P.R. la Repubblica 12/7/"015, 12 luglio 2015
La scomparsa, nella notte di ieri, del cardinale Giacomo Biffi, 87 anni, arcivescovo di Bologna dal 1984 al 2003, segna la fine di un’epoca per la Chiesa di San Petronio
La scomparsa, nella notte di ieri, del cardinale Giacomo Biffi, 87 anni, arcivescovo di Bologna dal 1984 al 2003, segna la fine di un’epoca per la Chiesa di San Petronio. Negli ultimi decenni, infatti, il Vaticano ha usato inviare nella rossa Bologna, sulla cattedra della diocesi che fu di Giacomo Lercaro, pastori come Biffi di linea conservatrice. Ma una “normalizzazione”, in questo senso, dovrebbe avvenire in futuro. Da tempo ricoverato in una clinica bolognese, Biffi fu teologo pungente, ironico, dalle posizioni nette, «la certezza della fede » contro le sfumature e i compromessi. Ambrosiano, più vicino a Giovanni Colombo che a Carlo Maria Martini, incarnò la Chiesa wojtyliana «della presenza » in una Bologna che nel 1985 egli stesso definì «sazia e disperata». Non lesinò critiche alle varie amministrazioni di sinistra succedutesi sotto le Due Torri, ma ne ebbe anche per Berlusconi. Era il ’94: «I milanesi non ci sanno fare con la politica, brutto segno se smettono di fare gli imprenditori», disse. Come per Prodi, nel ’98: «Dopo l’Ulivo mi porta via anche l’asinello, di questo passo non mi resta più niente». Arrivando, infine, a definire «un miracolo» l’elezione a sindaco di Guazzaloca nel ’99. Non semplice da decifrare il suo rapporto con Giuseppe Dos-setti, figura profetica della Chiesa bolognese. Nel 1986 fu Biffi ad approvare con decreto la Regola e le Costituzioni della comunità monastica di cui Dossetti era padre. Dopo la morte, tuttavia, egli puntualizzò le divergenze col monaco di origini liguri, attribuendogli anche il peccato originale di essere «teologicamente autodidatta». Nel 2005 Biffi partecipò al Conclave che elesse Ratzinger. Secondo un aneddoto raccontato dal giornalista Francesco Grana e ripreso da vari siti dedicati a Benedetto XVI, Biffi prese un voto, quello del futuro Pontefice. «A ogni votazione ricevo sempre un solo voto. Se scopro chi è quel cretino che si ostina a votarmi giuro che lo prendo a schiaffi», avrebbe detto Biffi durante il Conclave in una cena a Casa Santa Marta. E un confratello, perplesso, gli avrebbe risposto: «Eminenza, ormai è chiaro chi stiamo eleggendo come nuovo Papa ed è anche abbastanza evidente che questo candidato abbia scelto di votare per lei. Quindi se vorrà ancora mantenere il suo proposito sarà costretto a prendere a schiaffi il Papa». Biffi restò senza parole: Ratzinger aveva deciso di votare per lui. (p.r.)