Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 15/7/2015, 15 luglio 2015
SO CHE A MOLTI SCOCCIA MA SCEGLIENDO BERGOGLIO, LO SPIRITO SANTO (AIUTATO, CERTO, DA BENEDETTO XVI) HA SCELTO IL MEGLIO DELLA CURIA
Per chi studia i comportamenti organizzativi delle leadership è stata una settimana molto ricca di pescato, sia a palamito che a strascico. Sono molto soddisfatto del materiale raccolto e analizzato. Certo hanno dominato la scena Germania e Grecia, ma Bergoglio non è stato da meno. Chi mi legge sa che sono un feroce avversario del concetto economico-manageriale disruptive, oggi di moda, specie in certi ambienti molto rarefatti dell’Establishment. Mai avrei pensato che Bergoglio (prego notare, mai parlo di Francesco) se ne sarebbe impossessato, piegandola ai suoi bisogni. In alcuni camei di un anno fa avevo messo in evidenza come l’Occidente ricco sia ormai perso per la Chiesa Cattolica. Bisogna prendere atto, dicevo, della vittoria dei giacobini (si dividono in molte famiglie, assumono nomi diversi, in comune hanno solo una feroce rissosità reciproca), e che la famiglia tradizionale in Occidente è in via di smantellamento, per il sigillo finale manca solo che la mitica Corte Suprema Usa autorizzi la poligamia e la pedofilia.
In tali Paesi, è inutile fare investimenti in termini religiosi, se non la manutenzione ordinaria. Si prenda atto della sconfitta, si difenda un minimo di dignità, si usino strategie di sopravvivenza tipo vietcong, si viva intellettualmente nelle catacombe, e si sorrida (sempre). Africa e Asia sono i continenti su cui la Chiesa deve investire, mentre le tre Americhe dovrebbero essere difese a ogni costo. Ricuperare quote di mercato era vitale per la Chiesa, e fin qua tutto nella norma. Quello che non avevo previsto, è stata la scelta di Bergoglio di adottare una strategia, basata appunto sul concetto innovativo di disruptive. Geniale Bergoglio, ha sottratto ai suoi nemici mortali le loro idee, anche le più oscene, come questa. Infatti cosa c’è di più disruptive, che perturbare lo status quo sociale dell’intero continente nord-centro-sud americano? Come? Non certo scegliendo di stare con i poveri (questo è indicato nel Vangelo), ma come starci.
Bergoglio ha scelto la modalità più estrema, non solo, ma ha scelto di attaccare la diseguaglianza economica, entrando a piedi giunti nel territorio più infido del politicamente corretto. Argomento che li fa andare fuori di testa. Non c’è dubbio che sia una mossa rischiosa, ma resta strategicamente innovativa. Al buffonesco Presidente Morales, che lo aveva omaggiato di decorazioni di latta, compreso il medaglione con inciso il Crocifisso e la falce e il martello, Bergoglio ha lasciato in Bolivia le decorazioni, mentre il crocifisso (con allegato marxista) se lo è portato in Vaticano, spiazzando tutti. L’avrà fatto come rispetto o come minaccia, si chiedono alcuni?
Confesso, come studioso di comunicazione, di essere affascinato dal grande lavoro che Bergoglio ha fatto su se stesso, e immagino l’abbia fatto in solitudine. Ha chiarito a tutti, da quel «Buonasera!» iniziale, che per lui «il contesto è visto come una variabile da modificare e non come una costanza da accettare», come insegna la dottrina del marketing politico. Si dice, appunto, che faccia marketing, certo, ma lui ha capito che per essere efficace non basta vendere il «prodotto», bensì costruire una relazione a lungo termine. Ricordo Reagan che riuscì ad attrarre i suoi concittadini perché questi si identificarono in lui, gradivano che parlasse di valori, non certo di programmi politici.
Il suo storytelling è il vero differenziale competitivo fra lui e i suoi nemici mortali (sia chiaro, sono tutti in Occidente). Noi del settore sappiamo che esso ha la funzione di mobilitare le emozioni attraverso la pratica di racconti condivisi. Anche i suoi avversari più feroci devono riconoscere che la sua narrazione è autentica, è una proiezione del barrio, non certo come quella dei leader laici delle aule accademiche o dei salotti. Ne vedremo delle belle nel suo prossimo viaggio nordamericano. Sono certo che Bergoglio, in quel mondo osceno che è l’America dei Clinton e di Obama, farà un grande discorso al Congresso, affascinerà le forze migliori del Paese, quelle che non vivono sulle coste. Sarà l’antipasto del grande discorso all’Onu che lo collocherà, credo per molti anni, al vertice della scena mondiale.
Siamo in una fase di totale assenza di leader mondiali (la maggioranza di loro sono impresentabili), tutte figurine Panini di basso conio. Lui potrebbe diventare il riferimento globale, di un mondo sbrindellato e incattivito? Riflettiamo su questi due aggettivi, sono una battuta per chiudere elegantemente una frase, oppure in effetti è così che abbiamo ridotto il nostro mondo?
So che a molti secca ammetterlo, ma scegliendo Bergoglio lo Spirito Santo (aiutato da Benedetto XVI) ha scelto meglio della Curia (Scola).
Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 15/7/2015