversi parlamentari. Senza contare i distinguo di pezzi da novanta come Paolo Romani, la progressiva esclusione dall’inner circle di Maria Stella Gelmini, l’incredibile marginalizzazione di Gianni Letta. Berlusconi, poi, getta altra benzina sul fuoco ammettendo davanti a mezzo partito di voler rottamare per lanciare l’Altra Italia. «Abbiamo due anni prima che si torni al voto. Dobbiamo mettere in campo qualcosa di nuovo, una crociata di democrazia ». E la confusione aumenta.
L’efficacia della linea scelta dopo la rottura del Nazareno è al centro dei dubbi del leader. Prima l’addio di Raffaele Fitto, poi le tensioni con Denis Verdini: e se questa continua emorragia giovasse solo a Renzi? Si mettono in moto i pontieri, provano a farsi sentire le colombe. C’è chi giura che in futuro un ruolo potrebbe giocarlo Diego Della Valle. «Un numero uno», per recente ammissione del capo azzurro. Per adesso i fedelissimi che lo circondano litigano, ma continuano a regnare sovrani. Forse raggiungeranno una nuova tregua. La battuta che Berlusconi si lascia sfuggire sulla soglia di un ascensore della Camera, però, dice che c’è dell’altro: «Fuori il cerchio magico, sennò tutti gli altri si lamentano...».