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 2015  luglio 12 Domenica calendario

Il peso dei nazionalismi, ora è la Finlandia a bloccare l’intesa– A poche ore dalla scadenza dell’ultimatum sulla Grexit, i ministri delle Finanze della zona euro ieri non hanno trovato un accordo che permetta alla Grecia di restare dentro l’unione monetaria

Il peso dei nazionalismi, ora è la Finlandia a bloccare l’intesa– A poche ore dalla scadenza dell’ultimatum sulla Grexit, i ministri delle Finanze della zona euro ieri non hanno trovato un accordo che permetta alla Grecia di restare dentro l’unione monetaria. «Non abbiamo concluso» ed «è ancora molto difficile», ha avvertito il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, al termine di una riunione caotica, dove diversi ministri hanno espresso riserve sul proposta da 12 miliardi del governo di Alexis Tsipras per avviare negoziati su un terzo programma di aiuti da 74 miliardi. «Ci sono ancora molte critiche sui contenuti della proposta (greca), sia sulle riforme sia sulle misure di bilancio», ha detto Dijsselbloem. Ad ostacolare un accordo è anche la mancanza di fiducia in Tsipras: la giravolta del primo ministro sul referendum, con il quale i greci hanno bocciato l’offerta messa sul tavolo dai creditori a fine giugno, non ha convinto i partner. «C’è un problema maggiore di fiducia» nella capacità del governo Tsipras di «realizzare ciò che promette nei prossimi giorni, mesi e anni», ha spiegato Dijsselbloem. L’Eurogruppo aveva iniziato a redigere una dichiarazione con una lista di dure riforme che Atene avrebbe dovuto accettare e adottare all’inizio della settimana. Ma diversi paesi hanno bloccato il compromesso. Inoltre, il ministro delle Finanze finlandese, Alexander Stubb, non aveva il mandato del suo governo per dare il via libera a nuovi aiuti. L’Eurogruppo si riunirà nuovamente questa mattina. Se Tsipras non accetterà le condizioni e non darà garanzie sulla realizzazione delle riforme, il Vertice straordinario dei capi di Stato e di governo oggi potrebbe avviare le procedure per la Grexit. I NODI I paesi rigoristi hanno guidato la carica contro il governo di Tsipras. «Non possiamo assolutamente credere alle promesse» greche, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, accusando Tsipras di aver «distrutto la speranza». In un documento, Schaeuble ha evocato un’uscita per 5 anni della Grecia per permettere la ristrutturazione del debito (ipotesi definita non praticabile dalla Ue). In alternativa, secondo il ministro tedesco, Atene dovrebbe trasferire 50 miliardi di attivi da privatizzare in cambio degli aiuti. Diversi ministri hanno spiegato che il pacchetto greco avrebbe permesso di prolungare il vecchio programma di 5 mesi. «Ma non è sufficiente per un terzo programma», come ha detto lo slovacco Peter Kazimir. L’irlandese Micheal Noonan ha criticato l’assenza di riforme strutturali. Gli europei si sono divisi anche sulla ristrutturazione del debito. Il Fmi ha ipotizzato di prolungare le scadenze medie del debito a 60 anni. Ma per «i trattati Ue non è possibile», ha risposto Schaeuble. In mattinata Fmi, Bce e Commissione avevano definito la proposta greca come "base" per negoziare il nuovo prestito, ma «a certe condizioni». Gli obiettivi di bilancio indicati dal governo Tsipras - un avanzo primario del 1% nel 2015, del 2% nel 2016 e del 3% nel 2017 - non sono stati giudicati realistici, dopo il crollo dell’economia provocato dalla rottura dei negoziati e dalla conseguente chiusura delle banche. La recessione sarebbe dell’ordine del 2-4%. Quest’anno si registrerebbe un disavanzo primario dello 0-1%. Solo nel 2017 si arriverebbe a un avanzo del 2%. La Commissione ha calcolato che servirebbero almeno 74 miliardi di aiuti per tre anni, di cui 25 miliardi per ricapitalizzare delle banche. Il Fmi ha invece indicato la cifra di 78 miliardi. Il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, vuole «offrire alla Grecia il sostegno di cui ha bisogno». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha chiesto di «spirito costruttivo», anche se «il cammino non è facilissimo». Ma il fronte dei Paesi pronti a soccorrere Atene si è scontrato al muro dei ministri del Nord.