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 2015  luglio 18 Sabato calendario

LA SIGNORA DELLE NEVI SULLA TERRAZZA D’EUROPA

La giovane signora dalla lunga e bionda treccia, nonostante il notevole pancione - è in avanzata attesa della seconda figlia -, sale con agilità le scale che portano ai 3.466 metri di Punta Helbronner sulla terrazza circolare (14 metri di diametro) più alta d’Europa con una fantastica vista dalla vetta del Monte Bianco al Cervino dal Gran Paradiso al ghiacciaio del Rutor. «Si chiamerà Virginia. Ogni volta che salgo quassù la porto con me, in famiglia siamo abituati a respirare aria d’alta quota», ride Ivette Clavel Mason, 38 anni, architetto di Courmayeur, presidente di Skyway Monte Bianco, la nuova supertecnologica funivia (38 mila metri di funi, 138 milioni di euro d’investimento) inaugurata il 23 giugno dal premier Matteo Renzi.
Gita all’ottava meraviglia del mondo. «Uauu!», gridano i turisti quando, superando i 3 piloni, le cabine ultra panoramiche e rotanti salgono a 9 metri al secondo dalla partenza a Pontal d’Entréves (1.300 m) oltre la stazione intermedia del Pavillon (2173 m) tra pareti di nera roccia e lingue di ghiaccio fino a Helbronner.
In divisa nera gli addetti alla funivia sono particolarmente gentili; nella sala che ospita la mostra dei cristalli del Bianco un album raccoglie i calorosi commenti dei turisti, molti stranieri. Orgoglio valdostano. Al ristorante «Du Petery» un gruppo d’operai è tornato a festeggiare con le famiglie, picozze e grappe sono in vendita al negozio di ricordi, genziane al giardino botanico. Arrivate al «Bistrot des glaciers», davanti ai finestroni aperti su vertiginosi abissi, Ivette, che da 7 anni è consigliere comunale nella giunta di Fabrizia Derriard (altra giovane lady di Courmayeur, anche lei architetto), ricorda con emozione il suo primo discorso in pubblico. «Avevo il terrore di commuovermi: una donna incinta in lacrime! Questa opera è certo un esempio di eccellenza dell’ingegneria italiana, basti pensare che è stata realizzata in poco più di 4 anni con l’impegno di 500 persone. Pensiamo solo ai tecnici e agli operai che hanno lavorato in condizioni estreme anche a 30 gradi sotto zero con venti fino a 150 km. Ma c’è di più. Questa funivia è una scommessa per il nostro futuro. Sono una romantica e m’emoziona il fatto che ora in tanti possano ammirare la bellezza di questi luoghi». Non ha però pianto la tosta signora, tantomeno mostra dubbi sull’impatto ambientale che avrà la superfunivia con relativi ristoranti, terrazze e una sala conferenze da 150 posti.
«Prima di tutto dal 1948 c’era già un vecchio impianto e sono state adottate soluzioni tecniche per ridurre il consumo energetico. Al massimo saliranno 3000 persone al giorno, non arriveremo ai 500 mila passaggi l’anno della funivia dell’Auguille du Midi, versante francese del Bianco». Una frase dell’alpinista Felice Bonaiti citata nel discorso da Clavel è stata ripresa con un tweet da Renzi: «Chi più in alto sale più lontano vede, chi più lontano vede più a lungo sogna». Sarà. A Punta Helbronner, tra Fabrizia Derriard e Augusto Rollandin, il presidente della Valle d’Aosta, Renzi le ha chiesto: «“Ivette con quella pancia non patisci? Io sento la quota”. Gli ho risposto: io sono una montanara!». Donna, 38 anni, incinta. Scherzo: diventerà la Marianna Madia della Valle d’Aosta? «Sono una persona semplice, non ho ambizioni di notorietà. Quando Fabrizia Derriard (gestisce Courmayeur con la lungimiranza di una madre di famiglia) mi ha proposto di entrare nel cda della funivia ho avuto qualche dubbio. Ho già una figlia piccola, Maelle, e tanto lavoro con mio fratello Arnaud nella nostra falegnameria. Ma è un onore partecipare a un momento così importante per la nostra comunità».
Dinastia Clavel. Guida alpina era il nonno Giuliano come i fratelli di nonna Ivette, Ottone e Leone Brown, e suo padre Ottone. Suo fratello Arnaud fu indicato da Walter Bonatti come suo vero erede. Quanto al marito, Peter Mason, arrivato dagli Usa a Chamonix è diventato guida e ha incontrato Ivette. Dopo la laurea in architettura era tornata ai suoi monti. Sorride: «Avevo offerte di lavoro ma non potevo vivere in città! Sono fatalista, le cose a volte succedono! Chi più in alto sale, più lontano vede...».

La giovane signora dalla lunga e bionda treccia, nonostante il notevole pancione - è in avanzata attesa della seconda figlia -, sale con agilità le scale che portano ai 3.466 metri di Punta Helbronner sulla terrazza circolare (14 metri di diametro) più alta d’Europa con una fantastica vista dalla vetta del Monte Bianco al Cervino dal Gran Paradiso al ghiacciaio del Rutor. «Si chiamerà Virginia. Ogni volta che salgo quassù la porto con me, in famiglia siamo abituati a respirare aria d’alta quota», ride Ivette Clavel Mason, 38 anni, architetto di Courmayeur, presidente di Skyway Monte Bianco, la nuova supertecnologica funivia (38 mila metri di funi, 138 milioni di euro d’investimento) inaugurata il 23 giugno dal premier Matteo Renzi.
Gita all’ottava meraviglia del mondo. «Uauu!», gridano i turisti quando, superando i 3 piloni, le cabine ultra panoramiche e rotanti salgono a 9 metri al secondo dalla partenza a Pontal d’Entréves (1.300 m) oltre la stazione intermedia del Pavillon (2173 m) tra pareti di nera roccia e lingue di ghiaccio fino a Helbronner.
In divisa nera gli addetti alla funivia sono particolarmente gentili; nella sala che ospita la mostra dei cristalli del Bianco un album raccoglie i calorosi commenti dei turisti, molti stranieri. Orgoglio valdostano. Al ristorante «Du Petery» un gruppo d’operai è tornato a festeggiare con le famiglie, picozze e grappe sono in vendita al negozio di ricordi, genziane al giardino botanico. Arrivate al «Bistrot des glaciers», davanti ai finestroni aperti su vertiginosi abissi, Ivette, che da 7 anni è consigliere comunale nella giunta di Fabrizia Derriard (altra giovane lady di Courmayeur, anche lei architetto), ricorda con emozione il suo primo discorso in pubblico. «Avevo il terrore di commuovermi: una donna incinta in lacrime! Questa opera è certo un esempio di eccellenza dell’ingegneria italiana, basti pensare che è stata realizzata in poco più di 4 anni con l’impegno di 500 persone. Pensiamo solo ai tecnici e agli operai che hanno lavorato in condizioni estreme anche a 30 gradi sotto zero con venti fino a 150 km. Ma c’è di più. Questa funivia è una scommessa per il nostro futuro. Sono una romantica e m’emoziona il fatto che ora in tanti possano ammirare la bellezza di questi luoghi». Non ha però pianto la tosta signora, tantomeno mostra dubbi sull’impatto ambientale che avrà la superfunivia con relativi ristoranti, terrazze e una sala conferenze da 150 posti.
«Prima di tutto dal 1948 c’era già un vecchio impianto e sono state adottate soluzioni tecniche per ridurre il consumo energetico. Al massimo saliranno 3000 persone al giorno, non arriveremo ai 500 mila passaggi l’anno della funivia dell’Auguille du Midi, versante francese del Bianco». Una frase dell’alpinista Felice Bonaiti citata nel discorso da Clavel è stata ripresa con un tweet da Renzi: «Chi più in alto sale più lontano vede, chi più lontano vede più a lungo sogna». Sarà. A Punta Helbronner, tra Fabrizia Derriard e Augusto Rollandin, il presidente della Valle d’Aosta, Renzi le ha chiesto: «“Ivette con quella pancia non patisci? Io sento la quota”. Gli ho risposto: io sono una montanara!». Donna, 38 anni, incinta. Scherzo: diventerà la Marianna Madia della Valle d’Aosta? «Sono una persona semplice, non ho ambizioni di notorietà. Quando Fabrizia Derriard (gestisce Courmayeur con la lungimiranza di una madre di famiglia) mi ha proposto di entrare nel cda della funivia ho avuto qualche dubbio. Ho già una figlia piccola, Maelle, e tanto lavoro con mio fratello Arnaud nella nostra falegnameria. Ma è un onore partecipare a un momento così importante per la nostra comunità».
Dinastia Clavel. Guida alpina era il nonno Giuliano come i fratelli di nonna Ivette, Ottone e Leone Brown, e suo padre Ottone. Suo fratello Arnaud fu indicato da Walter Bonatti come suo vero erede. Quanto al marito, Peter Mason, arrivato dagli Usa a Chamonix è diventato guida e ha incontrato Ivette. Dopo la laurea in architettura era tornata ai suoi monti. Sorride: «Avevo offerte di lavoro ma non potevo vivere in città! Sono fatalista, le cose a volte succedono! Chi più in alto sale, più lontano vede...».