Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport 15/7/2015, 15 luglio 2015
EFFETTO MATE
Molti lo sanno, Papa Francesco ama molto il mate, il tipico infuso sudamericano. E così quasi sempre, tra le mille mani che si protendono verso il Pontefice durante le sue visite, che si tratti di Piazza San Pietro o di qualche altro paese del mondo, spunta un’ampolla di mate. Bergoglio accetta con piacere il dono, che gli riporta alla memoria la sua amata Argentina. L’infuso è anche detto «te dei gesuiti» perché fu proprio la Compagnia di Gesù a sviluppare in Sudamerica coltivazione e uso della pianta. I conquistadores spagnoli, visto quanto mate bevevano gli indigeni – soprattutto quelli del territorio oggi compreso fra Paraguay e Nord dell’Argentina – ne avevano infatti proibito l’uso nel 1616, definendolo «trappola del demonio». Il Papa non la pensa allo stesso modo, anzi: pochi giorni fa tornando dalla trasferta sudamericana ha detto: «Dove trovo tutta questa energia? il mate mi aiuta molto e lo bevo, ma non ho mai provato la coca». All’inizio dello scorso anno il Parma Calcio era stato ricevuto da Bergoglio nello studio dell’aula Paolo VI e in quell’occasione il pontefice ha anche bevuto il mate portato da Walter Gargano e dagli argentini Mauri, Paletta e Schelotto. Insomma, questo infuso è un rito, come il te per gli inglesi, il caffè per noi italiani. La bevanda che fa compagnia, che fa gruppo, ma anche quella pausa che poi ti dà l’energia necessaria a riprendere l’attività.
MEDAGLIA Di energia ne ha infusa parecchia al ginnasta statunitense Sam Mikulak, due ori ai Panamericani in questi giorni a Toronto. Il nazionale Usa, che ha conquistato il titolo nel concorso generale e quello a squadre, ha confessato di avere una passione sfrenata per il mate. «So che al Papa piace molto - ha detto -. Se dovessi andare in Vaticano, potremmo bercelo insieme...». Deliri di onnipotenza a parte, Mikulak ha poi ammesso che gran parte delle sue buone prestazioni sono state battezzate dal mate. «Per quanto mi riguarda è molto utile a mantenere la concentrazione, ti dà una grande lucidità e per questo lo bevo sempre prima delle gare».
BUSINESS Mikulak ha provato la bevanda per la prima volta quando era alle scuole superiori, in California: «L’ho bevuto, sono andato ad allenarmi e ho fatto grandi cose. Mi sentivo carico di energie, concentrato, la mia testa e il mio corpo erano perfettamente in sintonia». Il mate l’ ha esaltato a tal punto che dopo la laurea alla Michigan University si è messo in società con due compagni di liceo e ha iniziato a commerciare mate in lattina. Proprio come un energy drink: «Si chiama “MateBros” ed è una bevanda energetica alternativa che aiuta a stare con la gente in allegria e a prendere una pausa dalla vita frenetica che viviamo tutti i giorni». Insomma, una scommessa per il futuro post-pedane: «Se andrà male? Sono caduto tante volte durante i miei esercizi e mi sono sempre rialzato, lo farò anche se il business non dovesse funzionare. Mi tirerò su con la mia amata bevanda».
FUORICLASSE L’infuso sudamericano è amatissimo dai fuoriclasse del pallone, Maradona per esempio ne consumava moltissimo e, per stare ai nostri giorni anche Messi è un gran consumatore. Addirittura, quando la Pulce stava male e vomitava spesso in campo, si dava la colpa a un consumo eccessivo di mate. Durante la Copa America, i giocatori argentini hanno pubblicato su Twitter una immagine di «spogliatoio» dopo il successo contro L’Uruguay: «E dopo il bel successo di oggi - si leggeva sul profilo di Zabaleta -, rilassiamoci e festeggiamo con un bel mate». Restando in tema di Argentina anche il nuovo acquisto della Juve, Paulo Dybala, descrivendosi durante la conferenza stampa di presentazione ha detto: «Sono un ragazzo tranquillo, mi piace stare a casa con la mia famiglia, giocare a biliardo, alla Playstation, bere il mate con mia mamma e miei fratelli». Doping? per l’anima, forse.