L. Ra., il Messaggero 12/7/2015, 12 luglio 2015
Allarme di Bce e Fmi sul contagio bancario Ma l’Eba minimizza– Non è questione solo di ritorno alla dracma o di emissione dei «pagherò» (gli ormai celebri Iou che potrebbero costituire una valuta parallela di emergenza): in caso di fallimento delle trattative - ancora possibile al momento in cui scriviamo - sono le banche greche (in particolare le maggiori, ovvero la National Bank of Greece, l’Eurobank, la Piraeus Bank e l’Alpha Bank) e non solo il governo a finire in bancarotta
Allarme di Bce e Fmi sul contagio bancario Ma l’Eba minimizza– Non è questione solo di ritorno alla dracma o di emissione dei «pagherò» (gli ormai celebri Iou che potrebbero costituire una valuta parallela di emergenza): in caso di fallimento delle trattative - ancora possibile al momento in cui scriviamo - sono le banche greche (in particolare le maggiori, ovvero la National Bank of Greece, l’Eurobank, la Piraeus Bank e l’Alpha Bank) e non solo il governo a finire in bancarotta. Fino a ieri l’industria bancaria greca si era retta sull’Ela, la liquidità di emergenza fornita dalla Bce e bloccata a quota 89 miliardi da lunedì scorso. Nonostante il blocco dei capitali, riferiscono fonti di Francoforte, il sistema ha continuato a perdere non meno di 100 milioni di euro al giorno. E per mantenere un minimo di normalità di funzionamento, la Banca di Grecia sta coordinando i trasferimenti di liquidità tra le banche locali. Intanto, secondo quanto ha riferito ieri una fonte bancaria al Financial Times, gli esecutivi degli istituti di credito si stanno comunque preparando allo scenario peggiore: che prevede la vendita delle attività all’estero e il recupero di almeno 30 miliardi cancellando azioni o bond in mano agli azionisti. Non sono esclusi prelievi forzosi sui conti oltre i 100mila euro, ma secondo gli analisti sarebbe misura poco efficace: dei 120 miliardi totali di depositi, solo 30 miliardi sono in conti di grandi dimensioni e circa 20 miliardi sono rappresentati dal capitale delle Pmi. Col risultato che un prelievo appena più che modesto sarebbe un ulteriore colpo all’economia greca. Che cosa rischia l’Europa da un crac del sistema bancario greco? «Un incontrollato collasso del sistema bancario greco come debitore sovrano porterebbe dubbi significativi sull’integrità dell’eurozona nel suo insieme», scriveva ieri la Frankfurter Allgemeine Zeitung citando un documento di Bce e Commissione Ue redatto qualche tempo fa con la consulenza del Fmi. L’effetto contagio potrebbe riguardare i Paesi che hanno filiali delle banche greche, aggiungeva. E tuttavia, il pessimismo è meno diffuso di quanto si creda. Per esempio, che i rischi di contagio del sistema siano minimi lo sostiene l’Eba-European banking authority, il massimo guardiano del sistema che coordina la supervisione delle banche nel Vecchio Continente. Uno scenario, tuttavia, nel quale ci potrebbe essere una sola eccezione: quella della Bulgaria. Il problema di Sofia è che più di un quinto degli asset del suo sistema bancario fanno riferimento a greci. Per questo la banca centrale bulgara ha chiesto una ricognizione agli istituti locali. Un portavoce dell’Eba, nei giorni scorsi, ha spiegato che le autorità di Sofia hanno comunque già messo in atto delle misure per bloccare sul nascere un eventuale contagio. Una Grexit, insomma, secondo l’Eba sarebbe un evento gestibile. Ma se per l’Italia il rischio sarebbe minimo, visto che l’esposizione delle nostre banche verso quelle greche non supera il miliardo, la Germania pagherebbe un prezzo decisamente più salato: si calcola infatti che l’esposizione delle banche tedesche verso il sistema greco ammonti a non meno di 25 miliardi di euro.