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 2015  luglio 12 Domenica calendario

GLI ANGELI DI VALENTINO ROSSI. «CON LUI SI VIVE DENTRO UN FILM»

C’è qualcosa di magico attorno a Valentino Rossi. E non sono (solo) i successi di una straordinaria carriera che dura da 20 stagioni, ma delle persone che da allora gravitano intorno alla sua orbita. Perché in una storia fuori da ogni canone di atleta, come quella di Rossi, di anormale c’è pure il fatto che da sempre il gruppo che lo accompagna sia lo stesso.
INSEPARABILI C’è l’amico di una vita, Uccio, compagno d’asilo, elementari e medie. Anche oggi, dove c’è Valentino, c’è lui. «Il primo ricordo di noi due è dell’asilo. Ci siamo trovati subito in un gruppo un po’ anomalo: anni in cui tutti sognavano il calcio, la moto era arabo. Ma eravamo 3-4 a cui piaceva andare forte, con qualsiasi cosa. Ricordo infinite gare in discesa col triciclo».
SPONSOR «Dopo le elementari avevamo provato a separarli. Impossibile, si cercavano sempre» racconta Cesarino Salucci, 58 anni, papà di Uccio, che in quegli anni per Valentino è stato un secondo padre, nonché il primo sponsor (Ce.Sal era l’adesivo sulle moto della sua azienda di alimentari), quello della Polleria Osvaldo per intenderci. «Renzo Rosso della Diesel ci offrì un sacco di soldi per sfruttare il marchio. Dissi di no, per me Valentino non è mai stato una questione di soldi, quanto di cuore. In lui c’era qualcosa di diverso, era intelligente, brillante. Ci ho sempre creduto». Da 19 anni è il presidente del Fan Club. «Dopo la prima vittoria a Brno ‘96, io e Flavio riunimmo 12-13 amici e fondammo il club. Ci siamo ancora tutti».
UOMO DI COPPE Flavio è Fratesi, amico di Cesarino e pure lui matto per i motori. «Andavamo in Austria o Cecoslovacchia a vedere Romboni, Lawson, e in auto caricavamo Uccio e Valentino». Oggi è il braccio armato del Fan Club, ma in una storia dove anche la scaramanzia ha un ruolo fondamentale, «sono quello riceve il primo abbraccio in pista di Vale dopo una vittoria e l’incaricato di portare a casa la Coppa. Prima era quella del vincitore, poi negli anni difficili abbiamo allargato il discorso».
SOCIAL Sua figlia Camilla, 25 anni, bazzica il paddock da quando ne aveva 7. «E Valentino aveva i capelli verdi. Prima trasferta Assen ’98, uscita da scuola saltai in macchina con papà e facemmo 15 ore di auto». Correva in minimoto «ed ero bravina, ma al momento di salire sulla 125 mamma ha detto di no». Oggi cura i social media, dal sito ufficiale a Facebook, dal tesseramento a tutto ciò che concerne «il popolo giallo», dall’Academy al Ranch. «Ero andata a Los Angeles, volevo viver lì, poi i progetti partivano e papà che non sa ancora aprire una mail mi ha chiesto una mano. Sono cresciuta in questo mondo e ora che ne faccio parte mi rendo conto di vivere un pezzo di storia. È questo, il sogno».
L’A.D. Alberto Tebaldi, Albi per tutti, ha 10 anni più di Rossi. «Aveva 14 anni e correva nell’Europeo. Eravamo un gruppo di amici che il giovedì sera si trovava alla Motorhouse di Misano, officina di riferimento per chi truccava le moto e andava al Mugello a vedere le gare. Siamo diventati amici, a volte andavo in camper con Uccio, poi dopo i casini del 2007 (le tasse, la separazione dal manager Gibo Badioli; n.d.r. ), Vale mi ha chiesto una mano e l’amicizia è confluita nel lavoro. Ero capoarea della Finstral, ma ho lasciato tutto ed è stata la più grande fortuna della mia vita.Vivere questo al suo fianco è immensamente affascinante». Oggi Albi è a.d. della VR46. «Dobbiamo ringraziare Vale per quanto ha saputo creare, per l’energia e il gusto che mette nel trasformare in realtà le sue passioni. Ha dato a tutti noi grandi opportunità. Ci vogliamo tutti molto bene, ci si protegge l’uno con l’altro».
FACTOTUM Max Montanari gestiva l’hospitality Aprilia quando Vale correva in 250. Con lui è passato in 500 alla Honda, quindi Yamaha, Ducati e ritorno. «Ora seguo solo Vale, impossibile stare dietro a tutto. Sono l’assistente personale, mi alterno con Uccio alla guida del motorhome, preparo il pranzo, curo l’abbigliamento. Lavorare con Vale è facilissimo ma diventa difficilissimo, perché è molto preciso, maniacale, ogni cosa deve essere al suo posto. Litigato mai, se qualcosa non va ce lo diciamo subito in faccia». «Le litigate vere le abbiamo fatte sui 15-16 anni – conferma Uccio –. A me piacerebbe ogni tanto, ma non ti dà soddisfazione, ti dà subito ragione».
TRAINER Strappargli qualcosa sulla preparazione è impossibile, ma Carlo Casabianca, 38 anni, il più defilato del gruppo, è pedina fondamentale nella carriera di Rossi. «Era il 1999, neolaureato in scienze motorie frequentavo la palestra di Valentino, che per me era già un mito. Siamo diventati amici, finché nel 2003 lui ha scommesso su di me». Oggi alla FisioGym di Pesaro si allenano i ragazzi della Academy, ma per tanti anni Casabianca ha avuto occhi solo per Rossi. «Sono molto geloso del mio lavoro, non volevo altri piloti. È stato Vale a insistere nel 2006 perché seguissi anche Marco Simoncelli, in difficoltà. Da lì è partito tutto. La sua forza è soprattutto mentale, non mi sorprende più, si impegna come il primo giorno».
FUTURO Un gruppo di amici al quale la carriera di Rossi ha cambiato la vita. «Non so cosa sarebbe stato di me senza Valentino, probabilmente niente di importante, venderei alimentari con papà – ammette Uccio –. Tra 10 anni Vale starà a casa e girerà in moto per divertimento o farà gare in auto. Io invece spero di essere ancora in questo mondo che amo, magari col nostro team».
che storia «A volte mi chiedo se la nostra storia è vera, è cosa da film, è bellissima» sorride Cesarino. Mentre all’ex agente pubblicitario Flavio scappa da ridere: «Un tempo scavalcavamo le reti e ora siamo al fianco di uno dei più grandi piloti della storia. Da ragazzi andavamo in chiesa a pregare perché il buon Dio ci mandasse un buon pilota. Mi sa che ha esagerato!».