varie, 13 luglio 2015
PEZZOTTI
«Ho voluto regalare questa nuova maglia a ventiquattro bambini venuti qui a incoraggiarci. Sono tutte maglie autografate, così nessuno comprerà i pezzotti…» (Aurelio De Laurentiis alla presentazione del Napoli).
TELEFONATE «Cosa mi ha detto Mancini al telefono? Tante cose... Mi ha convinto della bontà del progetto. E quando un tecnico del suo livello ti chiama, non gli puoi dire di no» (il centrocampista dell’Inter Geoffrey Kondogbia).
DOMANDE «Se ho parlato con Salah? Ripeto quello che ho già detto nei giorni scorsi, parlo solo dei giocatori che ho a disposizione» (i tecnico della Fiorentina Paulo Sousa).
INCOGNITA «Il Milan non deve sbagliare il difensore da acquistare e Romagnoli è pronto per essere il difensore giusto per Mihajlovic. Ma per ora la scossa di Sinisa non può bastare, per me il Milan è ancora un’incognita» (il ct dell’Under 21 Gigi Di Biagio).
MATTI «Mia moglie dice che sono matto, ma non ci faccio caso, me lo dice da vent’anni. Lei è sempre al mio fianco. Vedrete, ci divertiremo» (Marco Storari, che la prossima stagione difenderà la porta del Cagliari in Serie B).
PREGHIERE «L’Italia è la mia seconda casa, mi mancava la lingua, la pasta, ma soprattutto l’organizzazione. In Turchia gli orari non erano una certezza,dovevi allenarti alle 11, ma poi qualcuno doveva pregare e si spostava tutto alle 13» (Goran Pandev, arrivato al Genoa dal Galatasaray).
RICORDI «Spero che la gente si ricordi di me per essere una brava persona» (Iker Casillas salutando il Real Madrid dopo 25 anni).
GUSTO «Qualcuno ancora mi chiede: “Che gusto c’è a fare l’arbitro?”. Rispondo: “Vuoi dire: che gusto c’è a fare l’arbitro!”» (Nicola Rizzoli).
GRIGLIATE «Quando parto per un Mondiale ho sempre la coscienza a posto: mi sono caricata al mare, davanti ad una grigliata. No devo sfruttare ogni minuto della mia vita per la scherma. Arrivo a Mosca consapevole della forza che c’è in me: fisica e mentale. Non ho scuse» (Elisa Di Francisca).
GRANDE MELA «Nella Grande Mela i giornalisti sono più aggressivi, alla fine di ogni allenamento si presentano in cinquanta, cercano sempre di metterti in difficoltà. Fa parte del mio lavoro, non è una situazione negativa né un sacrificio, altrimenti dovrei cambiare mestiere» (Andrea Bargnani, che giocherà nella prossima stagione con i Brooklyn Nets).