Ciro Scognamiglio, La Gazzetta dello Sport 11/7/2015, 11 luglio 2015
PAOLINI, QUESTA È BRUTTA. POSITIVO ALLA COCAINA
«Non so che cosa dire. Sono stordito». Le prime parole di Luca Paolini sono queste e rischiano di suonare come paradossali. Sono le 19.49 quando il 38enne comasco della Katusha risponde al telefono. La notizia della sua clamorosa positività alla cocaina al Tour è stata appena resa nota dal sito dell’Equipe, il giornale di proprietà dell’Aso, la società che organizza la Boucle.
La linea va e viene. «Il controllo l’ho fatto lunedì mattina (6 luglio, ndr). Eravamo a Riemst, al Malpertus, l’albergo di Piva». In realtà però la comunicazione ufficiale dell’Uci lo corregge: il controllo – tecnicamente la positività è al metabolita benzoycecgonine – è stato effettuato il 7 luglio: la Katusha non dormiva a Riemst ma a Gosnay e si era a poche ore dall’inizio della tappa del pavé. Ancora Paolini: «L’ho saputo subito dopo la conclusione della tappa (di ieri, ndr). Non so neanche come comportarmi, sono incredulo, non so che cosa pensare». La domanda successiva è diretta: «Luca, hai fatto uso di cocaina?». La risposta, letterale, è: «Vi sembro uno che fa uso di cocaina? Assolutamente no. Chiederò le controanalisi». Ma ora dove sei? «Sto andando via dal Tour». La conversazione si interrompe definitivamente: le parole suonano come già sentite molte volte. Un fotografo riferisce che all’arrivo della Katusha in hotel, dopo la frazione di ieri, il bus è stato fatto parcheggiare nel retro, Paolini è salito subito su un’auto. Abita a Faloppio, in provincia di Como, con la moglie Elena e i due due figli.
Ricordare il «peso» del Paolini corridore è superfluo. Unico italiano vincitore di una classica del Nord quest’anno (Gand-Wevelgem), maglia rosa al Giro 2013, bronzo iridato a Verona 2004, sul podio di Sanremo e Fiandre, uomo di fiducia per eccellenza di Paolo Bettini e regista di tante Nazionali azzurre. Sul fronte cocaina, va specificato che non è vietata fuori competizione, ma se il controllo viene effettuato in gara – ed è questo il caso – la faccenda è diversa. Sulla data dell’assunzione al momento non c’è certezza anche perché la cocaina non sparisce subito dalle urine: fonti mediche parlano di 12-72 ore, ma il principale metabolita è proprio il benzoycecgonine e ci mette più tempo: a seconda della quantità (e di assunzione parallela di alcol), possono diventare anche 25 i giorni. Paolini è il primo corridore positivo in questo Tour e il primo italiano dai tempi di Riccardo Riccò, espulso nel 2008 per Epo-Cera. La cocaina, droga sociale, è sostanza ben diversa dall’Epo e in questo caso più che al corridore il pensiero deve andare al Paolini-uomo.
La lista di sportivi positivi alla cocaina non è banale a partire da Diego Armando Maradona (marzo ‘91, dopo Napoli-Bari). Ma anche, tra gli altri calciatori, Claudio Caniggia, Mark Iuliano, Adrian Mutu, Francesco Flachi. Nell’ippica aveva confessato la debolezza il fantino Lanfranco Dettori. Nel tennis Martina Hingis e Gasquet, il pugile Mike Tyson, il primatista del mondo dell’alto Sotomayor. Nel ciclismo, che ha perso per sempre Marco Pantani il 14 febbraio 2004 per overdose di farmaci e cocaina, viene molto ricordato il caso di Gilberto Simoni, escluso dal Giro 2002. Tom Boonen fu pizzicato due volte fuori competizione. E ora Luca Paolini, dannazione.