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 2015  luglio 14 Martedì calendario

RABBIA E SCUSE, PREZIOSI SBOTTA

Pronti, via. Scatta Preziosi. La nuova stagione del Genoa avrà le idee tattiche di Gian Piero Gasperini, quelle tecniche sul mercato di Fabrizio Preziosi e Omar Milanetto ma la grinta del suo presidente. Non per caso il primo passo ufficiale sono delle scuse, seguite però da parecchi macigni tolti dalle scarpe e sigillate dalla rivelazione di un vero e proprio sogno: la Coppa Italia, più una piccola provocazione. «L’esclusione dall’Europa League — apre Enrico Preziosi — è una ferita, un errore grave, una pessima figura della quale mi scuso. Pagherò anche i premi alla squadra per il traguardo raggiunto. Non succederà più, ci metto la faccia ancora una volta. Adesso, però, facciamola finita e pensiamo al futuro. Ci sono persone che mi bombardano di critiche, qualcuno mi chiama in piena notte per offendermi, i tifosi organizzati hanno deciso di ammainare le bandiere in segno di protesta. Non ci sto. Non mi faccio condizionare. I tifosi facciano i tifosi, si rilassino in vacanza, si godano il fatto di essere arrivati davanti alla Samp, si riposino aspettando il nono campionato consecutivo in Serie A, a lavorare seriamente pensiamo noi. Qui tutti parlano, da altre parti si vendono anche le gambe del tavolo e nessuno parla. Mi accusano di cedere tutti, quando tra i giocatori di nostra proprietà ho dato via soltanto Iago. Il giudizio sul mercato lo darà il campo, noi pensiamo di fare bene. Io sono quello che al Genoa ha trovato Scantamburlo e Bressan, quello che ha messo le garanzie che hanno evitato le fine del Genoa, sarà anche quello della licenza Uefa, ma pure l’uomo che ha messo i soldi necessari per rilanciare la società. Da ora lo ricorderò a tutti».
Tutti vogliono sapere se Perotti resterà.
«Andrà in ritiro con gli altri, pronto a impegnarsi. Resterà finché lo vorrà, se si presenterà con un’offerta che gli interessa avrà via libera. Lui vuole raddoppiare lo stipendio, io posso adeguarlo, restando però nei parametri che ci siamo imposti. Se poi ventimila tifosi mettono cento euro ciascuno, o ne arriva uno con il maialino, lo rompe e mi dà i soldi che mancano, allora assicuro che Perotti resta. Noi sulle ali avremo Gakpe e Lazovic, più un acquisto di qualità. Il reparto sarà completato da Perotti, o da un giovane. Io non mando via nessuno: Perin vuole restare e non lo cedo anche se le offerte non mancano. Così come non mancano gli estimatori di Rincon, che però non ha mai chiesto di andare, quindi resta. Oggi ho visto Kucka, che è in scadenza nel 2016, mi ha detto che sta volentieri e quindi è dei nostri anche se lo perderemo a zero».
Però mancano gli esterni bassi.
«Abbiamo preso Diogo Figueiras, che è fortissimo. Arriverà Cissokho, entro la fine della settimana conto di chiudere un altro affare, una mia idea, uno per il quale sono pronto a spendere alcuni milioni. In difesa arriverà uno per sostituire Roncaglia. In mezzo siamo a posto. Guardate Gasperini, è sereno, se lo è lui che è un rompiballe per natura vuol dire che stiamo facendo bene».
Per arrivare dove?
«Con Inter e Milan scatenate sul mercato arrivare avanti sarà dura, diciamo che l’obiettivo è la parte sinistra della classifica. A me, semmai, piacerebbe provare a vincere la Coppa Italia. In tutti questi anni non ho vinto neppure un trofeo. Alla fine però i tifosi dovranno riconoscere di aver avuto in me il miglior presidente del dopoguerra». E quel tempo al passato resta sospeso nell’aria, insieme al sorriso sereno di Enrico Preziosi.