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 2015  luglio 15 Mercoledì calendario

È MORTO WILLER BORDON, NATO NEL PCI, AVVICINATOSI ALL’M5S, «DIMESSOSI DA SENATORE, MORTO DA INCENSURATO, UN CASO UNICO IN ITALIA». PAROLA DI GRILLO. IN VITA ERA STATO SPESSO OGGETTO DI BATTUTE IRONICHE DA PARTE DEI COLLEGHI PER IL SUO CONTINUO TRASMIGRARE DA UNA FORZA POLITICA ALL’ALTRA. ALLA FINE DELLA SUA CARRIERA LO AVEVANO SOPRANNOMINATO «L’UOMO DEI DIECI PARTITI»

Erano in pochi a sapere del male che lo aveva colpito e che lo ha portato alla morte all’età di 66 anni. A dare la notizia della scomparsa di Willer Bordon, politico nato nel Pci e negli ultimi tempi avvicinatosi al Movimento 5 Stelle, è stata ieri la sua segreteria. Beppe Grillo ha voluto subito dedicargli questo post a mo’ di epitaffio: «Dimessosi da senatore, morto da incensurato, un caso unico in Italia».
Parole elogiative insolite da parte di chi, in genere, preferisce l’invettiva e la polemica. Tanto più che Bordon (il nome, Willer, era stato un omaggio paterno al celebre Tex, l’eroe dei fumetti di Bonelli), in vita, era stato spesso oggetto di battute ironiche da parte dei colleghi per il suo continuo trasmigrare da una forza politica all’altra. Alla fine della sua carriera lo avevano soprannominato «l’uomo dei dieci partiti». Tanti ne aveva girati, da quando aveva iniziato la sua avventura politica, guidando da sindaco comunista la «sua» Murgia. E infatti, fece grande scandalo nel Pci il giorno in cui Bordon annunciò di essersi iscritto ai radicali. Alessandro Natta, ogni volta che Willer prendeva la parola, domandava sempre al suo vicino, con aria fintamente ingenua: «Adesso in che partito sta questo?». Ma il capogruppo del Partito democratico Ettore Rosato, che lo conosceva bene, respinge l’accusa di trasformismo con cui è stato bollato e lo definisce, piuttosto, «un innovatore».
E in effetti, tale fu, in un certo senso. Una delle avventure politiche che lo affascinò, quella della sinistra dei club, per esempio, fu il primo tentativo occhettiano di archiviare la vecchia classe dirigente del Pci. «Vi mando la polizia e vi sciolgo», fu la minaccia – scherzosa, ma fino a un certo punto – rivolta da Massimo D’Alema a Bordon e compagni.
Però a farsi mettere in riga Bordon non ci riusciva proprio e con Nando Adornato e Mario Segni inventò Alleanza democratica. Poi furono nuove esperienze su nuove esperienze. Fu compagno d’avventura di Francesco Rutelli nella Margherita, ma anche di Antonio Di Pietro nell’Italia dei valori.
E, nonostante quel suo modo di fare, non molto amato dai leader politici che non riuscivano mai ad avere il pieno controllo su di lui, è stato più volte anche al governo. Anzi, da ministro dell’esecutivo Amato ha persino mosso guerra al Vaticano. Accadde quando, da titolare dell’Ambiente, aprì un contenzioso contro i ripetitori installati a Ponte Galeria da Radio Vaticana. Una battaglia solitaria, la sua, giacché nemmeno il «suo» governo lo seguì su questo.