Carmine Festa, La Stampa 11/7/2015, 11 luglio 2015
NEL MIRINO DI AMICI E FAMIGLIA GAY SI UCCIDE A CERIGNOLA
Pochi giorni fa Antonio Intellicato, per tutti semplicemente Tonino, 40 anni, aveva partecipato al Puglia Pride: una scelta fatta per affermare e rivendicare il suo orgoglio di omosessuale, forse per provare a combattere contro chi lo ha sempre rifiutato nel suo paese, Cerignola. La sua omosessualità era vissuta male anzitutto dalla famiglia, poi dal giro degli amici (che forse non erano poi così tanto amici), infine da tutta la comunità. L’altro ieri l’epilogo tragico: Antonio si è ucciso con un cocktail di farmaci. Ci aveva già provato due anni fa lanciandosi dal secondo piano dell’ospedale cittadino nel quale era ricoverato. E due anni prima era scampato alla morte quando suo fratello aveva concluso a coltellate una lite familiare causata, dicono le cronache, proprio dalla sua omosessualità. Il fratello accusava di essere la causa di tutti i suoi guai, e di tutti quelli della famiglia.
Gli Intellicato derisi, indicati pubblicamente come i parenti dell’omosessuale diventato il bersaglio di tutto il paese, oggetto di una sequela interminabile di sfottò, allusioni e battutine che erano diventate un macigno troppo pesante da sopportare nella quotidianamente di quel borgo del Foggiano che vive di agricoltura. Ecco perché il fratello di Tonino era arrivato a tirare fuori il coltello in una litigata, ed ecco perché la vita del quarantenne è diventata, nel corso degli anni, sempre più difficile. Più volte Tonino aveva provato a passare sopra alle ingiurie pesanti alle quali era sottoposto.
Più volte aveva tentato di imbastire un dialogo tra le mura domestiche, sperando di avere la solidarietà dei familiari, illudendosi che almeno loro potessero rappresentare un rifugio sicuro di fronte alla superficialità e alla cattiveria che invece i cerignolani non gli hanno mai risparmiato, sul corso principale del paese e ad ogni incontro. Niente da fare. Tonino per tutti era solo il ragazzo da prendere in giro, da sfottere per aggravare una condizione mai stata facile. Da qui la scelta di farla finita con la mistura mortale, bevuta tutta d’un fiato tra rabbia, disperazione e forse chissà anche con un senso di liberazione amplificato dalla solitudine a cui era stato condannato da una famiglia e da un paese che non hanno capito e rispettato la sua scelta. Tutto pur di scappare via dall’inferno che era diventata la sua vita a quarant’anni. Ora il corpo di Antonio Intellicato è ancora a disposizione della magistratura: sulla sua fine è stata aperta una inchiesta come vuole la prassi in casi come questo. Accertata la causa della morte, il corpo sarà restituito ai familiari per la sepoltura. Lo accoglieranno parenti che non lo hanno mai ascoltato. Ora per loro e per tutta Cerignola non c’è più tempo. Tonino se ne è andato per sempre.
Carmine Festa, La Stampa 11/7/2015