Stefabo Arcobelli, La Gazzetta dello Sport 13/7/2015, 13 luglio 2015
«IO, ALLA RICERCA DELLA MIA GARA PIU’ BELLA»
I Mondiali dentro l’Olympiskiy Arena hanno già una loro solennità: la Russia mostra il suo arsenale in pedana e stavolta punta a sbancare. L’Italia vincente della scherma ha il volto felice di Elisa Di Francisca, una che ha la verve per smitizzare tutto. E’ nata il giorno di Santa Lucia del 1982: aveva appena due anni quando si svolsero i Giochi del boicottaggio. Adesso sta per entrare nell’austera struttura moscovita con il suo fioretto coniato doppiamente d’oro a Londra: dove ci arrivò scoprendosi vincente, proprio ai Mondiali di Parigi 2010. E’ jesina come Valentina Vezzali, è reduce da una stagione ricca solo di raccolti (3 vittorie in Coppa del Mondo, due ori europei, il titolo italiano) e ci sta prendendo talmente gusto da chiedersi: chi la fermerà? Arianna Errigo, la bicampionessa uscente, deve riannodare la sensazioni vincenti e dimenticare i guai fisici; Martina Batini che la eliminò ai quarti per poi finire d’argento, non ha brillato neanche agli Europei; o una delle russe magari consigliate dal suo ex tecnico Stefano Cerioni che ne conosce pregi e difetti?
Elisa, un anno fa voleva solo scappare da Kazan, ora ci torna felice in Russia.
«Non riuscivo neanche a mangiare bene, non vedevo l’ora che finisse per farmi una bella cena: ora ho fatto il pieno da Anita, mi ha dato cetrioli e pomodori davvero speciali».
Quella sconfitta ai quarti è stata la svolta per ripensare tutto?
«Fisicamente stavo benissimo, persi dalla Batini ma entrarono in gioco altre componenti. Stavolta ho fatto a Norcia gli allenamenti giusti: né troppi, nè pochi».
Si può essere amica della principale rivale?
«Con Arianna siamo amiche, non è un qualificazione o una medaglia a stravolgere il rapporto. E’ normale che in una squadra sei costretta a convivere con persone con le quali leghi di più o di meno. Siamo serene».
Non teme il condizionamento ambientale?
«A meno che ci facciano sparire all’aeroporto, sarà ancora Italia-Russia, è normale. Non credo alle macchinazioni arbitrali. La Russia è forte da sempre, e Cerioni è molto competente, sta facendo un bel lavoro: lo stimo, c’è affetto, rispetto e gratitudine. Non mi creao paranoie».
Sicura della sua forza?
«Non temo trabocchetti escogitati da Cerioni, cosa vuoi che scopra. Vado in pedana a fare tutti gli assalti come sempre: la più forte emerge».
Davvero arriva come se nulla fosse accaduto in stagione?
«Quando parto per un Mondiale ho sempre la coscienza a posto: mi sono caricata al mare, davanti ad una grigliata. No devo sfruttare ogni minuto della mia vita per la scherma. Arrivo a Mosca consapevole della forza che c’è in me: fisica e mentale. Non ho scuse».
Il sodalizio con Giovanna Trillini è la chiave decisiva del suo rilancio?
«E’ un rapporto che sta andando oltre quello tecnico, c’è più comprensione, più sintonia anche fuori: Giovanna è attenta a tutto, sta imparando a conoscermi in modo incredibile. Ad esempio, sa sempre dove sono. E con Annalisa Coltorti, la preparatrice, è nato davvero un trio che funziona al meglio».
S’è tatuata sul braccio “muore lentamente chi evita la passione, chi non rischia la propria sicurezza per l’insicurezza di un sogno”.
«Riassume il mio modo di vivere, di non aspettare il tempo a guardare situazioni, ma cambiare, partecipare in maniera viva alla vita. Io prima di Londra dicevo: se vinco, poi mi ritiro. Ho vinto, ma sono qui».
E’ l’estate di quelli che non s’arrendono mai: da Valentino Rossi alla Pellegrini a Russo.
«E’ la nostra estate, campioni che non mollano e fanno cose incredibili nonostante periodi bui: non è facile vincere tanto, avere sempre adrenalina e grinta a mille, è un lavoro molto difficile, eppure c’è chi ci riesce, non solo perché ha talento ma sa mettersi in discussione tutti i giorni. Provano pure loro con passione, sudore e sacrificio a raggiungere obiettivi alti, riescono a mettersi alla prova: non è fantastico?».
Cerca il Mondiale della perfezione?
«E’ il motivo per cui non mi sono ritirata nel 2012: perché a Londra non ho fatto la gara migliore, non ero libera, ho vinto alla priorità, ero contratta ed impaurita. Ho ancora in testa l’idea di poter fare la gara sicura, certa, libera. La mia gara migliore, la più divertente: cioè nel momento in cui metto la maschera vorrei veder un’Elisa che sta con gli amici, serena. Mosca è importantissima per Rio, non mi sono goduta l’oro europeo di Montreaux perché non si può stare mai tranquilli: ma in fondo è meglio, sto bene dappertutto in vacanza, si fa poi più fatica a ripartire. Dovrei farmi una bella vacanza in palestra...».