James Ellroy, la Repubblica 12/7/2015, 12 luglio 2015
JAMES ELLROY CONFIDENZE SU L.A.
Da Allora a Adesso — una planimetria in continua espansione che Adesso rende quasi indistinguibili gli scenari delle strade di Allora. Sessantuno anni di storia, dal momento in cui scattarono i primi flash al magnesio al momento in cui scrivo queste parole. Nell’accezione comune le città hanno i dipartimenti di polizia che si meritano. Los Angeles lo conferma. L.A. è sempre stata in espansione. E il Dipartimento di Polizia di Los Angeles (Lapd), è sempre stato impegnato a disciplinare una città indisciplinata, gravida della sensazione di illimitate potenzialità. E così, la città più provocante d’America si è guadagnata il comando di polizia più provocatorio d’America. L.A. è la città più sorvegliata e più controllata degli Stati Uniti, e il Lapd tiene il passo restando il comando di polizia più sorvegliato e più controllato. Entrambi sono fenomeni culturali urbani — ed entrambi ci dicono la stessa cosa: la pianificazione urbana è inutile. Le grandi città hanno una volontà propria. La loro grandezza, la loro sfacciataggine, la loro bellezza attira come una calamita una sfilza insensata di persone abiette propense al delitto. La criminalità, e ciò che ne consegue, non può essere sradicata. Il crimine può essere proibito, e in qualche caso contenuto — ma soltanto a mano a mano che si verifica.
Queste foto ritraggono i problemi in paradiso. Il delitto deve fare il suo corso. Ormai i flash crepitano a raffica! La fotografia artistica della polizia, che Adesso è diventata un cliché, Allora era l’idea fissa di chi conosceva l’eleganza affettata. Le fotografie della polizia raggiungono una dimensione artistica soltanto perché chi maneggiava la macchina fotografica inquadrava la scena con l’autentica efficienza del poliziotto.
Osservate un po’ questo collage. Raffigura la rugginosa Bunker Hill, poco più a ovest di downtown L.A. Adesso Bunker Hill non c’è più. Bunker Hill era florida, anche se un po’ malandata nel 1953. Alla fine Allora fu spianata dai bulldozer — perché L.A. doveva crescere in alto e in estensione. C’erano fianchi di collina terrazzati, occupati da dormitori d’infimo ordine. Erano abitati da ubriaconi, tossici, puttanone, battone dai vestiti sgargianti, finocchi, sgualdrine, spugne che si scolavano sciroppo per la tosse ed ermafroditi lui-lei. Le catapecchie dovevano sparire. I loro abitanti idem. L’espansione cittadina esercitava un forte richiamo. La grana immobiliare parlava a gran voce. Osservate un po’ quella donnetta morta, distesa tra le erbacce nella Quarta strada ovest. Sembra quasi un’attricetta porno immortalata da un’ ouija (strumento utilizzato per sedute medianiche, n dt ). È il gennaio 1953. Sentite, l’aria è fredda. La donnetta morta è Jane Doe #2 (Ignota Numero 2) dell’anno. Non è una foto scattata da un’ ouija . E qui non c’è di mezzo il sesso. La donna era sbronza persa di jungle juice (cocktail di vari alcolici, vodka e succo Kool Aid, ndt). È scivolata, è caduta ed è ruzzolata giù esanime lungo il fianco di una collina di Bunker Hill. E quell’anno a L.A. le cose sembravano andare beeeeeeene.
Ci sono piedipiatti e barellieri. Sembra quasi che si rimettano alla donna. Le automobili ronzano dirette verso ovest e li ignorano. Le case vittoriane appaiono sfibrate dal passaggio di un’epoca. L.A. si sposta verso l’alto e verso l’esterno. Gli alloggi un tempo prestigiosi erano monofamiliari, un sacco di tempo fa. Adesso sono covi e intercapedini pazzescamente affollati di lavapiatti messicani immigrati illegalmente e di tossicodipendenti innervositi dai rumori stridenti. La donna morta è scivolata. Era ubriaca fradicia. Ma sforzatevi di capire ciò che resta sottinteso. Questa fotografia vi incoraggia a farlo. Perché? Perché è priva di artificio. Abbandonatevi pure alla vostra interpretazione. La donna è appena venuta a sapere che il suo amante, suo marito o suo figlio adolescente è stato fatto fuori in Corea. Forse si è fatta due volte di stupefacenti o medicinali che ha buttato giù insieme ad alcool di qualità scadente. Forse ha appena avuto un incontro spossante per i lombi con Ten-Inch Tomas, il turgido tailback della squadra di football di Belmont High. La differenza di età di 30 anni? Del tutto prevedibile. Perché? Perché questa è una foto scattata dalla polizia. I grandi fotografi della polizia offrono chiarezza in percentuale perfetta. I grandi fotografi della polizia assicurano allo spettatore un margine narrativo in rapido fluttuare, e lo sollecitano a fornire la propria interpretazione.
SONO UNA DONNA NEL CORPO DI UN UOMO
E ora prendete in considerazione questa foto. Questa è L.A. di Allora allo stato puro. Contiene qualche riferimento alla L.A. di Adesso. La foto emette il fetore di Laurel Canyon, dove vivono i ladruncoli. Questo quartiere collega West Hollywood e Mulholland Drive. Si tratta di una proprietà immobiliare costosa, ma gli alloggi sembrano robaccia da quattro soldi. Laurel Canyon è una zona di perversione, è una zona di morte. L’idolo delle donne del cinema muto, Ramon Novarro, fu freddato qui, nella sua tana, in questo quartiere, nel 1968. Aveva preso a bordo due ragazzi, due marchette, e se li era portati a casa. Lo soffocarono con un pene artificiale enorme.
Ma tagliamo, torniamo al ‘53. I nostri Allora più recenti sono violentemente perversi.
Il soggetto di Allora della nostra foto è patetico in modo ossessionante. È ripugnante auto-annientamento. È identità sessuale orribilmente affermata nella morte. È artistico. È ingegnoso. Trasmette un orrore indicibile. L’uomo non riusciva a reggere un secondo di più. Ha trascorso una settimana intera a mettere in scena la propria morte. Ha comprato un costume da bagno da donna, una cuffia da bagno per i capelli, un paio di feticistici stivaletti bianchi. Ha poi studiato e messo a punto un sistema di pulegge, pesi e catene nel soggiorno di casa sua. Il soggiorno è spazioso, in stile californiano-spagnolo. L’uomo sapeva che da morto sarebbe stato studiato, esaminato da vicino e fotografato. E, morendo come ha voluto morire, ha inteso fare una sorta di dichiarazione, che potrebbe essere: «Sono una donna nel corpo di un uomo», o qualcosa che non è mai riuscito ad affiorare a livello di consapevolezza formale. In definitiva, tutto si è ridotto a un semplice: «Guardatemi».
Guardate: l’uomo ha prolungato di proposito il processo della sua morte. Un elaborato sistema di candele, corde e contrappesi lo ha portato ad auto-dissanguarsi. Adesso gli sbirri e gli esperti della scientifica lo stanno guardando . Uno della scientifica sta misurando una corda tenuta tesa dal corpo, fissata in un punto accanto al divano del soggiorno. I piedipiatti di pattuglia e i detective fissano il cadavere. Ha le braccia legate sul davanti. Ha i piedi strettamente immobilizzati. È un uomo robusto, con le gambe ricoperte di folti peli, e indossa un costume da bagno femminile aderente. La testa gli ciondola sul petto. Guardate e leggete le facce degli sbirri. È come se esprimessero un misto di «porca troia!», pietà, disprezzo.
Uno sbirro sta osservando il morto da molto vicino. Il nome dello sbirro è Donald Grant. Indossa un abito che sembra nuovo di zecca, con un taglio all’ultimissima moda. Grant ha circa 45 anni. Grant sembra intelligente e cattivo. Gli piacciono molto i film noir. Potrebbe essere lo sbirro pazzo che indossa la calzamaglia di gomma e sente di essere chiamato di persona alla vendetta. È appena uscito da un colpo a una chiassosa taverna. Guardate gli occhi di Grant Adesso. Sono come fasci laser. Sta guardando attraverso il cadavere dell’uomo. Forse Grant possedeva il dono di un’immaginazione profetica.
LA RICOMPENSA DEL PECCATO È LA MORTE
211 P.C. Tenete bene a mente questa sigla del codice penale. Designa la rapina a mano armata. È il re dei reati di strada. I suoi perpetratori sono i re di tutti i centri di correzione penale. I rapinatori a mano armata sono cattiiiiiiiiivi. Ci vanno giù pesanti per impossessarsi di cose o soldi. Sono armati. Minacciano di uccidere persone innocenti. Rischiano di morire colpiti da commessi armati o da piedipiatti in servizio che rispondono a silenziosi segnali d’allarme. La rapina a mano armata è ciò che resta dei tempi selvaggi di una volta. Gli assalti alla diligenza erano missioni rischiose. L’equivalente moderno dell’assalto alla diligenza è il colpo al negozio di alcolici. Il negozio di alcolici caratterizza la vita dei bassifondi.
Il negozio di alcolici lavora mettendo in commercio la merda che ti stende e ti butta sempre più giù. Alcool e sigarette. Ti schianta il fegato, ti strina i polmoni. Slim Jim e ciccioli abbrustoliti. Whisky torcibudella e vino moscato. Camel senza filtro e Kool Filter Kings. La ricompensa del peccato è la morte ! I negozi di liquori sono zone mortali con tanto di licenza di stato. Dimenticate i film sui piedipiatti che avete visto.
Rapina a mano armata , Giungla d’asfalto , La strada della rapina e Strategia di una rapina sono soltanto un mucchio di balle figlie di troia. Pensate invece a due tossici macilenti, terribilmente smaniosi di usare le armi. Hanno la scimmia, sono impauriti e nervosi. Sono coglioni indolenti che vogliono solo abbioccarsi con Cloud 89 — ma adesso hanno assolutamente bisogno di farsi!!! E così si tramutano in spericolati desperados.
211 P.C. Tenete bene a mente questa sigla del codice penale. Dimenticate i colpi in gioielleria. Dimenticate le rapine alle corse. Dimenticate i colpi con le auto blindate. Lo zenit, l’apice del 211 è la rapina a mano armata al negozio di alcolici, portata a segno in città. I detective incaricati dei casi di rapina a mano armata al Lapd sono i più grandi e i peggioriiiiiii bastardi di tutti. E questo perché danno la caccia a uomini armati e tendono a seminare dolore e morte. La legge della giungla implica una clausola 211 vincolante, che in pratica dice: Se commetti una rapina a mano armata, ti stendiamo. State in guardia, drogati in astinenza! I proprietari dei negozi di alcolici sotto il bancone nascondono pistole e armi, e non si fanno scrupolo a utilizzarle.
E le teste di cazzo del dipartimento, sezione rapina a mano armata del Lapd, potrebbero benissimo tenersi pronti a intervenire armati di fucili Ithaca a pompa, nascosti dietro a falsi frigoriferi.
Perché preoccuparsi?
L.A. appariva buonaaaaaaaaaa in quei tempi più repressi e stratificati. C’erano meno persone, meno automobili, panorami migliori, strade più pulite e persone meglio vestite e più educate a vivere a quei tempi. C’è un aspetto positivo nelle epoche di stratificazione e repressione. Ed è questo: la gente si comportava in modo più dignitoso, perché credeva in Dio e nella legalità e temeva la censura divina e quella della società civile. Tutto ciò mostra la cruciale ironia della nostalgia. Noi viviamo Adesso . Vorremmo che fosse Allora , per tutte le ragioni giuste e sbagliate del caso. L.A. Adesso è il grosso cartellone pubblicitario per il sesso sicuro che sorge tra Sunset e Van Ness. Vi campeggia l’immagine di un enorme preservativo che incornicia queste parole: “Why worry?”, perché preoccuparsi?
L.A. è una condanna a vita senza ferie dal lavoro, senza libertà condizionale, senza finale di fuga, SENZA USCITA. Non puoi andartene via. E non vuoi andartene via. Finisci col fartene una ragione della sovrappopolazione, dell’inquinamento, del lerciume che permea tutto, degli sciami di persone ambigue e del cartellone pubblicitario tra Sunset e Van Ness. Quel che ti serve è una dose dei buoni vecchi tempi, miscelata a quel mix che è il marchio di fabbrica di L.A., fatto di glamour e di depravazione.
Dalla prefazione a LAPD ‘53 di James Ellroy e Glynn Martin per il Los Angeles Police Museum (Abrams Image).
Traduzione di Anna Bissanti
James Ellroy, la Repubblica 12/7/2015