16 luglio 2015
Delitto Giancarlo Nocchia, 70 anni. Proprietario di una storica gioielleria nel quartiere Prati a Roma, «maestro del bulino» (come veniva definito sulla sua pagina web) lo strumento che, amava raccontare, «è per l’orafo come la penna per il poeta, il pennello per il pittore»
Delitto Giancarlo Nocchia, 70 anni. Proprietario di una storica gioielleria nel quartiere Prati a Roma, «maestro del bulino» (come veniva definito sulla sua pagina web) lo strumento che, amava raccontare, «è per l’orafo come la penna per il poeta, il pennello per il pittore». Sposato con Piera, 57 anni, impiegata alle Poste, un figlio di venti anni, dopo aver subito tre rapine era diventato diffidente. L’altro giorno entrò nella sua bottega uno con una parrucca scura che fingendo di voler ordinare una delle sue creazioni esclusive gli fece tirare fuori un po’ di preziosi. A un certo punto Nocchia capì le sue reali intenzioni e provò a reagire allora l’altro lo spinse dietro il bancone, lo riempì di pugni, afferrò una statuetta d’argento, con quella gli spaccò il cranio e infine, lasciandolo con la testa reclinata, gli occhi sbarrati, sdraiato sopra una sedia rotta, arraffò anelli, spille e bracciali tempestati di pietre preziose, ficcò il tutto in un sacco e persino dentro i pantaloni, e scappò via. Dopo le 15.30 di mercoledì 15 luglio in una gioelleria in via dei Gracchi a Roma.