Federica Colonna, La Lettura - Corriere della Sera 12/7/2015, 12 luglio 2015
IL MUSEO DELL’EMPATIA
Ne parlano tutti – da Barack Obama al Dalai Lama – e, secondo i neuroscienziati, il 98 per cento degli umani ha la capacità di provarla. Eppure in giro se ne vede poca. È l’empatia, «il più potente strumento per capire gli altri», spiega il filosofo Roman Krznaric, ideatore dell’Empathy Museum: il primo posto al mondo pensato per aiutarci a indossare i panni altrui. Letteralmente. Il museo aprirà a settembre, a Londra, con l’esibizione A Mile in My Shoes, un miglio nelle mie scarpe: i visitatori entreranno in un negozio di calzature, allestito per l’occasione, per provare quelle già usate da un profugo, un miliardario, una teenager. Il compito del commesso non sarà solo proporre le sneakers adatte, ma aiutare l’avventore a conoscere la vita di chi le ha portate. Un gesto – indossare le scarpe altrui – che per Krznaric «conta più del voto». Il filosofo, infatti, non crede più nei partiti, perché, spiega sul sito, il potere di cambiare la società non può essere delegato, ma va praticato ogni giorno in prima persona attraverso l’outrospection – la proiezione verso l’esterno –, l’opposto della introspezione, colpevole di averci condotto in un mondo dominato dall’ingiustizia. Così il museo non ha un indirizzo ma è itinerante proprio per portare ovunque l’empatia. E se raggiungere Perth, sede finale australiana dell’esibizione, non è possibile, si può approfondire il tema con la libreria online curata da Krznaric o seguendone il profilo Twitter @empathylibrary.