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 2015  luglio 11 Sabato calendario

LA MADRE DI MARCO, MORTO A 4 ANNI CADENDO DALL’ASCENSORE IN METRÒ «NON CE L’HO CON CHI È INDAGATO»

ROMA Rose gialle, margherite e perfino un’orchidea. Tra biglietti, candele votive e bouquet, l’ascensore del metrò sequestrato dalla Procura viene aggirato con diffidenza dai passanti. L’inchiesta sulla morte di Marco, il bambino di 4 anni precipitato nel vano della metro, punta ad accertare per prima cosa la dinamica dei soccorsi, poi verificherà anche cause e criticità della manutenzione. Sui registri della procura sono tre, al momento, i nomi degli iscritti per omicidio colposo. Il primo è quello di Flavio Mezzanotte, 33 anni, sposato senza figli e dipendente dell’Atac dal 2006. È stato lui a prendere l’iniziativa di un salvataggio in autonomia. Tentando, fuori da qualunque protocollo, di estrarre mamma e bambino bloccati nella cabina infuocata dell’ascensore.
Assieme a Mezzanotte, poi svenuto e ora ricoverato al pronto soccorso del San Giovanni sotto choc, il pubblico ministero Letizia Golfieri ha indagato anche Simone Maestrini e Maurizio Manzo. I due vigilantes dell’Italpol che hanno assistito senza intervenire all’operazione di soccorso non codificata.
La relazione dei carabinieri di zona, guidati dal capitano Lorenzo Iacobone, parla di «improvvisazione» e individua una serie di passaggi critici in quella manovra azzardata eppure eseguita con una certa esperienza, al punto da far pensare ad altri episodi simili. In questo caso, poi, la spericolatezza non sembra giustificata dalle circostanze, perché gli addetti alla manutenzione dell’ascensore, gli operai della Kone, si erano già mossi per intervenire sul posto. «Chi ha soccorso lo ha fatto sicuramente in buona fede. Non ce l’ho con loro, saranno distrutti come me» ha detto ieri la mamma del bimbo, Francesca Giudice che non ha presentato ancora una denuncia e ieri sera è stata accompagnata dai carabinieri a Tor Vergata dove c’è la salma.
Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, alle 17 di giovedì, nella stazione rovente di Furio Camillo, avrebbero preso il via operazioni divergenti e strategie opposte. Uno dei due dipendenti Atac in servizio avvia, in automatico, la procedura collaudata per i casi di allarme. Apre il collegamento interfonico con la cabina e guida Francesca Giudice, la mamma di Marco, nell’emergenza, sforzandosi di gestire la situazione. L’autista la rassicura, incoraggiandola a resistere. Spiega che i soccorsi non tarderanno ad arrivare, la invita a non perdere il controllo. Non bisogna entrare nel panico, si deve strofinare i polsi al bambino, bisogna farlo bere, parlagli e tranquillizzarlo.
Piccoli suggerimenti di comune buon senso che però aiutano. In parallelo, il suo collega tenta la mossa del montacarichi, sale all’altezza dell’ascensore guasto, lo ferma, svita i pannelli laterali e li stacca. Ed è lì in un lampo che accade ogni cosa. Il piccolo, che non è più nel passeggino ma è libero di muoversi nello scheletro della cabina, fa un passo nel nulla, forse spaventato, e precipita. Inutili i soccorsi.
I due vigilantes hanno parlato di «tragica fatalità», di «errore» commesso in buona fede, per soccorrere mamma e bambino in quella cabina rovente. Quanto a Flavio Mezzanotte, certo, non somiglia a Rambo. Sorride dal suo profilo Facebook sopra una torta con candeline per i suoi 33 anni appena compiuti. Esibisce un diploma con gli occhiali sul naso. Fra il 2011 e il 2014 ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia alla Sapienza. Ama Totti e sogna un trasporto pubblico migliore. Ha anche postato la protesta dei dipendenti Atac contro la stretta voluta dal sindaco Ignazio Marino sui controlli anti-assenteismo.
L’autopsia di Marco sarà disposta dalla Procura (oggi sarà dato l’incarico al medico legale) e potrà rispondere anche ad altri dettagli. Gli indagati saranno ascoltati con il loro difensore, al quale nel frattempo saranno notificati anche i risultati dell’autopsia. Solo in seguito il pm potrà dare il nulla osta per il funerale di Marco. E quel giorno a Roma ci sarà il lutto cittadino voluto dal sindaco Marino.
Una vicenda che ha sconvolto tutta Italia: oggi gli autisti napoletani porteranno una fascia di lutto al braccio durante l’orario di lavoro: «Siamo profondamente rattristati» dichiara il coordinamento Usb.