Mario Frongia, La Gazzetta dello Sport 11/7/2015, 11 luglio 2015
LA NUOVA VITA DI STORARI
«A trentotto anni non ho molto tempo da perdere. Sono al Cagliari per risalire subito in A. Se la ride, Marco Storari. Guascone, motivato, efficace: il pisano è il colpaccio del Cagliari. «Lasciare la Juventus e l’Europa per scendere in B non è stato facile. Ma è la scelta giusta. La proposta del presidente Giulini mi ha messo il fuoco dentro, come diceva Conte».
Il suo arrivo ha incendiato la piazza.
«Bene, sono carico. Le aspettative dei tifosi non mi preoccupano. Anzi li ringrazio, mi fanno sentire il loro affetto. Non sarà facile ma, oltre alla squadra e al gioco, conta il loro aiuto. La B è dura, contro di noi giocheranno tutti con il coltello tra i denti. Sono qui per fare un campionato importante. Ho una voglia matta di giocare e vincere».
Che idea si è fatto della B?
«Ho giocato l’ultimo campionato 12 anni fa con il Messina, promossi in A. Ho seguito i playoff e i miei amici del Pescara, Oddo e Zauri. Mi sto documentando. Penso al Cagliari: la proprietà ha un bel progetto e costruisce una rosa solida. Siamo in B di passaggio».
Del Cagliari 2008 cosa ricorda?
«Città, club e ambiente ideale. Arrivai a gennaio con Cossu e Jeda, da ultimi in classifica ci salvammo. Una storia meravigliosa. Abitavo in centro, ricordo il mare, il Poetto, gli spaghetti ai ricci e le grigliate di pesce: vedrete, mi farò trovare pronto anche nei momenti di relax».
Ha scelto Cagliari, ma aveva offerte da Bologna e Fiorentina.
«Il Verona mi ha cercato per prima. Ringrazio Bigon, Corvino e Pradé. A 38 anni non è facile avere queste chance».
Passo indietro. Buffon le ha inviato un tweet speciale.
«Gigi è stato molto carino. Mi ha scritto parole splendide anche Filippi, il preparatore dei portieri. Ringrazio tutti, mi emoziono ancora nel rivedere gli sms e non ho ancora sentito tutti i compagni. La Juve è stata speciale anche per questo: i campioni, il gioco, l’organizzazione ma soprattutto la famiglia. Dal presidente Andrea al magazziniere: è questo il vero segreto di un club mondiale».
Anche senza Pirlo, Tevez, Llorente e Storari?
«Potevamo rimanere tutti. Ma Marotta e Paratici sono insuperabili: stanno combinando il giusto mix tra giocatori esperti e giovani motivati. Solo così si evita l’errore di Milan e Inter che non si sono sapute rinnovare per tempo per proseguire un ciclo vincente».
Le milanesi crescono.
«Le vedo ancora dietro la Juve anche se Mancini e Mihajlovic sono tecnici vincenti, sapranno ridare disciplina e mettere in ordine gioco e ambiente».
Se rimane a Torino, sarà l’anno di Pogba?
«Paul è già un campione e diventerà il più forte al mondo. Ma la Juventus passa ancora per Buffon, Marchisio, Vidal e gli altri veterani».
Ha sentito Allegri?
«Non ancora. So che ha parlato bene di me a Cagliari e gli sono grato. Per la Juve è stato un tecnico speciale: oltre ai trofei, ci ha fatto vivere un anno bellissimo in armonia. E non era facile».
Cosa porta in dote?
«Tutti i trofei, inclusa la Coppa Italia giocata da protagonista. Potrà apparire assurdo ma in quella Juve non c’era bisogno di essere titolari per sentirsi fondamentali. Ecco, al Cagliari serve questo clima».
Storari, cosa dice sua moglie del trasloco in Sardegna?
«Che sono matto, ma non ci faccio caso, me lo dice da vent’anni. Lei è sempre al mio fianco. Vedrete, ci divertiremo».