Angelo De Mattia, MilanoFinanza 16/7/2015, 16 luglio 2015
GIUSTA L’INFORMAZIONE SUL BAIL-IN, MA VA FATTA BENE
Come era stato anticipato nei giorni scorsi su queste colonne, l’Abi ha emesso una circolare con la quale le banche associate sono sollecitate a diffondere il documento della Banca d’Italia che fornisce approfondimenti e chiarimenti sull’avvenuto recepimento della direttiva europea riguardante il risanamento e la risoluzione delle banche, con particolare riferimento al bail-in.
La circolare è a firma, oltreché del direttore generale, del presidente, Antonio Patuelli, che non sottoscrive frequentemente documenti della specie e ciò attesta l’importanza che si annette a una puntuale informativa della clientela sulle innovazioni introdotte. Come ha ricordato Fabio Panetta, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, in una recente audizione parlamentare, quando le misure di intervento precoce su di una banca in difficoltà non risultassero sufficienti, sarà necessario avviare la risoluzione che prevede, in specie, il bail-in, il quale pone le perdite a carico di azionisti e creditori dell’istituto, secondo un ordine gerarchico. Solo dopo avere esaurito tutte le risorse della categoria più rischiosa si passerà a quella successiva.
Gli ultimi dell’ordine saranno i depositi di persone fisiche e quelli delle piccole e medie imprese, prima dovranno contribuire alla risoluzione azionisti e titolari di strumenti di capitale anche a prescindere da un eventuale intervento pubblico; dal 2016 saranno coinvolti anche i creditori senior. I depositi inferiori a 100 mila euro saranno protetti integralmente dai sistemi di garanzia; quelli eccedenti beneficeranno di un trattamento preferenziale rispetto ad altri strumenti.
La Banca d’Italia più volte ha sollecitato che vengano date informazioni esaustive sulle caratteristiche dei diversi strumenti, sui rischi connessi e perché gli strumenti più rischiosi siano esplicitamente riservati a investitori istituzionali. Abbiamo, altre volte, ricordato che si tratta di una svolta storica per quel che riguarda i depositi, finora de facto integralmente tutelati, a prescindere dall’importo.
Una svolta che, però, pone un problema che non può essere accantonato e la normativa, su questo punto non può considerarsi definitivamente stabilizzata, essendo doveroso saggiarne la compatibilità con l’ordinamento nazionale, a partire dall’art.47 della Costituzione sulla tutela del risparmio. Intanto, l’Abi ha fatto bene a rilanciare approfondimenti e delucidazioni e a richiamare la necessità, anche sul piano della promozione dell’educazione finanziaria, di una informativa a vasto raggio sui contenuti, i tempi e le modalità dell’attuazione delle nuove norme. Ma, a questo punto, è necessario che o la stessa Abi o le singole banche predispongano un concreto programma di contatto capillare con la clientela e, più in particolare, che gli istituti dettino, al proprio interno, disposizioni perché gli operatori riservino gli strumenti più rischiosi, come indica la Vigilanza, agli investitori istituzionali.
Compiuta l’analisi sulla base delle norme vigenti, definito il modo in cui conseguentemente comportarsi occorre, ora, non limitarsi a quello che potrebbe apparire solo un mero assolvimento di un obbligo, ma finalizzare i concreti interventi informativi, di assistenza e di consulenza alla negoziazione con la clientela, quando vi sarà, e ai potenziali utenti. Poi si vedranno gli sviluppi sul piano politico-istituzionale della nuova disciplina, ora che diversi mezzi di comunicazione di massa si stanno accorgendo della sua portata e sottolineano l’esigenza di una riconsiderazione.
È un’occasione per le banche di sviluppare una sana competizione in reputazione e immagine per la quale non basta, di certo, un solo atto informativo. Insomma, non è un adempimento di un onere burocratico che, una volta assolto, poi passa nel dimenticatoio; all’opposto, si esige di qui in avanti un’opera di coinvolgimento dei clienti convinta e generosa, che potrà comportare per gli istituti anche dei giudizi sulle loro sensibilità e correttezze.
Angelo De Mattia, MilanoFinanza 16/7/2015